Queste 3 banche centrali stanno per sconvolgere i mercati

Violetta Silvestri

18/09/2023

18/09/2023 - 10:54

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Da 3 importanti banche centrali stanno per arrivare messaggi cruciali per la finanza mondiale: perché i mercati possono essere sconvolti nei prossimi giorni?

Queste 3 banche centrali stanno per sconvolgere i mercati

Riflettori accesi su 3 banche centraliche a partire da mercoledì 20 settembre possono sconvolgere i mercati e offrire nuovi spunti per investitori e analisi su quanto davvero stabile saranno economia e finanza globali.

Tassi di interesse, inflazione e conseguenze su mutui, mercato immobiliare, crescita, investimenti, rendimenti obbligazionari sono ormai i temi cruciali per le Borse globali e per le previsioni economiche mondiali. Temi, appunto, fortemente legati alle decisioni delle principali banche centrali.

Dopo la Bce, che ha aumentato ancora il costo del denaro al 4,50%, è la volta di Federal Reserve, Bank of England e Bank of Japan. Vista l’importanza dei Paesi rappresentati, le loro scelte e previsioni sono davvero molto attese. I mercati potrebbero subire nuove scosse. Ecco perché.

1. Fed tra pausa sui tassi e nuove proiezioni

L’impegnativa settimana delle banche centrali inizia con la Fed. I mercati sono quasi certi che manterrà i tassi stabili a settembre e sono divisi sull’eventualità di un altro rialzo quest’anno. In un sondaggio Reuters tra economisti, il 20% se ne aspetta ancora almeno uno.

I mercati continuano ad aspettarsi tagli dei tassi il prossimo anno, anche se alcuni sostengono che ciò potrebbe essere prematuro. Proprio questa indecisione sarà al centro dell’attenzione quando Powell parlerà in conferenza stampa e in vista delle nuove proiezioni aggiornate (dot plot). Le scosse in Borsa potrebbero arrivare proprio da qui.

Secondo la maggioranza dei principali economisti accademici intervistati dal Financial Times, la Federal Reserve americana sfiderà le aspettative degli investitori e aumenterà i tassi di interesse di almeno un altro quarto di punto.

Oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato di aspettarsi che la Fed alzerà i tassi due o più volte rispetto all’attuale livello di riferimento del 5,25-5,5%, il massimo in 22 anni.

Mentre le pressioni inflazionistiche si sono attenuate e il mercato del lavoro si sta indebolendo, molti economisti intervistati temono che lo slancio di fondo della più grande economia mondiale sia ancora troppo forte e che l’inflazione diventerà più difficile da sradicare

Gordon Hanson, professore alla Harvard Kennedy School, ha dichiarato: “Proprio come si temeva che la Fed fosse troppo lenta nel reagire, non si vuole che essa sia troppo veloce nel rilassarsi”.

Jerome Powell, comunque, ha chiarito il mese scorso che erano sul tavolo ulteriori aumenti, e la banca centrale è profondamente preoccupata per l’inflazione che potrebbe subire una nuova accelerazione se le condizioni finanziarie si allentassero. In più, è tornato l’allarme prezzi del petrolio, con la benzina che ha già fatto registrare aumenti negli Usa.

2. Tante insidie per Bank of England

Le aspettative per la Banca d’Inghilterra sono per un ultimo rialzo a settembre, poiché pesa su un’inflazione del 6,8%, con segnali di stress sull’economia e rinnovati discorsi su una “lieve recessione”.

Gli analisti di BNP Paribas hanno affermato di aspettarsi un “rialzo accomodante” finale a settembre, poiché la crescita dei salari e le pressioni inflazionistiche si combinano con l’indebolimento degli indicatori dell’attività.

Il mercato dei mutui è però un’altra area di debolezza, con i pagamenti in arretrato che hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi sette anni nei tre mesi fino a giugno. Anche per questo, il quindicesimo aumento dei tassi in questo ciclo potrebbe essere l’ultimo.

Capital Economics ha affermato che un aumento di un quarto di punto “sarà l’ultimo di questo ciclo”, mentre Deutsche Bank ha affermato che dopo che la BoE alzerà i tassi al 5,5% giovedì, “la porta per una pausa è aperta”.

I mercati finanziari si sono mossi per assumere la stessa posizione. Alla fine della scorsa settimana, stavano ancora scontando un aumento dei tassi di un quarto di punto giovedì e lo consideravano il picco.

La grande incognita per gli economisti sia dentro che fuori la BoE sono i dati sull’inflazione di agosto, che saranno pubblicati mercoledì, un giorno prima dell’annuncio della decisione sul tasso.

Il tasso di crescita dei prezzi si è attestato al 6,8% a luglio e si prevede che salirà al 7,1% circa a seguito dell’aumento dei prezzi della benzina e del diesel lo scorso mese, nonché dell’aumento delle tasse sull’alcol.

3. Attenzione al Giappone

I recenti commenti del governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda hanno incendiato il mercato dei titoli di Stato giapponesi, facendo salire i rendimenti di riferimento sopra lo 0,7% per la prima volta in quasi un decennio.

La scintilla è stata un’improvvisa inclinazione da falco: solo poche settimane dopo aver raddoppiato il tetto del rendimento a 10 anni all’1%, Ueda parlava della possibile fine dei tassi a breve termine negativi entro la fine dell’anno.

La decisione politica della BOJ e la conferenza stampa del 22 settembre sono quindi diventate cruciali: in primo luogo, per scoprire se è in corso un’altra modifica politica, e poi per vedere se Ueda chiarisce la sua posizione.

Il governatore ha ripetutamente sottolineato la necessità di mantenere una politica monetaria ultra-espansiva finché il Giappone non riuscirà a raggiungere in modo sostenibile l’obiettivo del 2% della banca, sostenuto da una solida crescita dei consumi e dei salari.

Da evidenziare che, mentre l’aumento dei costi delle materie prime sta spingendo al rialzo i prezzi, il Giappone deve ancora raggiungere l’inflazione sostenuta e guidata dalla domanda del 2% a cui punta la banca centrale.

La politica monetaria del Giappone è osservata da vicino anche perché gli investitori detengono molto debito estero. Se i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi aumentano con una politica monetaria che diventa più aggressiva, gli investitori sono portati a disfarsi delle obbligazioni straniere, come quelle Usa. I mercati, così, riceveranno una scossa.

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