La Commissione UE non tiene conto delle pressioni degli aeroporti e va controcorrente. La fine della norma sui 100 ml non pare prossima.
Gli aeroporti vogliono la fine della norma sui 100 ml per i liquidi, ma la norma della Commissione Ue va controcorrente e non tiene conto delle pressioni, privilegiando le misure di sicurezza. Gli aeroporti, tuttavia, non si arrendono, anche perché dispongono delle tecnologie adeguate per garantire i controlli indipendentemente dal quantitativo di liquidi e della loro suddivisione. In questo modo sarebbe possibile diminuire i tempi di attesa per i passeggeri e ridurre il numero degli addetti alla sicurezza, come d’altronde era stato fatto in via sperimentale prima dello stop europeo.
Come nasce il limite sui liquidi in aeroporto
Oggi siamo ormai abituati alle severe regole degli aeroporti in merito al trasporto dei liquidi. Su questo tipo di sostanze, peraltro, ci sono severi controlli anche in altri contesti potenzialmente a rischio, per esempio gli stadi e i concerti. Dimentichiamo però che la regolamentazione così rigida sul trasporto dei liquidi risale a quasi vent’anni fa (2006) in gran parte del mondo, rendendosi necessaria in via emergenziale per far fronte al pericolo di attacchi terroristici. Per quanto ci siano state alcune revisioni nel corso del tempo si trovano così misure anacronistiche, considerando che:
- attualmente non ci sono estesi allarmi terroristici a livello globale;
- le moderne tecnologie possono garantire controlli all’avanguardia;
- le regole potrebbero essere eluse con sistemi più sofisticati rispetto a quelli in uso tempo addietro.
Sarebbe quindi doveroso rivedere la normativa internazionale per garantire la sicurezza dei viaggiatori e allo stesso tempo l’efficacia del trasporto aereo. Per quanto riguarda il territorio comunitario, la principale norma di riferimento è il Regolamento UE n. 246/2013 che prevede le attuali disposizioni sui liquidi nei bagagli.
Liquidi nel bagaglio aereo, cosa prevedono le regole oggi
Attualmente, in aereo è consentito portare fino a 1 litro di liquidi divisi in recipienti capienti un massimo di 100 ml ciascuno. Questi limiti non si applicano ai prodotti acquistati direttamente in aeroporto dopo aver effettuato i controlli - i cosiddetti duty-free - poiché sono sicuri e verificati. Possono fare eccezione gli alimenti per neonati, previo avvertimento degli addetti alla sicurezza e in ogni caso secondo il regolamento adottato dalla compagnia aerea.
Al di là di ciò, i limiti enunciati valgono per tutti i tipi di liquidi, come acqua e saponi, ammesso che rientrino nell’elenco di liquidi consentiti nel bagaglio. Anche per i medicinali liquidi vige infatti la regola dei flaconi entro i 100 ml, che al pari degli altri devono essere inseriti in buste di plastica trasparente per consentirne il controllo in maniera agevole. Le regole sono differenti e più elastiche per i bagagli da stiva. Nei voli interni all’Unione europea, inoltre, non sono in genere previste restrizioni quantitative ai liquidi in stiva.
Le giravolte degli aeroporti sui liquidi nei bagagli
Come qualcuno ricorderà, le restrizioni sui liquidi nel bagaglio a mano erano state allentate in alcuni aeroporti. L’elevata tecnologia degli scanner C3 consente infatti di controllare i liquidi nei bagagli in maniera molto efficiente, potendo anche rilevare la presenza di eventuali esplosivi. Il limiti (confezioni da 100 ml e massimo 1 litro complessivo) perdono quindi di utilità negli scali dotati di questi scanner, motivo per cui la Commissione UE aveva concesso di abolire la regola. A causa di alcuni problemi tecnici in questi apparecchi, tuttavia, è stato necessario reintrodurre temporaneamente il divieto.
Gli aeroporti vogliono la fine dei limiti sui liquidi, ma l’UE va controcorrente
Da quando la Commissione Ue ha introdotto di nuovo i limiti sui liquidi nei bagagli a mano, precisamente a settembre 2024, non ci sono stati nuovi sviluppi e soprattutto non c’è stata la revisione che gli aeroporti interessati auspicavano. Una precauzione necessaria secondo gli esperti, che appare tuttavia coma una norma controcorrente. Sono infatti sempre di più gli aeroporti che spingono per l’abolizione dei limiti sui liquidi in virtù dell’uso degli scanner C3, che oggi soltanto alcuni scali possono permettersi. In particolare, tra gli aeroporti dotati di questi apparecchi ci sono quelli di Monaco, Roma, Francoforte e Vilnius, che sono alquanto penalizzati dalla normativa europea, con tempi di attesa più lunghi e necessità di personale di sicurezza più numeroso.
Il problema è che l’Unione europea non pone alcuna differenziazione, generalizzando del tutto, e pare che la prossima norma sulla sicurezza sia analoga.. Difficile anche attendere l’adeguamento degli altri aeroporti, visto l’elevato costo di questi scanner, non soltanto per quanto riguarda i macchinari ma anche in riferimento ai costi operativi. Così, gli aeroporti vorrebbero almeno la possibilità di derogare ai limiti sui liquidi garantendo la sicurezza attraverso questi controlli. L’eccessiva severità europea, tuttavia, non sembra promettere bene, almeno per il momento.
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