Il prezzo della benzina aumenta in Italia: perché il governo non interverrà

Alessandro Cipolla

11 Aprile 2024 - 11:49

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Il prezzo della benzina e del diesel continua ad aumentare in Italia e presto potrebbe stabilizzarsi oltre i 2 euro al litro: il governo però ha fatto capire che non interverrà.

Il prezzo della benzina aumenta in Italia: perché il governo non interverrà

Il prezzo della benzina in Italia è tornato a salire, toccando al self - stando alle elaborazioni di Staffetta sulla media dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del Made in Italy - il record degli ultimi sei mesi di 1,912 euro al litro, mentre per il servito si sale fino a 2,048 euro al litro.

Stessa musica anche per il diesel: sempre per Staffetta in Italia siamo arrivati a 1,950 euro al litro per il servito e 1,812 euro al litro per il self service. Alti anche i prezzi del gpl (0,715 euro al litro) e del metano (1,323 euro al kg).

Insomma in Italia sta diventando quasi proibitivo fare un pieno alla propria automobile, con i prezzi della benzina che presto potrebbero aumentare ulteriormente fino ai 2,5 euro al litro come ipotizzato da La Repubblica.

Il motivo di questo innalzamento dei prezzi è l’aumento generale dei costi delle materie prime, con il petrolio oltre i 90 dollari al barile - +20% rispetto alla fine del 2023 - nelle quotazioni di Londra. Nelle prossime settimane di conseguenza il prezzo della benzina potrebbe adeguarsi ulteriormente a questo rialzo.

A generare incertezza sui Mercati è il caos nel Mar Rosso con molte petroliere costrette a circumnavigare l’Africa per raggiungere l’Europa il tutto per evitare il canale di Suez, senza dimenticare i riflessi della guerra tra Ucraina e Russia.

Insomma il prezzo della benzina è tornato a salire e il peggio - purtroppo - potrebbe arrivare nelle prossime settimane, ma nonostante questo il governo italiano già ha fatto capire che non è intenzionato a intervenire sul tema.

Aumenta il prezzo della benzina in Italia: il governo cosa fa?

Il prezzo della benzina è ben diverso dal livello dei prezzi che ci siamo ritrovati noi, quando il governo Draghi fu costretto, essendo stato lì sfondato il tetto dei 2,30 euro, addirittura, a realizzare un taglio delle accise che costò un miliardo di euro al mese”. Parole queste di Adolfo Urso, pronunciate dal nostro ministro delle Imprese e del Made in Italy durante il question time alla Camera.

Il prezzo della benzina - ha sottolineato Urso- che è stato su livelli molto bassi per 6 mesi, su livelli che si attestavano a 1,80 euro per la benzina e 1,75 euro per il gasolio, è salito a 1,91 euro per la benzina e a 1,81 euro per il gasolio”.

Per Urso così 1,80 euro per la benzina e 1,75 euro per il diesel sarebbe un prezzo “molto basso”, forse rapportato al suo di stipendio. Il governo comunque non interverrà sul costo del carburante, ma presto il ministro porterà al consiglio dei Ministri un ddl di riforma strutturale del settore.

Stando a quanto riporta La Repubblica, in Italia a marzo secondo i dati ufficiali del ministero “ accise e Iva hanno pesato per il 57% del prezzo finale della benzina e per il 52% di quello del diesel”. In Europa il nostro Paese ha il poco invidiato record delle maggiori imposte sul gasolio, mentre per la benzina siamo secondi.

La maggioranza di centrodestra che in campagna elettorale ha promesso di intervenire sulle accise - qualcuno ha parlato anche di abolirle -, per il momento non ha in cantiere degli interventi per abbassare il costo del carburante come fatto in passato dal governo Draghi.

Del resto di soldi in cassa ce ne sono ben pochi e utilizzare le scarse risorse per abbassare il prezzo della benzina non sembrerebbe essere una priorità per il governo, anche se Giorgia Meloni quando era all’opposizione usava parole ben differenti per accarezzare la pancia all’elettorato, per poi dichiarare una volta arrivata a Palazzo Chigi che “si fanno i conti con la realtà con la quale ci si misura”.

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