Quanto costa abortire in Italia?

Veronica Caliandro

4 Giugno 2025 - 12:37

Quanto costa abortire in Italia e cosa prevede la normativa vigente? Entriamo nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.

Quanto costa abortire in Italia?

Il diritto all’aborto è un tema delicato e tra i più discussi di sempre. C’è chi ritiene che non sia effettivamente applicato e che dovrebbe essere ampliato al fine di favorire l’autodeterminazione delle donne. Al contempo c’è invece chi sostiene che dovrebbe essere limitato a casi eccezionali, in virtù del rispetto della vita.

Una questione estremamente complessa dal punto di vista etico, di cui comunque non mancano determinati riferimenti normativi. L’aborto, infatti, è un diritto garantito dalla legge in Italia. Spesso, però, è difficile rinvenire le informazioni su come accedervi, costi ed eventuali alternative all’estero. Entriamo quindi nei dettagli per conoscere maggiori dettagli sul funzionamento e costo dell’interruzione volontaria di gravidanza.

Aborto in Italia, cosa dice la legge

Nel nostro Paese l’interruzione volontaria della gravidanza è regolata dalla legge numero 194 del 22 maggio 1978. In particolare, in base all’articolo 4 della legge in questione:

«Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito, si rivolge ad un consultorio pubblico [...] o a una struttura sociosanitaria a ciò abilitata dalla regione, o a un medico di sua fiducia».

Oltre i 90 giorni l’aborto può essere praticato solo quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna; oppure siano stati attestati dei processi patologici, tra cui quelli che certificano rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che possono divenire causa di un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Ogni donna può scegliere liberamente di abortire. Nessuno può negare tale diritto e nessun altro ha il potere di decidere in sua vece, nemmeno il futuro padre. Quest’ultimo ha diritto a essere coinvolto dalla struttura ospedaliera, ad esempio per offrire soluzioni alternative e dare il suo appoggio, ma la donna può estrometterlo dalla scelta definitiva.

Anche le minorenni possono abortire, purché abbiano il consenso dei genitori o del tutore. Chi esercita la potestà genitoriale, è bene sottolineare, deve tenere conto della volontà del minore. In caso contrario la ragazza può rivolgersi al giudice tutelare, che a sua volta deve fornire una risposta entro 5 giorni dalla ricezione del fascicolo ricevuto dal Consultorio familiare. Quest’ultimo deve inviare la relazione entro 7 giorni dalla richiesta.

Come fare l’interruzione di gravidanza in Italia

Per iniziare il percorso di interruzione volontaria di gravidanza, la donna può rivolgersi ad un consultorio familiare, il medico di medicina generale, un ginecologo di fiducia o una struttura ospedaliera pubblica. Nel corso del colloquio il medico fornisce le informazioni sui diritti della donna, sulle alternative e sulle modalità disponibili. Al termine, viene redatto un certificato medico che attesta la richiesta di interruzione volontaria della gravidanza, appositamente firmato dalla donna.

Salvo casi di urgenza la legge prevede un periodo di riflessione di 7 giorni tra la richiesta e l’intervento. In situazioni urgenti, il medico può rilasciare un certificato di urgenza, permettendo di procedere senza attendere. Esistono principalmente due modalità di interruzione volontaria della gravidanza.

  • Aborto farmacologico: utilizzabile fino a 9 settimane di gestazione, prevede la somministrazione di due farmaci, ovvero il mifepristone (RU486) seguito da misoprostolo dopo 36-48 ore. Il processo può richiedere diversi giorni, con controlli successivi per verificare l’avvenuta espulsione.
  • Aborto chirurgico: eseguito fino a 14 settimane di gestazione, consiste nell’aspirazione del contenuto uterino, con anestesia locale o generale. L’intervento dura circa 10-20 minuti e solitamente avviene in day hospital, con dimissione in giornata.

Per capire quanto duri complessivamente questo percorso bisogna considerare un giorno per la consultazione iniziale e il rilascio del certificato. Se non urgente, si aggiungono 7 giorni per il periodo di riflessione. La procedura, se farmacologica, richiede più accessi e può durare diversi giorni. L’interruzione della gravidanza chirurgica, invece, generalmente risulta completa in giornata. A tutto ciò si aggiunge un controllo post-intervento, programmato entro 14-21 giorni.

Quanto costa abortire? I prezzi nel pubblico e nel privato

Se eseguita tramite il Servizio sanitario nazionale l’interruzione volontaria di gravidanza è gratuita, a prescindere dal fatto che si tratti di aborto farmacologico o chirurgico. Sono eventualmente soggetti al pagamento del ticket i farmaci e le analisi, tra cui ad esempio quelle del sangue. Fa ovviamente eccezione il caso in cui la donna interessata abbia diritto ad un’esenzione per reddito.

Diverso è il caso in cui ci si rivolga ad una clinica privata dove bisogna sopportare i costi indicati dal preventivo, che prevedono ad esempio i consulti, la pratica e la degenza. Stabilire a priori quanto costa un aborto in clinica privata non è possibile. Questo perché il prezzo differisce a seconda della modalità e settimana di gestazione. In linea generale il costo dell’aborto farmacologico è pari a circa 400 – 700 euro. Il prezzo oscilla da 800 euro fino a 2 mila euro circa per l’aborto chirurgico.

In alcune cliniche di alto livello o con servizi personalizzati, il costo dell’aborto può superare i 2 mila euro, soprattutto in caso di urgenze, sedazione profonda o assistenza privata. Le cliniche private sono spesso scelte perché offrono tempistiche più rapide, maggiore privacy oppure perché nella propria Regione si riscontrano delle difficoltà nel trovare strutture pubbliche senza obiettori di coscienza.

Abortire all’estero: dove conviene e quanto costa

In Italia la legge consente l’aborto volontario solo entro i primi 90 giorni, salvo gravi motivi di salute. Oltre questo limite molte donne si trovano a dover cercare soluzioni all’estero, in Paesi dove le leggi sono più permissive e le strutture offrono servizi anche oltre il primo trimestre.

Ad esempio nei Paesi Bassi è possibile abortire fino a 22 settimane. Qui il prezzo medio dell’aborto oscilla da 600 a 1.800 euro. In Spagna l’interruzione volontaria della gravidanza è ammessa fino a 14 settimane, che diventano 22 in caso di gravi anomalie. Il costo medio in tale Paese oscilla da 400 a 1.200 euro. In Francia l’aborto è ammesso fino a 14 settimane. È gratuito per i residenti e a pagamento per chi proviene da un altro Stato. In quest’ultimo caso il costo oscilla da 500 fino a 1.500 euro.

Sebbene sia garantita dalla maggior parte delle legislazioni, l’interruzione volontaria della gravidanza non è ammessa ovunque. Per questo motivo è necessario informarsi. Abortire all’estero, d’altronde, non è illegale per una cittadina italiana. È fondamentale però che l’intervento venga eseguito in strutture sicure e nel rispetto delle leggi del Paese ospitante.

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# Aborto

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