Rateizzazione delle tasse, la guida per le partite Iva

Valentina Menassi

21 Ottobre 2023 - 09:17

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La rateizzazione permetterebbe agli autonomi di non versare l’acconto dovuto nel mese di novembre 2023 ma da gennaio a giugno 2024

Rateizzazione delle tasse, la guida per le partite Iva

È in arrivo il nuovo meccanismo studiato dall’esecutivo che consente ai lavoratori autonomi di non pagare l’acconto nel mese di novembre 2023, ma di poter versare a rate da gennaio a giugno 2024 quanto dovuto. La novità fa parte della riforma fiscale del governo Meloni. Ecco una breve guida su come funziona la misura in questione.

I punti fondamentali

La misura è pronta a rivoluzionare la gestione finanziaria dei lavoratori autonomi ed è contenuta nell’intervento del Governo attuato con il dl. 18 ottobre 2023, n.145, articolo 4.Gli acconti che solitamente vengono versati nel mese di novembre da parte dei titolari di partita Iva, verranno saldati solo dopo aver incassato i guadagni. Stesso discorso per quelli di giugno.

  • La rateizzazione dell’acconto di novembre verrà applicata a partire già dal 2023 e riguarderà un vasto gruppo di contribuenti,
  • Il tetto di fatturato è di 170mila euro, per essere ammessi all’abolizione dell’acconto di novembre,
  • Il pagamento che a novembre sarà rateizzato verrà versato da gennaio a giugno 2024 per coloro che soddisfano i requisiti, mentre il resto della platea sarà coinvolto a partire da novembre 2024,
  • L’anticipazione dell’implementazione che risulta fondamentale per il governo il quale vuole introdurre la misura con un congruo anticipo rispetto alla scadenza di novembre,
  • La riduzione o l’abolizione della ritenuta d’acconto porterà a semplificazioni significative nel sistema fiscale, per lo Stato si tratta di un’operazione che complessivamente ha un valore di 9 miliardi di euro,
  • Inoltre è prevista la possibilità di pagare in un’unica soluzione oltre alla rateizzazione.

Come funziona pagamento dell’acconto

L’orientamento del governo è finalizzato a far fronte alla difficile situazione economica e alla disponibilità di liquidità che sta ha colpito quasi tutti i comparti dell’economia italiana e in modo particolare autonomi e professionisti. Attualmente il pagamento dell’acconto Irpef per l’anno in corso può essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo. Il saldo e l’eventuale prima rata di acconto vengono pagati entro il 30 giugno dell’anno nel quale viene presentata la dichiarazione.

Esiste anche un’opzione che consente di posticipare il versamento entro i successivi 30 giorni (entro la fine di luglio) pagando una maggiorazione dello 0,40%, questo solo se l’acconto è pari o superiore a 257,52 €. L’eventuale seconda o unica rata prevede il versamento dell’acconto entro il 30 novembre 2023 se lo stesso è inferiore a 257,52 €.

In merito al versamento dell’acconto le modalità previste sono:

  • L’introduzione del meccanismo di progressiva mensilizzazione degli acconti e dei saldi,
  • L’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto,
  • Nessun inserimento di maggiori oneri per le finanze pubbliche,
  • Distribuzione in sei rate dei pagamenti dovuti.

Il progetto: tasse a rate per tutti

La possibilità di rateizzare l’acconto di novembre per i lavoratori autonomi venne richiesta dalla Lega il 5 agosto 2020 con la firma dell’attuale presidente della Commissione attività produttive Alberto Luigi Gusmeroli che ha commentato:

“Per la prima volta in 50 anni le imposte non si pagheranno più in anticipo, ma ad anno concluso e reddito guadagnato. Si sta, infatti, lavorando per abolire l’acconto già da novembre 2023 a beneficio di milioni di attività economiche: artigiani, commercianti e liberi professionisti con l’ipotesi anche di dipendenti e pensionati con altri redditi”.

La norma viene introdotta all’interno del decreto fiscale collegato alla manovra. Secondo le intenzioni dell’esecutivo la novità partirebbe con l’applicazione della misura solo per le partite Iva che rientrano nei limiti di reddito di 170mila euro, ma il progetto verrà, poi, esteso anche a chi supera la soglia imposta, successivamente anche ai dipendenti che appartengono a differenti fasce di reddito e poi ai pensionati. La novità in merito al secondo acconto Irpef non riguarda i contributi previdenziali dovuti da artigiani e commercianti riguardanti la quota eccedente il minimale.

Gusmeroli ha inoltre affermato:

“Andando a regime si può ridurre la ritenuta d’acconto o addirittura abolire la ritenuta d’acconto, vuol dire una serie di complicazioni in meno enormi”.

La situazione partite Iva in Italia

Attualmente in Italia la situazione delle partite Iva è altalenante. Tra maggio e giugno nel 2022 sono state aperte 125.392 partite Iva mentre nel 2023, considerando il medesimo periodo dello scorso anno, quelle nuove sono 118.215: si tratta di un calo di 7.177 posizioni in un solo anno. I dati dell’osservatorio statistico del Ministero dell’Economia registrano una flessione di 6,1 punti percentuali.

Con l’abolizione dell’acconto di novembre si stima che sono più di 3 milioni le attività che avranno la possibilità di rateizzare gli acconti da gennaio a giugno 2024. Spesso, come ricordato dal firmatario della proposta Gusmeroli, sono diverse le partite Iva costrette a chiedere un prestito in banca per pagare l’acconto di novembre. La proposta consentirebbe di avere una gestione più efficiente del carico fiscale e pianificare al meglio le risorse finanziare per le partite Iva che potrebbero prevedere al meglio le uscite.

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