Province, la Lega le vuole, i 5 Stelle no: ancora lite in maggioranza di governo

Mario D’Angelo

28 Aprile 2019 - 12:32

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Si avvicinano le elezioni amministrative, e gli alleati di governo trovano un nuovo terreno di scontro: le Province mai abolite dalla riforma Delrio

Province, la Lega le vuole, i 5 Stelle no: ancora lite in maggioranza di governo

Gli alleati di governo sono riusciti a trovare un nuovo tema su cui dividersi (e litigare). Ieri, il Sole 24 Ore ha rivelato che sul tavolo tecnico-politico della Conferenza Stato-Città è stata presentata una bozza che, se approvata, reintroduce l’elezione diretta per le Province d’Italia, abolita quasi 5 anni fa dalla riforma Delrio. Al tavolo partecipano due viceministri, uno per parte: per il Carroccio Stefano Candiani (Interno), per il Movimento 5 Stelle Laura Castelli (Economia). La differenza di vedute delle due forze di governo sulla questione delle Province è nota, ma in Conferenza il dibattito si è svolto nell’ambito di una serena dialettica politica. Candiani rivendica la bontà dell’iniziativa, confermando peraltro la linea della Lega che a inizio legislatura aveva presentato un simile disegno di legge.

Province, verrà reintrodotta l’elezione diretta?

L’abolizione delle Province, cavallo di battaglia della campagna anti-casta dei 5 Stelle, non ha trovato compiutezza nella riforma Delrio, che le ha piuttosto trasformate in “enti di secondo livello”. Le cose sono rimaste più o meno le stesse, salvo l’elezione di presidenti e consiglieri che vengono scelti fra i vincitori delle elezioni comunali.

La bozza in Conferenza Stato-Città punta sostanzialmente a ristabilire la situazione, con “un presidente, eletto a suffragio universale dai cittadini dei Comuni” che fanno parte del territorio provinciale, e “una giunta da esso nominata”. Oltre all’organo di governo provinciale, sarebbe previsto anche quello del Consiglio, “avente poteri di indirizzo e controllo, eletto a suffragio universale”.

Province, è scontro in maggioranza

Con le elezioni comunali in arrivo, sarebbe stato innaturale se i leader dei due schieramenti non avessero sfruttato la questione per fare campagna. Ha iniziato il vicepremier grillino Luigi Di Maio, per il quale non si dovrebbe nemmeno parlare di Province. “L’Italia ha fin troppi problemi”, ha detto Di Maio, e non dovrebbero essere spesi soldi degli italiani “per rimettere in piedi un carrozzone burocratico” che non dà più servizi ai cittadini.

Di parere avverso Matteo Salvini, che invece afferma che la funzione delle Province è proprio quella di distribuire e rendere efficienti servizi come strade e scuole. “L’importante è che i 5 Stelle si mettano d’accordo, perché qualche viceministro dice sì e qualche viceministro dice no”, ha detto Salvini, suggerendo che Laura Castelli, in Conferenza, avesse dato il via libera. Questa, d’altro canto, smentisce: “Nessuna decisione è stata presa, né ho mai dato il mio ok a lezioni di primo livello”.

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