Questo Paese europeo rischia una crisi del debito senza precedenti

Violetta Silvestri

26 Maggio 2024 - 09:52

Il debito privato a livelli record sta mettendo in serio pericolo un Paese dell’Europa del Nord: la Norvegia sta per scoppiare per una crisi debitoria storica?

Questo Paese europeo rischia una crisi del debito senza precedenti

La prossima bomba del debito pronta a esplodere sarà nel Nord Europa dove nessuno si aspetta una crisi del genere.

In Norvegia, negli ultimi 15 anni le imprese e le famiglie non hanno fatto altro che aumentare il loro debito. Questo potrebbe rapidamente diventare un grosso problema nel giro di pochi anni. Le crisi del debito e finanziarie, infatti, di solito iniziano nel settore privato, non in quello pubblico secondo alcuni analisti.

Una conseguenza diretta della rapida crescita del debito privato norvegese – così come del lento aumento dei salari negli ultimi 15-20 anni – è che le aziende e le famiglie norvegesi utilizzano una percentuale record del loro reddito per pagare gli interessi dei loro debiti: dal 28,5% nel 2022 al 34,3% nel settembre 2023, secondo i dati della Banca dei regolamenti internazionali. La percentuale è ora maggiore rispetto a prima della crisi finanziaria, nonostante il fatto che oggi i tassi di interesse siano più bassi. È anche molto più grande che nella maggior parte degli altri Paesi. C’è un allarme in Norvegia?

La Norvegia sull’orlo di una crisi del debito per 3 motivi

Finora la condizione di alto debito privato non ha minato la stabilità del Paese, soprattutto grazie al basso tasso di disoccupazione, il che significa che la maggior parte delle persone è in grado di onorare il proprio debito purché riduca i consumi.

Tuttavia, è chiaramente preoccupante che i consumi privati ​​– il motore più importante della crescita economica – siano tornati ai livelli del 2019 misurati in volume. In questo contesto, la Norvegia potrebbe scivolare in una crisi profonda, per almeno tre motivi.

In primo luogo, non c’è motivo di credere che la crescita del debito privato rallenterà. L’edilizia abitativa, ad esempio, è completamente crollata e risulta piuttosto incredibile che la costruzione di alloggi diminuisca più rapidamente in Norvegia che in Cina, un paese che ha già abbastanza case vuote per ospitare il doppio della popolazione norvegese. Soprattutto a Oslo e in altre città ad alta crescita demografica, ciò porterà a prezzi delle case più alti e a un rapporto prestito/valore più elevato per gli acquirenti.

Poi, un secondo allarme è che sia i tassi di interesse che l’inflazione si stabilizzino a un livello più elevato. Una maggiore probabilità di shock geopolitici e legati al clima può portare nel tempo a prezzi elevati delle materie prime, mentre l’attenzione su linee di approvvigionamento sicure e stabili porterà a un aumento dei prezzi per molti beni.

In combinazione con una corona debole, ciò significa che la Norges Bank molto probabilmente dovrà mantenere il tasso di riferimento a un livello più elevato. Le famiglie e le imprese devono quindi essere pronte a utilizzare una quota ancora maggiore del proprio reddito per onorare il debito, con conseguenze negative sui consumi privati, sugli investimenti privati ​​e, in ultima analisi, sulla crescita economica.

Infine, anche un basso tasso di disoccupazione non è una garanzia a lungo termine. Poiché non esiste un buon piano per ciò che farà la Norvegia una volta terminato il boom del petrolio e del gas, non esiste nemmeno una soluzione per tutti i lavoratori di quell’industria tra 20-30 anni. Anche la Svezia, dove il rapporto debito/PIL è elevato e la disoccupazione è doppia rispetto a quella norvegese, sta attraversando una fase di recessione.

La Norvegia è quindi sulla buona strada per ritrovarsi in un contesto di elevato debito privato, con un effetto domino preoccupante per l’economia.

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