PNC: fondi impassibili a spread, dazi e tensioni nel Governo Conte

Ufficio Studi Money.it

31 Maggio 2019 - 17:30

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Durante questa settimana, le posizioni short dei fondi istituzionali non hanno subito variazioni di rilievo, a dispetto della grande quantità di fattori endogeni che hanno pesato su Piazza Affari. Vediamo che quadro dipingono le Posizioni nette corte

PNC: fondi impassibili a spread, dazi e tensioni nel Governo Conte

Durante questa settimana sono stati molti i temi delicati da affrontare per il nostro Paese: dai risultati delle elezioni europee che hanno portato un cambiamento negli equilibri interni al Governo Conte, al forte aumento dello spread tra i BTp e i Bund. Oltre a questo, non si deve dimenticare anche la stangata del Pil del primo trimestre 2019, che ha deluso le attese del mercato.

Non mancano nemmeno le tensioni internazionali, con il Presidente Trump che a suon di tweet, da ultimo quello relativo ai dazi al Messico, fa crescere i timori degli operatori.

Ecco come è cambiata l’esposizione corta dei fondi a Piazza Affari

I fondi non sembrano reagire, perlomeno a Piazza Affari. Questo si nota osservando le variazioni delle posizioni nette corte tra questa e la scorsa ottava, che non evidenziano grandi movimenti di rilievo.

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Come si vede dalla nostra elaborazione, le due movimentazioni più importanti si rilevano ai due poli opposti del podio.

Da un lato si osserva l’aumento dell’esposizione corta dei fondi su un altro 0,57% del capitale di UBI Banca, dall’altro un abbassamento della pressione su Azimut, che beneficia di una diminuzione di una Pnc e dello 0,63% di capitale detenuto in ottica speculativa.

Nella top 10, continua a scalare posizioni BPER Banca, che in questa ottava vede messo all’angolo un altro 0,55% di capitale da parte degli operatori istituzionali.

Il quadro generale a Piazza Affari

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

In generale, non ci sono grandi stravolgimenti della classifica delle società più shortate dagli hedge funds rispetto alla scorsa ottava.

Dal grafico aggregato proposto, emerge come le più shortate restino UBI Banca, Banco BPM e Azimut, di cui le mani forti detengono rispettivamente il 6,41%, il 5,65% e il 5,14% di capitale sociale in ottica speculativa.

Più fortunate Leonardo, Fincantieri e Digital Bros, che vedono diminuire la quota di capitale in mano agli istituzionali al di sotto dello 0,50%, uscendo quindi dalla nostra classifica.

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