Quali sono le migliori alternative al pellet?

Alessandro Nuzzo

08/09/2022

09/09/2022 - 09:16

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Con il costo del pellet salito alle stelle è doveroso iniziare a chiedersi quali sono delle valide alternative. Vediamole tutte.

Quali sono le migliori alternative al pellet?

I rincari energetici non hanno colpito soltanto elettricità e gas. Da diversi mesi si registrano degli aumenti di prezzo anche per il pellet e la legna da camino. Il pellet, sempre più in voga negli ultimi anni per alimentare le stufe e riscaldarsi in inverno è salito dai consueti 5 euro di media a sacco da 15kg dello scorso anno, fino agli 8-9 euro attuali.

E siccome le prospettive da un punto di vista energetico non sono rosee, è facile intuire che tra qualche settimana, quando la richiesta diventerà più elevata, il prezzo possa aumentare ulteriormente. Allora che fare? Meglio iniziare a guardarsi attorno. In commercio esistono valide alternative da bruciare per generare calore. Ecco le migliori alternative al pellet.

Alternative al pellet: le biomasse

Prima di iniziare a parlare delle alternative al pellet è doveroso premettere che non tutte sono valide per le comuni stufe a pellet. Per questo, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa, sempre meglio informarsi dal produttore o dal venditore sulla compatibilità a bruciare alternative al pellet. Anche visitare forum o siti web alla ricerca di chi ha già avuto esperienza in merito può risultare un’ottima cosa.

Oggi, se vogliamo cercare delle alternative al pellet che risultano anche più economiche, dobbiamo puntare su biomasse diverse. Per biomassa si intende qualunque sostanza di origine organica (animale o vegetale) utile a produrre energia. Quella che interessa a chi intende riscaldare l’ambiente domestico sono gli scarti di lavorazione del legno o agricoli. Per produrre calore con una stufa a pellet o biomassa oltre al comune pellet possiamo usare:

  • cippatino di legno;
  • nocciolino di sansa;
  • mais;
  • noccioli tritati della frutta;
  • gusci di frutta secca tritati.

Il cippatino di legno è ricavato da legno non trattato come alberi, potature e rami, per poi essere sminuzzato in scaglie di dimensioni regolari di circa 2-3 cm.

Il potere calorifico del cippato varia a seconda del legno di cui è composto, va dai 2 ai 3,5 KWh/Kg. Il pregio è che costa poco, dai 2 ai 6 euro al quintale. Il lato negativo è che occupa molto spazio per lo stoccaggio.

Il nocciolino di sansa invece è è uno scarto di lavorazione della spremitura delle olive. Si presenta in forma granulosa e lo si imbusta esattamente come il pellet. Il potere calorifero del nocciolino è elevato, va dai 4,5 ai 6,5 KWh/Kg. La sua resa è di circa il 20% in più rispetto al pellet. Il prezzo è basso, 20-22 euro a quintale. Il lato negativo è che è di difficile reperimento.

Il mais, una volta essiccato, si presta molto bene a essere bruciato in una stufa a biomassa perché è molto simile al pellet, anche se le differenze non mancano. Il prezzo si attesta sui 20-22 euro a quintale e il potere calorifero va dai 4 a 6 KWh/Kg, anche se i residui di cenere sono più elevati. Il mais inoltre non si innesca come il pellet, ma è indispensabile mischiarlo con un altro prodotto.

Poi troviamo i noccioli tritati della frutta. Non ci sono ancora molte informazioni riguardanti il loro utilizzo come biomassa, ma si dice che abbiano un potere calorifero di circa 4,7 KWh/Kg, mentre il prezzo si attesta come per gli altri sui 20-22 euro al quintale. Il residuo di cenere è molto basso. Il lato negativo è che soffre la stagionalità, per questo può risultare di difficile reperimento.

Stessa cosa anche i gusci di frutta secchi essiccati. Uno dei più usati è quello di mandorla che rappresenta un ottimo combustibile. I prezzi sono economici, 19-21 euro al quintale, il potere calorifero non è noto, ma ha un residuo di cenere molto basso. La disponibilità sul mercato varia a seconda della stagione.

Queste sono tutte valide alternative al pellet che in Italia ha raggiunto prezzi record. Sicuramente si tratta di prodotti meno commerciali che richiedono maggiore ricerca, ma una cosa è certa: il risparmio è assicurato.

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