Propaganda fascista: la legge arriva alla Camera per l’approvazione, si rischia fino a 2 anni

Alessandro Cipolla

11 Settembre 2017 - 15:44

La legge Fiano contro la propaganda fascista approda alla Camera: reato inserito nel codice penale, contrari centrodestra e Movimento 5 Stelle.

Propaganda fascista: la legge arriva alla Camera per l’approvazione, si rischia fino a 2 anni

La legge contro la propaganda fascista potrebbe essere approvata molto presto. Con la riapertura dei lavori parlamentari infatti il testo approderà alla Camera nella giornata di martedì o al massimo in quella seguente di mercoledì.

Nello specifico si tratta della legge Fiano, che prende il nome dal deputato del Partito Democratico, dove è previsto l’inserimento nel codice penale dell’articolo 293 bis con pene da sei mesi a due anni per chi è autore di propaganda con immagini fasciste o naziste.

Il fatto che questa legge sulla propaganda fascista sia composta da un solo articolo, al quale sono stati presentati soltanto cinque emendamenti, dovrebbe permettere una rapida approvazione alla Camera, con il testo che poi passerebbe al Senato.

Dopo le polemiche relative allo stabilimento balneare a Chioggia, la tensione che si è creata attorno al tema dei migranti e per ultima anche l’annunciata manifestazione a Roma organizzata da Forza Nuova, in Italia si torna a discutere di fascismo non solo a parole, ma anche attraverso provvedimenti legislativi.

Propaganda fascista, ecco la legge

Dopo settimane di discussioni e diatribe anche via social, ecco che la legge sulla propaganda fascista approda alla Camera, dove potrebbe essere approvata anche in tempi molto brevi visto i larghi numeri della maggioranza a Montecitorio.

Il testo porta la firma del deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, che assieme ad altri 45 parlamentari ha anche chiesto lo scioglimento di Forza Nuova dopo l’organizzazione, da parte del partito di destra, di una manifestazione nella capitale il giorno dell’anniversario della “marcia su Roma” di mussoliniana memoria.

Nello specifico si tratta di inserire nel codice penale l’articolo 293 bis che recita così:

Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.

Questa nuova legge quindi punisce la propaganda fascista o nazista con pene che vanno dai sei mesi fino ai due anni. Particolare attenzione poi alla rete, con le pene che potranno aumentare di un terzo se viene commesso attraverso il web o sistemi telematici.

Centrodestra e M5S contro

L’approdo alla Camera della legge contro la propaganda fascista ha suscitato reazioni molto diverse a seconda dei vari schieramenti politici. Il testo naturalmente può godere dell’appoggio del Partito Democratico, ma anche del resto della sinistra.

Il pensiero del Movimento Democratici e Progressisti è infatti sintetizzato dalle parole del deputato valdese Luigi Lacquaniti, che ha parlato di un “provvedimento assolutamente necessario, anche alla luce degli episodi inquietanti che in questo ultimo anno si sono moltiplicati”.

Umori nettamente opposti nel centrodestra, con Fratelli d’Italia che si è subito detta contrario alla legge, mentre Matteo Salvini ha parlato di “un conto sono le minacce, gli insulti o l’istigazione al terrorismo, altra cosa sono le idee, belle o brutte, che si possono confutare ma non arrestare”.

Il senatore di Forza Italia Lucio Malan anche ha criticato apertamente la legge, parlando di un testo che così redatto rischia di limitare fortemente la libertà d’espressione, premettendo comunque come sia sacrosanta l’opposizione alla tirannia fascista.

Infine anche il Movimento 5 Stelle si schiera contro la legge Fiano sulla propaganda fascista, definendo il testo liberticida e annunciando alla Camera una dura battaglia, dove si potrebbero rivivere le stesse scene di tensione accadute in occasione della discussione sullo ius soli.

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