Giorni feriali, giorni festivi e prefestivi: qual è il significato? Facciamo chiarezza su come leggere il calendario e distinguere giorni lavorativi e non.
Quali sono i giorni feriali e festivi nel calendario dell’anno? E quali giornate possono essere considerate prefestive? Sapere precisamente quali sono le cosiddette “date rosse”, per le quali è prevista una festività e, nella maggior parte dei casi, la vacanza dal lavoro è importante per organizzare il proprio tempo libero.
Anche il 2025 e il 2026 si presentano con diverse opportunità di ponti e weekend lunghi, ideali per chi desidera approfittare dei giorni non lavorativi. Tuttavia, per gestire il lavoro e il tempo di svago, è fondamentale comprendere con chiarezza la differenza tra giorni feriali, festivi e prefestivi, termini che spesso vengono confusi ma che nel calendario italiano hanno un significato ben preciso e definito anche dalla normativa vigente, come stabilito dalla Legge 260/1949.
Quali sono i giorni feriali? Ecco il significato
Quando si parla di giorni feriali, ci si riferisce alle giornate in cui si svolgono regolarmente le attività lavorative, scolastiche e commerciali.
Sono quindi tutti i giorni della settimana, ad eccezione delle domeniche e dei festivi “rossi” segnati sul calendario.
Per convenzione universale, i giorni feriali sono dal lunedì al sabato compresi, anche se il sabato, come vedremo, è un caso particolare.
Il termine “feriale” deriva dal latino feria, che significa “giorno di lavoro” in contrapposizione ai giorni dedicati al riposo o alla festa religiosa. In Italia, i giorni feriali rappresentano quindi la base del calendario lavorativo e scolastico: in queste date gli uffici pubblici e privati sono aperti, i negozi operano con orario regolare e le lezioni si tengono normalmente.
Nei contratti di lavoro, i giorni feriali coincidono generalmente con i giorni lavorativi, ma non sempre i due termini sono sinonimi perfetti: la distinzione dipende dal settore e dal tipo di contratto applicato. Tuttavia, in linea generale, quando si parla di feriali ci si riferisce a tutti i giorni non festivi del calendario, vale a dire quelli non evidenziati in rosso.
Giorni festivi, quali sono sul calendario?
I giorni festivi sono le giornate indicate in rosso sul calendario, durante le quali le attività lavorative e scolastiche vengono sospese. La principale giornata festiva è la domenica, ma la legge italiana ne riconosce diverse altre a carattere nazionale, stabilite dalla già citata Legge 260 del 27 marzo 1949.
Oltre alle domeniche, i giorni festivi in Italia sono:
- 1 gennaio (Capodanno)
- 6 gennaio (Epifania)
- Lunedì dell’Angelo (Giorno dopo Pasqua)
- 25 aprile (Festa della Liberazione)
- 1 maggio (Festa del Lavoro)
- 2 giugno (Festa della Repubblica)
- 15 agosto (Assunzione Santa Maria Vergine o Ferragosto)
- 4 ottobre (San Francesco, patrono d’Italia, dal 2026)
- 1 novembre (Festa di tutti i Santi)
- 8 dicembre (Festa dell’Immacolata Concezione)
- 25 dicembre (Natale)
- 26 dicembre (Santo Stefano)
Per il 2026, quindi, il calendario delle festività - con la reintroduzione del patrono d’Italia, San Francesco, che tornerà ad essere festeggiato il 4 ottobre - sarà così composto:
Ecco l’elenco completo delle festività in Italia per il 2026, includendo anche San Francesco d’Assisi (4 ottobre) come festa civile nazionale (non festiva, ma riconosciuta ufficialmente):
- 1 gennaio (giovedì) – Capodanno
- 6 gennaio (martedì) – Epifania
- 5 aprile (domenica) – Pasqua
- 6 aprile (lunedì) – Lunedì dell’Angelo (Pasquetta)
- 25 aprile (sabato) – Festa della Liberazione
- 1 maggio (venerdì) – Festa del Lavoro
- 2 giugno (martedì) – Festa della Repubblica
- 15 agosto (sabato) – Assunzione di Maria Vergine (Ferragosto)
- 4 ottobre (domenica) – San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia
- 1 novembre (domenica) – Tutti i Santi
- 8 dicembre (martedì) – Immacolata Concezione
- 25 dicembre (venerdì) – Natale
- 26 dicembre (sabato) – Santo Stefano
A questi si aggiungono le feste patronali locali, celebrate in ogni Comune in onore del santo protettore della città. Per esempio, a Roma è il 29 giugno (Santi Pietro e Paolo), mentre a Milano è il 7 dicembre (Sant’Ambrogio).
Un dettaglio interessante del 2025 è che alcune festività cadono in giornate particolarmente favorevoli per creare ponti. Il 25 aprile, ad esempio, è capitato di venerdì, mentre il 2 giugno di lunedì, permettendo così weekend lunghi.
Nel 2026, invece, la Pasqua cadrà il 5 aprile e il Lunedì dell’Angelo il 6 aprile. Anche quest’anno ci saranno interessanti combinazioni, sebbene meno «ghiotte» del 2025, ad eccezione dell’Immacolata (martedì 8 dicembre), 1° maggio (venerdì) e 2 giugno (martedì).
Giorni prefestivi: ecco cosa significa
I giorni prefestivi sono le giornate che precedono immediatamente una festività. Il caso più comune è quello del sabato, che anticipa la domenica, ma rientrano in questa categoria anche le date che precedono una qualsiasi festa nazionale o locale.
Tuttavia, è importante non confondere “prefestivo” con “non lavorativo”: infatti, i giorni prefestivi sono a tutti gli effetti giorni feriali, e quindi lavorativi. In tantissime aziende, scuole e anche alcuni uffici pubblici, il sabato è considerato lavorativo, anche se spesso con orari ridotti o turni abbreviati.
In alcuni contratti collettivi, i prefestivi possono essere trattati diversamente, ad esempio con una riduzione dell’orario o con permessi compensativi, ma ciò dipende dagli accordi specifici. Per la legge, restano comunque giorni feriali, a meno che non coincidano con una festività ufficiale.
La domenica è sempre festiva. Il sabato, invece, è festivo o feriale?
La domenica è per definizione un giorno festivo in tutto il territorio nazionale. Lo stabilisce chiaramente la normativa italiana, che la considera una giornata di riposo settimanale obbligatorio.
Il sabato, invece, è considerato un giorno feriale prefestivo, come abbiamo affrontato. Ciò significa che è lavorativo, ma precede una giornata di festa. Solo nel caso in cui una festività cada proprio di sabato (come ad esempio il 1° novembre 2025 o il 25 aprile 2026), allora il sabato diventa festivo a tutti gli effetti, con conseguente sospensione del lavoro e delle lezioni.
Nella pratica quotidiana, molte aziende adottano un orario settimanale distribuito su cinque giorni, escludendo il sabato: in questi casi, pur restando formalmente feriale, il sabato è “non lavorativo” per contratto.
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Giorni feriali e festivi in busta paga: ecco cosa sapere
Nel mondo del lavoro, distinguere tra giorni feriali e festivi non serve solo a pianificare le ferie, ma anche a comprendere come vengono calcolate le retribuzioni e le maggiorazioni in busta paga.
Nei contratti di lavoro, i giorni lavorativi coincidono generalmente con quelli feriali, ma non sempre includono il sabato. Chi lavora su cinque giorni settimanali (dal lunedì al venerdì) avrà quindi 5 giorni lavorativi, mentre chi lavora su sei giorni ne avrà 6.
I giorni festivi danno diritto al riposo retribuito, anche se non si lavora. Se invece il lavoratore è chiamato a prestare servizio in un giorno festivo, la legge prevede una maggiorazione della paga, stabilita dal contratto collettivo di riferimento. Ad esempio, per chi lavora nel commercio o nella sanità, le maggiorazioni possono variare dal 30% al 100% della retribuzione oraria.
Inoltre, la gestione dei festivi e prefestivi incide anche sul calcolo delle ferie e dei permessi: i giorni festivi non vengono conteggiati come ferie, mentre i prefestivi sì, se rientrano nel periodo di vacanza.
Conoscere queste differenze non è solo utile per pianificare meglio il proprio tempo, ma anche per tutelare i propri diritti lavorativi, secondo quanto stabilito dalla Costituzione italiana e dalle norme sul riposo settimanale.
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