Qual è la legna migliore per riscaldare casa con il camino

Ilena D’Errico

3 Novembre 2025 - 00:51

Ecco qual è la legna migliore per il camino domestico, come sceglierla e le alternative più convenienti.

Qual è la legna migliore per riscaldare casa con il camino

C’è chi non li ha mai abbandonati e chi li ha riscoperti negli ultimi anni, ma stufe e camini sono oggi una delle soluzioni preferite per il riscaldamento domestico, non soltanto per l’atmosfera suggestiva che donano. Tra i numerosi vantaggi, però, non compare certo la praticità, anche perché soltanto pochi sanno davvero come gestire questo tipo di riscaldamento nella maniera più efficace. La corretta manutenzione e pulizia degli apparecchi e il buon isolamento termico nell’edificio sono importanti quasi quanto la scelta della legna, che è determinante nei risultati.

A seconda del legno impiegato, infatti, cambiano i costi, le capacità di riscaldamento e la durata, ma anche le emissioni e i possibili utilizzi. Non esiste un’alternativa perfetta per tutti, ma gli esperti giudicano la legna per il riscaldamento secondo criteri ben precisi che aiutano nella selezione. L’umidità, la facilità di accensione, la durata della combustione, il potere calorifero e le sostanze rilasciate sono fondamentali per scegliere la legna e utilizzarla al meglio. Vediamo quindi quali sono le alternative migliori.

La legna migliore per il camino di casa

La legna migliore per usare camini e stufe nel riscaldamento domestico è quella forte, soprattutto faggio, quercia e carpine. Questi tipi di legna riescono infatti a bruciare lentamente, producendo fiamme corte e prolungando il calore, che viene così emanato in modo uniforme e stabile. La quercia è in assoluto la migliore da questo punto di vista, con un potere calorifico elevato e una durata di combustione ottimale. Ovviamente, bisogna sempre fare attenzione alle dimensioni dei ceppi (proporzionali all’umidità) e alla stagionatura, ma anche tenere conto dei costi.

Il legno di quercia, perfetto per tenere il fuoco acceso a lungo, potrebbe infatti risultare costoso per alcune famiglie, anche a seconda della località in cui vivono. A tal proposito, si può considerare di spaziare tra le varietà di quercia o acquistare legna grezza da lavorare personalmente (ovviamente con le giuste accortezze e comprando soltanto legna certificata per il riscaldamento, che viene appositamente controllata e preparata).

Altrimenti, ci sono varie alternative efficaci, tra cui noce, castagno e faggio che risultano eccezionali anche per le cotture dei cibi. Betulla e pioppo sono invece ottimali per la fase di accensione, in quanto bruciano molto velocemente e aiutano a velocizzare i tempi, ma non sono molto adatti per essere impiegati a lungo.

Per soluzioni più economiche si possono considerare anche i legni resinosi, come larice e pino, che hanno un potere calorifico sufficientemente elevato e sono molto aromatici, ma tendono a sporcare molto la canna fumaria. Meglio, invece, fare attenzione al frassino, che causa la formazione di scintille, e al ciliegio, che è indicato più per le cotture che per il riscaldamento domestico. Funzionano bene anche gli alberi da frutto e soprattutto gli olivi. Questi ultimi peraltro si accendono bene fin da subito grazie alla presenza dell’olio, ma non sono dei più economici.

Nel complesso, bisogna accertarsi che la legna scelta per il riscaldamento domestico sia:

  • certificata per l’uso, potendo altrimenti sprigionare sostanze nocive o risultare comunque pericolosa;
  • sottoposta alla corretta procedura di stagionatura, in media di 2 anni;
  • umida il giusto, vale a dire non più del 15/20% di umidità (rischiando altrimenti l’emissione di fumo, la scorretta propagazione delle fiamme e l’aumento della fuliggine), ma neanche troppo secca perché altrimenti non produrrebbe abbastanza calore;
  • tagliata in ceppi non troppo grandi o comunque proporzionati all’essiccazione ricevuta.

L’acacia, per esempio, richiede un’essiccazione più lunga per evitare troppe scintille, diventando così un’ottima soluzione per il riscaldamento domestico. Tra i legni duri, sufficientemente compatti per garantire una combustione lenta ma non eccessivamente pregiati, troviamo infine leccio e rovere. Infine, c’è anche l’alternativa del pellet, che permette di risparmiare, salvare spazio e ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. L’effetto ottenuto non è esattamente lo stesso, ma i moderni apparecchi consentono di gestire il riscaldamento in modo così pratico che si potrebbe sorvolare.

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# Pellet

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