Il prezzo del petrolio è crollato. Le nuove funeste previsioni che mettono in guardia il mercato

C. G.

09/03/2017

Il prezzo del petrolio è crollato dopo la pubblicazione dei dati USA sulle scorte di greggio. Le previsioni degli analisti sono sempre più nefaste. Ecco cosa aspettarci dalla quotazione.

Il prezzo del petrolio è crollato. Le nuove funeste previsioni che mettono in guardia il mercato

Prezzo del petrolio crolla: le nefaste previsioni - Il prezzo del petrolio è crollato. La quotazione del Wti è scesa fin sotto i $50 al barile, mentre il Brent si è spinto fino a quota $52. Di chi è la colpa e quali le nuove previsioni sul futuro andamento del prezzo del petrolio?

La quotazione ha subito un nuovo evidente crollo per colpa dei dati statunitensi che hanno mostrato l’ottavo aumento consecutivo delle scorte di greggio. Queste sono salite, solo la scorsa settimana, di 8,2 milioni di barili, portando il totale delle giacenze settimanali a 528,4 milioni di barili. L’aumento delle scorte USA ha fatto crollare il prezzo del petrolio che ha perso più del 5% solo ieri. A ciò si è aggiunto anche il rafforzamento del dollaro americano che ha penalizzato la quotazione. Tutto ciò ha spinto a nuove e più negative previsioni da parte degli analisti, che ormai dicono di aspettarsi non solo volatilità ma una vera e propria sofferenza del prezzo del petrolio nei prossimi anni.

Il mercato del greggio non sembra volersi stabilizzare e il prezzo del petrolio non riesce ad intraprendere una strada ben definita. Nel momento in cui i paesi produttori hanno aderito allo storico accordo di Vienna sulla produzione, il prezzo del petrolio è schizzato alle stelle rispetto ai minimi del 2016. In realtà da quel momento la quotazione è sempre rimasta congelata in un ristretto trading range che non ha mai fatto toccare quota $60. Ciò ha spinto anche i più ottimisti a rivedere le proprie previsioni sul prezzo del petrolio.
Cerchiamo dunque di capire quale sarà l’andamento della quotazione sia nel breve che nel lungo periodo esaminando sia le posizioni dei più ottimisti, sia le previsioni dei più scettici. Fin dove arriverà il prezzo del petrolio?

(Dal grafico si può osservare il crollo della quotazione dopo i dati sulle scorte USA)

Prezzo petrolio oggi: le nuove previsioni dopo le scorte USA

Il prezzo del petrolio ha perso più di 5 punti percentuali solo nella sessione di ieri, il tutto, come accennato, a causa del rafforzamento del dollaro americano e a causa dei dati statunitensi sull’aumento delle scorte di greggio, in volo per l’ottava rilevazione consecutiva. Il problema per il prezzo del petrolio risiede proprio nella produzione americana.

Le previsioni degli analisti sul futuro della quotazione sono state riviste al ribasso proprio perché molti sono convinti che anche con un’implementazione totale e perfetta dell’accordo OPEC di Vienna, la produzione statunitense continuerà a salire e impedirà la normalizzazione del mercato e il rialzo del prezzo del petrolio. Secondo le previsioni dell’EIA, la produzione di greggio statunitense salirà ancora nel corso dell’intero 2017 di 330.000 barili al giorno e toccherà nuovi massimi storici che ovviamente metteranno sotto pressione il prezzo del petrolio. Più avanti vedremo comunque come le previsioni EIA di lungo periodo siano ancora rialziste.

Prezzo petrolio oggi: le previsioni ribassiste di Fitch e non solo

Il prezzo del petrolio è prima tornato a salire e poi a sprofondare nella sessione di oggi. Per questo le previsioni di alcuni analisti, tra cui Fitch, rimangono ancora pessimiste per quanto riguarda il 2017. In uno scenario di mercato piuttosto stabile, le previsioni di Fitch parlano di un prezzo del petrolio in forte calo a quota $52,50 entro la fine del 2017. Per il 2018 e 2019 le previsioni si attendono invece un rimbalzo a $55 e $60 dollari rispettivamente. Le previsioni di lungo periodo parlano di una quotazione a 65 dollari a barile.

In uno scenario caratterizzato da un eccesso di offerta, invece, le previsioni di Fitch vedono un prezzo del petrolio scendere fino a quota $40 a barile per il 2019, il tutto sempre a causa dell’attività di perforazione statunitense che renderà più difficile riequilibrare il mercato e l’andamento della quotazione. Molte altre previsioni dei cosiddetti boss del petrolio, hanno praticamente escluso per ora un nuovo rally del prezzo.
Secondo Ryan Lance della ConocoPhilips, nei prossimi due anni la quotazione sarà molto volatile ma comunque si aggirerà nella parte bassa dei $50. Un aumento del prezzo del petrolio fino a $70 sarà seguito da un crollo fino a $40, secondo l’analista. Le previsioni di Bob Dudley della British Petroleum hanno invece parlato di una quotazione tra i $55 e i $60 nei prossimi 5 anni.

Prezzo petrolio: le previsioni rialziste dell’EIA

Il prezzo del petrolio è tornato a scendere anche nei giorni scorsi e il pessimismo degli investitori è apparso sempre più tangibile. Dopo che la fiducia ha toccato nuovi massimi storici nelle scorse settimane, gli analisti sono tornati a guardare al mercato come suscettibile di un nuovo crollo della quotazione. A pesare su queste nuove previsioni sono sempre i dati sulle scorte statunitensi di greggio.

Anche l’EIA ha fornito delle nuove previsioni di lungo periodo sul prezzo del petrolio. L’ente ha affermato che dal 2020 in poi, la situazione attuale - eccesso di offerta rispetto alla domanda - sarà capovolta. L’offerta dei produttori non riuscirà più ad incontrare la domanda di greggio e ciò causerà un evidente incremento del prezzo del petrolio. Secondo l’EIA la capacità di produzione scenderà ai minimi di 14 anni nel 2022 il che andrà a ripercuotersi sulla quotazione.

Prezzo petrolio: Iraq aumenta esportazioni. OPEC ha fallito?

Nonostante l’accordo OPEC di Vienna abbia stabilito le quote individuali da tagliare e congelare, ad oggi non sembra che l’Iraq stia agendo nel migliore dei modi per l’implementazione di quel compromesso, cosa che potrebbe andare a pesare sul prezzo del petrolio e sulle previsioni degli analisti. Qualche precisazione è però d’obbligo.

Le esportazioni dell’Iraq sono salite dell’1% a 3,85 milioni di barili giornalieri nel mese di febbraio, mentre in virtù dell’accordo OPEC altri produttori tra cui l’Arabia Saudita e gli esportatori del Golfo hanno ridotto notevolmente le loro spedizioni per tentare ancora di risollevare il prezzo del petrolio. In realtà l’aumento dell’export iracheno è stato determinato dal Kurdistan, regione autonoma sulla quale il governo centrale non ha un reale controllo.

Per tentare di normalizzare il prezzo del petrolio, l’Iraq, secondo paese produttore al mondo, ha accettato di ridurre l’output, ma secondo gli ultimi dati disponibili il paese starebbe ancora sforando di 130.000 barili al giorno. Sono in molti a preoccuparsi dell’Iraq a causa della sua forte dipendenza dal greggio che potrebbe impedirgli di implementare al 100% i tagli OPEC volti ad innalzare il prezzo del petrolio.

Prezzo petrolio, previsioni: il 2017 un anno di transizione - ENI

Tra tutte le previsioni sul prezzo del petrolio non si possono non citare quelle di ENI, che ha parlato di una quotazione a $70 entro il 2020, ma hanno anche ricordato che il 2017 sarà un anno di transizione soprattutto a causa di scorte molto elevate. Secondo le previsioni di ENI saranno proprio queste scorte, e dunque l’offerta superiore alla domanda, a mettere ancora sotto pressione il prezzo del petrolio nel corso del 2017. Descalzi si è detto però convinto di un prossimo riequilibrio tra domanda e offerta, anche se non ha voluto fornire previsioni in merito a quando questo accadrà.

Prezzo petrolio: dopo le previsioni ENI vola in Borsa. I conti 2016

Le previsioni di ENI sul prezzo del petrolio sono giunte in sede di approvazione dei conti 2016 che hanno messo il turbo al titolo. I ricavi a 55,76 miliardi di euro, hanno segnato una flessione rispetto ai 72,29 dell’anno precedente. L’utile operativo adjusted delle continuing operations è stato di 2,32 miliardi di euro, mentre nel 2015 era stato di 5,71 miliardi. Ancora secondo i conti ENI, il risultato netto di competenza degli azionisti ENI ha segnato un rosso di 1,46 miliardi di euro, cosa che ha comunque evidenziato un miglioramento rispetto al rosso di 8,78 miliardi del 2015.

Il risultato delle continuing operations ha mostrato un passivo di 1,05 miliardi di euro. A far decollare le azioni ENI, sempre attenta all’andamento del prezzo del petrolio, sono stati soprattutto i conti dell’ultimo trimestre 2016, secondo cui la società ha registrato profitti di 459 milioni che non solo hanno rivisto al rialzo le attese degli analisti, ma si sono nettamente distanziati dalla perdita di 301 milioni registrata nell’ultimo trimestre dell’anno precedente.

Prezzo petrolio oggi: la quotazione recupera

Il prezzo del petrolio oggi torna a sprofondare dopo le ingenti perdite di ieri. Nel dettaglio, e nel momento in cui si scrive, il prezzo del petrolio Wti segna un rosso dell’1,65% e scambia a quota 49,45 dollari a barile. Il prezzo del petrolio Brent, invece, sta salendo dell’1,54% e sta scambiando a quota 52,29 dollari a barile (ultimo aggiornamento ore 13:21).

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