Raduno della Lega a Pontida, autonomia e contratto in sei punti

Vincenzo Caccioppoli

19 Settembre 2022 - 20:45

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Dopo lo stop per il Covid, torna il raduno leghista a Pontida. Salvini parla di autonomia e propone il contratto di governo in sei punti.

Raduno della Lega a Pontida, autonomia e contratto in sei punti

Mancava da tre anni il consueto appuntamento della Lega con Pontida, il raduno essenza stessa del leghismo. In passato tutto era molto più ritualistico, con la benedizione delle acque del Po, il sacro giuramento e il solenne momento dell’inno del Va Pensiero. Era il periodo del primo berlusconismo che poi è proseguito nei primi anni ’00, quando la Lega, nata come movimento nordista, riusciva a diventare un perno della politica italiana.

Con Matteo Salvini alla guida del partito, questo spirito solenne è venuto un po’ meno, perché la Lega ha mutato la propria caratterizzazione da regionale a nazionale, con una presenza di elettori consistente anche nel profondo Sud. Dopo la pausa causa Covid, il raduno di quest’anno a molti è sembrato una sorta di ritorno alle origini. Non è un caso che il segretario abbia aperto il suo discorso, proprio con un omaggio al vecchio senatore fondatore della Lega, Umberto Bossi.

Erano 100mila, secondo gli organizzatori, i militanti e simpatizzanti del partito che si sono dati appuntamento in questo luogo simbolico, molti meno per la questura. Il fulcro, tuttavia, è che alla Lega e al suo segretario serviva un simile appuntamento con le proprie radici, proprio in uno dei momenti più delicati della sua storia.

La Lega e il suo segretario stanno scontando da mesi il cambio a 360° che Salvini ha operato da quando ha preso in mano le redini del partito. Uno sforzo che ha portato la Lega da un misero 4%, che ormai sembrava relegarlo a un mini partito destinato all’estinzione, a essere il primo partito con il clamoroso 34% raggiunto alle europee del 2018.

Ora è il momento di ricompattarsi e di resistere di fronte agli attacchi subiti in questi mesi. Il segretario ha mostrato certamente una resilienza e uno spirito di sacrificio non comuni, e questo la sua gente glielo riconosce e mostra durante il suo discorso di apprezzare apertamente comunque le sue azioni, ma il futuro sembra prevedere per la Lega una nuova esperienza di governo assieme ai suoi alleati naturali del centrodestra.

Nella città del giuramento, Matteo Salvini propone un contratto in sei punti, che fa sottoscrivere a ministri, governatori e capigruppo. Sei temi che la Lega porterà sul tavolo del governo, se gli elettori premieranno la coalizione, e che diventeranno oggetto di confronto con gli alleati: caro bollette e nucleare sicuro; autonomia regionale; flat tax al 15% e pace fiscale; via la legge Fornero e sì a Quota 41; blocco degli sbarchi e ritorno ai decreti Sicurezza; giustizia giusta.

Tutti, a cominciare proprio da Giorgetti, Zaia e Fedriga che sembravano pronti a sostituire Salvini, sembrano remare con convinzione verso un obiettivo comune, che pone in primo piano, ancora una volta, l’autonomia, una battaglia storica che la Lega ripropone con forza e convinzione, forse anche per marcare la differenza con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, sempre più forte all’interno della coalizione di centrodestra.

La Lega, come tutti i partiti tradizionali, è dovuta tornare alle proprie origini per ritrovare la forza di ricompattarsi per riprendere il ruolo da protagonista, ricoperto per anni nella politica nostrana. Perché Salvini e la Lega sono pronti a governare, ma questa volta per cinque lunghi anni, e fare quelle riforme che da tempo la sua gente chiede a gran voce.

Pontida diventa un punto di arrivo e un luogo simbolico per una nuova ripartenza, da sigillare con un giuramento di fedeltà e unità.

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