Primarie Pd: alcuni sondaggi danno Renzi al 75%, altri al 53%. Ecco il perché

Alessandro Cipolla

21 Marzo 2017 - 17:13

Primarie Pd: secondo alcuni sondaggi Matteo Renzi sarebbe al 75% mentre per altri al 53%, ecco i motivi di questa ampia differenza e cosa potrà realmente influire sull’esito finale.

Primarie Pd: alcuni sondaggi danno Renzi al 75%, altri al 53%. Ecco il perché

Primarie Pd: il mistero dei sondaggi che differenziano anche di venti punti percentuali riguardo le stime dei vari candidati.

Matteo Renzi dato al 75% da Piepoli mentre al 53% da Ipsos, Andrea Orlando al 31% da Tecnè e al 12,7% da EMG, oltre a Michele Emiliano indicato al 21% da Index Research e al 6% da Piepoli. Come sono possibili tali grandi variazioni nei numerosi sondaggi effettuati negli ultimi giorni sulle primarie del Pd?

La domanda in effetti viene più che spontanea. Dopo che negli anni scorsi i sondaggi politici venivano presi con molta diffidenza, ora invece stanno ritornando in auge anche se leggendo le rivelazioni riguardanti le primarie Pd potrebbe essere facile metterne in dubbio l’attendibilità.

Al momento sono usciti sette sondaggi riguardanti le primarie Pd, nessuno dei quali con degli esiti anche minimamente simili agli altri. Contando che le rivelazioni su basano sulle preferenze da assegnare soltanto a tre candidati, può sembrare difficile da comprendere come ci possa essere tanta differenza.

Il motivo alla fine è insito proprio nel regolamento delle primarie Pd, che sono aperte a tutti e quindi molto difficili da interpretare anche per istituti di sondaggio affidabili ed esperti come quelli italiani.

I sette sondaggi sulle primarie Pd

Negli ultimi giorni, ben sette istituti di sondaggio italiani hanno effettuato altrettante rivelazioni interrogando gli elettori di centrosinistra su quale fosse il loro candidato alla segreteria del Pd preferito.

Ecco gli esiti dei sette sondaggi sulle primarie Pd effettuati.

Index Research per Piazza Pulita

  • Renzi 55%
  • Orlando 24%
  • Emiliano 21%

Winpoll per Huffington Post

  • Renzi 62%
  • Orlando 20%
  • Emiliano 18%

Ipsos per il Corriere della Sera

  • Renzi 53%
  • Orlando 25%
  • Emiliano 8%

Tecné per Porta a Porta

  • Renzi 52%
  • Orlando 31%
  • Emiliano 17%

Ixè per Agorà

  • Renzi 54%
  • Orlando 20%
  • Emiliano 13%

Piepoli per La Stampa

  • Renzi 75%
  • Orlando 19%
  • Emiliano 6%

EMG per comitato Matteo Renzi

  • Renzi 68,5%
  • Emiliano 18,8%
  • Orlando 12,7%

Come si può notare, per alcuni candidati la forchetta varia anche di venti punti percentuali a seconda del sondaggio. Anche se è netto il vantaggio di Matteo Renzi, l’ex premier dovrà ottenere più del 50% dei consensi per essere eletto segretario al primo turno.

Se questo non dovesse accadere, tutto verrebbe deciso dal voto dei delegati durante l’Assemblea Nazionale nel ballottaggio tra i due candidati più votati. Ecco perché, una stima di Renzi al 75% oppure al 52% cambia totalmente lo scenario di queste primarie.

L’incognita affluenza sulle primarie Pd

Il motivo di tanta discrepanza tra i vari sondaggi riguardanti le primarie Pd va ricercata nell’incognita dell’affluenza. Le votazioni sono aperte a tutti, quindi è molto difficile fare ipotesi prima del 30 aprile.

Nel 2009 si recarono a votare alle primarie del Pd più di 3 milioni di cittadini, mentre nel 2013 invece ne furono 2,8 milioni. Il prossimo 30 aprile il numero dovrebbe diminuire ulteriormente, con l’istituto EMG che ha stimato i votanti in 2 milioni per effettuare il sondaggio, che non a caso vede largamente in testa Matteo Renzi.

L’ex premier infatti può contare su un forte consenso da parte della base del partito. Se quindi si dovessero recare a votare alle primarie soltanto i militanti del Pd, Renzi con ogni probabilità vincerebbe facilmente al primo turno.

Se invece l’affluenza dovesse aumentare fino alle cifre del 2009 e del 2013, allora tutto sarebbe in discussione. Non è strano quindi quando Emiliano dichiara che con una partecipazione di 3 milioni elettori lui avrebbe forti possibilità di vittoria.

La differenza nei sondaggi quindi va letta tutta nella differente stima di partecipanti. La base del partito è schierata con Renzi, tutti gli altri invece sono contro l’ex premier. Più esterni andranno a votare il 30 aprile e più la lotta si farà incerta.

Matteo Renzi ha più volte dichiarato che queste primarie dovranno indicare quale strada il partito vorrà intraprendere. La sensazione invece è che si andrà a replicare lo stesso scenario già vissuto per il Referendum del 4 dicembre, con il voto che si trasformerà in un ennesima sfida tra chi è con Renzi e chi invece lo vorrebbe far fuori dallo scenario politico del paese.

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