Mercedes aveva riposto grandi aspettative sulla versione elettrica di questo modello iconico ma al momento le vendite non decollano.
Mercedes è un marchio automobilistico da sempre incline alla sperimentazione. In quest’ottica ha deciso di elettrificare uno dei suoi modelli più iconici, la Mercedes-Benz Classe G. L’intento era trasformare il celebre SUV in un simbolo di lusso sostenibile. Tuttavia, il risultato commerciale si sta rivelando ben lontano dalle aspettative: l’auto è un flop.
Secondo quanto riportato dal quotidiano tedesco Handelsblatt, un dirigente Mercedes avrebbe dichiarato: «L’auto è ferma come piombo nei concessionari; è un fiasco totale». Un altro manager l’ha definita «un modello di nicchia, con volumi di vendita molto bassi». Dopo un anno sul mercato, al 30 aprile 2025, risultano vendute appena 1.450 unità della versione elettrica. Numeri decisamente deludenti se confrontati con le 9.700 unità della tradizionale Classe G endotermica vendute nello stesso periodo.
Il flop emerge con chiarezza in mercati strategici come Cina e Stati Uniti. In particolare, il mercato cinese, considerato da tempo un banco di prova per la mobilità elettrica e un termometro delle tendenze globali, ha registrato solo 58 immatricolazioni in un mese. Anche negli Stati Uniti, patria per eccellenza dei grandi SUV, le vendite sono state altrettanto tiepide, nonostante l’imponente campagna pubblicitaria.
Nei Paesi Bassi boom di vendite
C’è però un’eccezione. Nei Paesi Bassi, noti per la forte attenzione alla sostenibilità e per gli incentivi a favore della mobilità elettrica, il modello sta ottenendo risultati discreti. In un anno sono state immatricolate 104 unità, di cui 80 solo nei primi mesi del 2025. Un numero modesto ma significativo, che testimonia una maggiore apertura culturale e fiscale nei confronti della transizione green. Inoltre, qui la versione elettrica, proposta a circa 150.000 euro, risulta economicamente più vantaggiosa rispetto alla variante diesel, che parte da oltre 200.000 euro.
Ma perché la Classe G elettrica convince così poco altrove? Secondo Mercedes, la risposta è legata a fattori sia tecnici che emotivi. «La gente vuole una vera Classe G, con sei o otto cilindri», ha affermato un dirigente della casa tedesca. In pratica, la clientela storica del modello cerca ancora l’esperienza motoristica tradizionale, fatta di potenza, rombo e prestazioni robuste. I numeri lo confermano: per ogni Classe G elettrica venduta, se ne acquistano sette con motore endotermico.
A pesare, però, è anche un limite tecnico concreto: l’autonomia. Nonostante i suoi 579 cavalli, il SUV elettrico offre appena 385 chilometri con una carica completa, un valore ben al di sotto della media per i concorrenti premium, che spesso superano i 500 o 600 km reali. Questo deficit ha sollevato dubbi sulla reale praticità del mezzo, soprattutto in un segmento dove l’autonomia è un requisito chiave, anche per ragioni di prestigio e status.
Nonostante le difficoltà, Mercedes-Benz non ha intenzione di abbandonare il terreno dell’elettrico. Anzi, guarda avanti e rilancia. È già in fase avanzata di sviluppo la «Classe G Mini», una versione più compatta, leggera ed efficiente del celebre fuoristrada, pensata per le città e per un pubblico più giovane e attento all’ecosostenibilità. Il nuovo modello, atteso entro il 2027, potrebbe diventare l’occasione per rilanciare l’immagine della Classe G elettrica e guadagnare terreno nel competitivo mercato dei SUV a zero emissioni.
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