Furto storico al Louvre: rubati gioielli di Napoleone. Ecco quanto valgono i preziosi pezzi rubati e a che punto sono le indagini.
Rapina in pieno giorno al Louvre: i ladri hanno portato via alcuni gioielli di Napoleone. Quello che è accaduto questa mattina al più famoso museo francese può sembrare un’impresa degna del famigerato Lupin, il ladro nato dalla penna di Maurice Leblanc, eppure è tutto vero. Questa mattina un gruppo di ladri si è introdotto durante l’apertura del museo, sfondando i vetri e fuggendo a bordo di uno scooter TMax.
Il colpo, rapidissimo e pianificato nei minimi dettagli, ha preso di mira la Galleria d’Apollon, uno dei luoghi più prestigiosi del Louvre, che custodisce preziose collezioni storiche e gioielli appartenuti a Napoleone Bonaparte e alla sua imperatrice. Tra gli oggetti sottratti figurano una collana, una spilla e una tiara, pezzi unici che raccontano la storia di un’epoca di fasto e potere.
Il furto ha causato grande scalpore non solo per il valore materiale dei gioielli, ma anche per il loro inestimabile valore storico e culturale. Ma quanto valgono i gioielli sottratti allo Stato francese? Ecco tutto quello che c’è da sapere e a che punto sono le indagini.
Rapina al Louvre, quanto valgono i gioielli di Napoleone rubati?
Attribuire un valore preciso ai gioielli rubati al Louvre è praticamente impossibile. L’assenza di un inventario pubblico degli oggetti trafugati, infatti, impedisce qualunque stima ufficiale. Tuttavia, la semplice possibilità che tra i beni vi siano quelli imperiali fa sì che la refurtiva abbia un valore multimilionario.
Storici e esperti sottolineano che, già all’inizio del XIX secolo, la collezione imperiale comprendeva decine di migliaia di pietre preziose: solo nel 1814 circa 65 mila tra diamanti, perle, rubini, zaffiri e smeraldi. E anche se molti pezzi furono dispersi dopo la caduta dell’Impero, una parte è rimasta in mano pubblica o del museo del Louvre.
Il valore di ciascun pezzo varia enormemente in funzione di più fattori: purezza delle pietre, rarità, conservazione, ma soprattutto la tracciabilità storica. Un diamante anonimo può valere da sé centinaia di migliaia di euro, ma un gioiello di Napoleone o a Giuseppina Bonaparte può superare le decine di milioni d’euro.
Il rischio maggiore è che i gioielli finiscano nel mercato nero, smembrati o modificati per mascherarne l’origine, rendendo praticamente impossibile il recupero. Oltre al valore economico, il furto rappresenta quindi un danno irreparabile alla memoria storica e alla cultura universale.
Rapina al Louvre, a che punto sono le indagini?
Le indagini sul furto procedono a ritmo serrato, ma le autorità mantengono massimo riserbo sui dettagli. Fonti investigative confermano che i ladri hanno agito con precisione, sfondando teche di vetro blindato e selezionando oggetti ben identificati. Il colpo è durato pochissimi minuti e gli autori sono fuggiti velocemente, aumentando la complessità delle operazioni investigative.
Le forze dell’ordine stanno esaminando immagini di sorveglianza e raccolte di prove scientifiche all’interno della Galleria d’Apollon, mentre unità specializzate in crimini culturali collaborano con l’Interpol per monitorare eventuali tentativi di vendita clandestina dei gioielli. Ogni ora che passa rende più difficile il tracciamento, soprattutto se i pezzi vengono smembrati o modificati. Parallelamente, il Louvre e il Ministero della Cultura francese coordinano le attività di sicurezza per prevenire ulteriori colpi e tutelare il patrimonio restante.
Il furto ha aperto un dibattito sulla vulnerabilità dei musei, anche dei più prestigiosi, di fronte a criminali altamente specializzati. Gli esperti sperano che la combinazione di sorveglianza, informazioni storiche sui gioielli e collaborazione internazionale possa portare al recupero dei preziosi. Nel frattempo, il mondo resta in attesa a guardare.
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