Le carni non sono tutte uguali e alcune sono molto più pericolose di altre. Scopriamo quelle che dovremmo togliere subito dalla dieta
La carne continua a essere uno degli alimenti più consumati al mondo. Purtroppo però è anche uno dei più pericolosi per la salute dell’uomo e uno dei meno sostenibili per il pianeta. Ovvero uno dei primi che dovremmo escludere dai pasti per mangiare sano.
Anche all’interno della macrocategoria “carne”, però, ci sono alcuni alimenti che si distinguono in negativo. Scopriamo quali sono i peggiori per la nostra salute e quelli la cui produzione inquina di più.
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La carne rossa fa davvero male?
A inizio 2025 un autorevole studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications e condiviso dall’Airc, fondazione che da 60 anni si occupa di ricerca sul cancro, ha confermato quello che si dice da anni: il consumo di carni rosse, in particolar modo di affettati e insaccati, aumenta il pericolo di sviluppare alcune forme di cancro molto pericolose.
A scanso di equivoci, è opportuno sottolineare che nessuna malattia è legata direttamente al consumo di questo tipo di carne. Sono il consumo prolungato e un regime alimentare troppo ricco di carni rosse e lavorate ad aumentare notevolmente il rischio di sviluppare tumori e altre problematiche come il diabete, le malattie cardiovascolari e quelle neuro-degenerative.
La selvaggina è pericolosa per l’uomo?
Il dibattito sulla selvaggina è ancora aperto e chi ne sostiene il consumo sottolinea come la cacciagione sia meno pericolosa, in quanto non trattata con farmaci e nutrita soltanto con sostanze naturali.
Ma questo non significa che mangiare selvaggina sia un’abitudine senza nessun tipo di rischio. Gli animali selvatici “combattono” ogni giorno con parassiti, batteri e virus che possono essere trasmessi all’uomo se la carne non viene adeguatamente cotta e trattata.
Per questo motivo gli esperti di salute e nutrizione consigliano di evitare sempre salumi fatti in casa, carni troppo frollate o animali eviscerati in maniera non professionale.
Se vogliamo salvare l’ambiente dovremmo dire addio alla carne di manzo
Fin qui abbiamo parlato dei pericoli per la salute associati al consumo di carne. Ma la produzione e il trattamento di questo alimento ha un impatto sull’ambiente incredibilmente negativo.
Un recente studio della Sima, la Società Italiana di Medicina Ambientale, ha messo in fila gli alimenti la cui produzione “pesa” di più a livello ambientale.
In cima alla classifica troviamo la carne di manzo. Per produrne appena un chilo, secondo gli esperti, vengono rilasciati nell’atmosfera quasi 60 kg di CO2 (tenendo conto di tutti i passaggi della filiera produttiva).
Gli altri cibi inquinanti
Nella ricerca di Sima troviamo al secondo posto un’altra tipologia di carne: quella di agnello con 24,5 kg di CO2 prodotti per ogni chilo.
Risultati confermati da un altro studio condotto dall’Università di Oxford e incentrato sui prodotti venduti nei principali supermercati del Regno Unito. A “vincere” la classifica dei cibi più inquinanti (valutati in base a consumo del suolo e dell’acqua, emissioni di gas serra e potenziale di eutrofizzazione acquatica) sono stati ancora manzo e agnello, seguiti a ruota da altri alimenti di origine animale come salumi e formaggi.
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