Prepariamoci a dire addio alla caldaia. Ecco cosa sta succedendo

Andrea Fabbri

5 Luglio 2025 - 06:21

Si avvicina a grandi passi il momento in cui dovremo rinunciare alla caldaia a metano in casa. La Commissione UE vuole toglierle tutte entro il 2040

Prepariamoci a dire addio alla caldaia. Ecco cosa sta succedendo

Le caldaie a metano nelle nostre case potrebbero avere davvero una vita brevissima. Nell’ottica delle sue politiche di sostenibilità e di riduzione delle emissioni provenienti dall’edilizia, la Commissione Europea ha appena pubblicato nuovi aggiornamenti alla direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive).

Sono arrivate 13 nuove linee guida che gli Stati membri dovranno seguire e 3 atti di natura più tecnica in cui viene spiegato nel dettaglio quale dovrà essere l’iter per il progressivo addio alle caldaie alimentate a metano.

Proviamo a entrare nei dettagli dei nuovi provvedimenti e a capire cosa dovremo fare per sostituire la caldaia, quanto tempo abbiamo a disposizione per farlo, le migliori alternative green attualmente disponibili e quanto potrebbe costarci questa operazione di efficientamento energetico.

Stop alle caldaie dal 2040

In Italia il processo verso la dismissione delle caldaie a combustibili fossili è iniziato con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025. Nel documento sono stati esclusi per la prima volta ecobonus e bonus ristrutturazioni per chi aveva intenzione di sostituire i sistemi di riscaldamento invernali con caldaie a metano.

Il provvedimento comunitario arrivato negli ultimi giorni, invece, mira a fissare una data certa e non più procrastinabile: entro il 2040 questi sistemi di riscaldamento dovranno essere completamente sostituiti da alternative più sostenibili non basate sui combustibili fossili e i Governi dovranno adottare in autonomia misure efficaci per raggiungere in regola la scadenza.

Le migliori alternative alla caldaia

Ma quali sono le alternative alla caldaia a gas attualmente disponibili e più efficienti?

Uno dei migliori in assoluto sono le pompe di calore, sistemi basati sullo “scambio” tra aria (o acqua) esterna e interna e che non prevedono nessun tipo di combustione. Sistemi che hanno un consumo più basso di circa il 20-40% rispetto alle caldaie attualmente presenti nella maggior parte delle case degli italiani.

Le altre strade percorribili sono i sistemi di teleriscaldamento, le caldaie elettriche e il solare termico

La principale alternativa al cambio totale di sistema di riscaldamento è la riconversione delle caldaie attuali in caldaie alimentate con fonti rinnovabili come l’idrogeno e le biomasse. In questo caso, però, il processo richiede costi abbastanza onerosi.

Gli incentivi fiscali previsti per le ristrutturazioni energetiche

La nuova direttiva europea affronta un altro punto cruciale: la semplificazione delle procedure per l’autorizzazione dei nuovi interventi di ristrutturazione.

Ai Paesi UE viene imposto di predisporre una serie di misure definitive per stabilire in maniera puntuale tutti gli aspetti burocratici dell’eliminazione delle caldaie e dei nuovi interventi di riqualificazione.

Tra queste misure ci dovranno essere il chiarimento della personalità giuridica dei condomini (uno degli aspetti che più spesso rallenta l’assegnazione di misure di finanziamento), l’applicazione di riduzioni dell’Iva per chi decide di ristrutturare e sconti sull’Imu per i proprietari delle case che si impegnano in lavori strutturali per migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni.

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