Cerchi un Paese dove trasferirti per lavoro? Qui guadagni in media 80.000 euro l’anno e lavori solo 35 ore a settimana. E in alcuni casi ti supportano anche per l’alloggio.
Nel Nord Europa c’è un Paese che rappresenta il modello ideale per molti lavoratori: stipendi tra i più alti dell’area Ocse e un perfetto equilibrio tra vita professionale e privata. Si tratta dell’Islanda, dove da oltre 6 anni è stato introdotto il modello di settimana corta con 4 giorni lavorativi a livello nazionale, con ottimi risultati raggiunti.
Il tutto senza impattare sulla produttività, tanto che le aziende islandesi hanno continuato a erogare stipendi molto elevati, tanto da risultare al primo posto dei Paesi dove si guadagna di più secondo la più recente indagine - JP Salari Outlook - condotta dall’Ocse.
Andare a lavorare in Islanda quindi potrebbe essere una buona opportunità per cambiare vita e ripartire in un Paese dove ci sono ottime opportunità di lavoro e guadagno, specialmente per alcuni profili professionali. E attenzione, perché cercare un lavoro in Islanda non è così complicato come si può pensare, basta partire dai canali giusti. È stato sufficiente un rapido controllo, infatti, per trovare degli annunci di lavoro rivolti anche agli italiani, purché in possesso di determinati requisiti, a partire dalla conoscenza della lingua inglese.
A tal proposito, ecco quali sono gli ultimi annunci di lavoro provenienti dall’Islanda, nonché quali sono le professioni più cercate in uno di quei Paesi dove trasferirsi può risultare una scelta vincente.
L’Islanda sta assumendo, ecco in quali profili
Sul portale Eures - dedicato alla raccolta delle offerte di lavoro provenienti dai singoli Paesi Ue - ci sono 20 annunci di lavoro che arrivano dall’Islanda. Annunci a cui possono candidarsi anche gli italiani ovviamente, fermo restando che la conoscenza della lingua - l’islandese è quella ufficiale, ma basta parlare benissimo l’inglese per potersi trasferire senza problemi - rappresenta un requisito fondamentale.
Nel dettaglio, al momento l’Islanda cerca soprattutto personale nei settori dell’edilizia, del turismo, della ristorazione, dell’assistenza alla persona, della bellezza e delle pulizie domestiche.
I profili richiesti spaziano da figure altamente qualificate come project manager per imprese di costruzione, capi cantiere e tecnici specializzati, a ruoli operativi come intonacatori, carpentieri, conduttori di macchinari per la lavorazione dei metalli, addetti alle pulizie e operatori in lavanderia.
Ampio spazio è riservato anche al settore dei servizi alla persona, con offerte per operatori socio-assistenziali e support staff per strutture dedicate a persone con disabilità, oltre che alla ristorazione e al turismo, dove si cercano cuochi, camerieri, receptionist, addetti alla cucina e guide per la pesca a mosca nei mesi estivi.
Non mancano poi posizioni nel settore della bellezza, come parrucchieri, estetiste e massaggiatori.
Alcuni contratti sono stagionali, altri a tempo indeterminato, spesso con possibilità di orario full-time. In molti casi è previsto anche il supporto per l’alloggio e in tutti è richiesta un’ottima conoscenza dell’inglese; la conoscenza dell’islandese o di altre lingue come il russo, lo spagnolo o persino il vietnamita rappresenta un vantaggio.
Lavori per soli 4 giorni a settimana in Islanda
Come anticipato, uno dei vantaggi di trasferirsi in Islanda per lavoro è quello per cui in molti contesti lavorativi - l’elenco si sta pian piano allungando - si adotta la settimana lavorativa di quattro giorni, anche se non si tratta ancora di una regola universale.
Il Paese ha iniziato a sperimentare questo modello già nel 2015, coinvolgendo inizialmente circa 2.500 lavoratori; i risultati positivi ottenuti in termini di produttività, benessere e soddisfazione di lavoratori e aziende hanno portato, nel 2019, a un’estensione significativa della misura, che è oggi riconosciuta nei contratti collettivi di lavoro con il diritto a una settimana lavorativa di 35 ore a parità di retribuzione.
Dal 2021, questo sistema è diventato parte integrante del panorama lavorativo islandese, contribuendo anche alla crescita economica del Paese: solo nel 2023, il Pil è aumentato del 5%, uno dei tassi più alti in Europa.
La riduzione dell’orario ha migliorato l’equilibrio tra vita privata e professionale, con l’80% dei lavoratori che si dichiara soddisfatto e oltre il 60% che riferisce benefici tangibili per la salute mentale e fisica. Un modello che incontra perfettamente le aspettative della Generazione Z, da tempo alla ricerca di maggiore flessibilità e qualità della vita sul lavoro.
Lo stipendio è tra i più alti dell’area Ocse
L’aspetto economico poi non va assolutamente sottovalutato. Secondo lo studio JP Salary Outlook dell’Ocse, in cui sono stati presi in esame ben 34 Stati dell’area, l’Islanda si pone in cima alla classifica con uno stipendio medio che sfiora gli 80.000 euro, fermandosi solo a 79.473 euro.
Sul podio si colloca anche il Lussemburgo - di cui abbiamo già parlato - con uno stipendio medio di 78.310 euro e gli Stati Uniti con 77.463 euro. E L’Italia? Con uno stipendio medio di 44.893 euro siamo nella top 20, ma comunque molto lontani dalle prime posizioni. Va detto comunque che il tutto anche proporzionato al costo della vita, molto più alto in Islanda rispetto a noi.
Tuttavia, anche se il costo della vita è più alto, il potere d’acquisto di chi lavora in Islanda resta più che positivo. Secondo la classifica europea che tiene conto del purchasing power standard (Pps), ossia quella moneta artificiale che consente di confrontare i dati sul reddito tra Paesi con diverso costo della vita, per quanto riguarda il potere d’acquisto in Europa chi lavora in Islanda è dietro solamente ai lavoratori svizzeri e tedeschi, facendo molto meglio dell’Italia (che è persino al di sotto della media europea).
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