Questa grande casa automobilistica ha già perso 1 miliardo di dollari a causa dei dazi

Alessandro Nuzzo

23 Luglio 2025 - 21:40

Nel secondo semestre l’utile netto è in calo del 32%. Colpa sopratutto dei dazi imposti dal presidente Donald Trump.

Questa grande casa automobilistica ha già perso 1 miliardo di dollari a causa dei dazi

La più grande casa automobilistica statunitense, General Motors, ha chiuso anche il secondo trimestre del 2025 con risultati in calo. L’azienda ha comunicato un utile netto pari a 3 miliardi di dollari, in calo del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il principale responsabile di questa flessione è la politica dei dazi imposta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che sta colpendo duramente non solo General Motors, ma l’intero settore dell’automotive. Secondo le stime, i dazi hanno avuto un impatto negativo complessivo di circa 1,1 miliardi di dollari: 800 milioni dovuti all’aumento dei costi di componenti e materie prime, e altri 300 milioni legati a effetti indiretti come oneri normativi aggiuntivi e costi amministrativi.

Nonostante tutto, grazie all’aumento dei prezzi, a una domanda sostenuta in alcuni mesi e a un rigoroso contenimento dei costi, GM è riuscita a mantenere elevata la redditività annuale. Senza l’impatto delle misure tariffarie, l’utile trimestrale sarebbe stato di circa 4,3 miliardi di dollari. I ricavi sono scesi del 2%, attestandosi a 47 miliardi di dollari, mentre gli utili rettificati per azione sono passati da 3,06 a 2,53 dollari.

Prospettive del terzo trimestre non ottimistiche

Le prospettive per il terzo trimestre non sono ottimistiche: l’azienda prevede un impatto negativo ancora maggiore, con perdite complessive annue comprese tra 4 e 5 miliardi di dollari. Tuttavia, GM ha rassicurato gli investitori affermando che i danni saranno comunque gestibili grazie a una revisione della strategia produttiva. Secondo i dirigenti, questa transizione richiederà tempo, ma sono già emersi segnali positivi: nella prima metà dell’anno, GM ha registrato un fatturato record di 91 miliardi di dollari, trainato in particolare dalla forte domanda di aprile e maggio, quando molti clienti hanno anticipato gli acquisti temendo ulteriori rincari.

In risposta alla volatilità legata ai dazi, l’azienda ha deciso di sospendere il programma di riacquisto di azioni e di rinviare la pubblicazione del primo rendiconto finanziario trimestrale dell’anno.

Dal punto di vista operativo, GM sembra stia riconcentrando l’attenzione sui veicoli convenzionali, con un investimento da 4 miliardi di dollari negli stabilimenti di Michigan, Kansas e Tennessee per aumentare la produzione di modelli popolari come l’Escalade e i pick-up.

A pesare su questa scelta è la prevista eliminazione dei crediti d’imposta: 7.500 dollari per i nuovi e 4.000 per gli usati. Inoltre, la rimozione delle sanzioni per il mancato rispetto delle norme sul risparmio di carburante favorisce ulteriormente un ritorno ai motori a benzina.

Eppure, le vendite di veicoli elettrici sono cresciute del 111% nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente, con Chevrolet che è diventato il secondo marchio EV più venduto negli Stati Uniti.

«La nostra visione a lungo termine rimane focalizzata sulla produzione redditizia di veicoli elettrici. Continueremo ad adattarci all’evoluzione della domanda, mantenendo al centro i clienti, i nostri marchi e una struttura produttiva flessibile, sfruttando al massimo i nostri investimenti nazionali in batterie e tecnologie per migliorare la redditività», ha dichiarato Mary Barra, amministratrice delegata di General Motors.

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