Azioni BPER e Popolare di Sondrio ancora osservate speciali a Piazza Affari. Occhio alle dichiarazioni dei piccoli azionisti della banca valtellinese.
L’offerta più alta messa sul piatto da BPER per convincere gli azionisti della Popolare di Sondrio ad aderire all’OPS lanciata lo scorso 6 febbraio non cambia la posizione dei piccoli soci della banca valtellinese, che continuano a rimandare al mittente la proposta di matrimonio.
Non solo: le dichiarazioni dei piccoli azionisti della Popolare di Sondrio hanno portato a suggerire che forse sarebbe meglio una ipotetitica offerta da parte della olandese ING che una di BPER, banca con cui Pop Sondrio condivide il maggiore azionista: la compagnia assicurativa bolognese Unipol, che detiene un pacchetto di maggioranza in entrambi gli istituti di credito. Quest’ultimo particolare, va sottolineato, più volte, e molto prima che BPER lanciasse la sua OPS, aveva portato Piazza Affari a scommettere sulle nozze tra i due gruppi.
Queste nozze tuttavia non piacciono sicuramente a “Insieme per la Popolare”, l’associazione dei piccoli azionisti della Banca Popolare di Sondrio, che oggi ha chiarito la sua posizione nel corso di una intervista rilasciata all’agenzia di stampa AdnKronos:
“Abbiamo letto tutti dell’interesse di ING, un gruppo finanziario di rilevanza globale che ha dimostrato nella sua storia di fare acquisizioni con forte logica industriale, rispettando le realtà locali e dando loro lo spazio e il tempo per integrarsi senza disperdere valore. Non sappiamo se l’interesse di ING sia ancora reale, certo non vorranno apparire come quelli che creano problemi in altri Paesi”.
Fatta questa premessa, l’associazione ha chiarito che “qui non si tratta di creare problemi ma di risolverli”, lanciando una stoccata in direzione dell’offerente BPER, che proprio non piace:
“ L’offerta di BPER è destinata a impoverire il sistema bancario italiano e le piccole e medie imprese che serve. Al nostro territorio occorre un partner con le spalle larghe e proiettato nel mondo: i tempi che ci attendono potremo affrontarli solo con un piede saldo in Europa”.
Ma dunque BPER non sarebbe la migliore candidata a convolare a nozze con la Popolare di Sondrio? La risposta di Insieme per la Popolare è categorica, e corrisponde a un no fermo:
“ No ” è la risposta dei piccoli soci, che sottolineano che è proprio la prospettiva del risiko bancario in corso in Italia a essere per definizione limitante. Ovvero?
La spiegazione è la seguente:
“Banca Popolare di Sondrio è radicata in Lombardia e nel nord Italia, principalmente in aree che scambiano più con la Germania che col resto dell’Italia. Le nostre imprese sono abituate a esportare e hanno sempre trovato in Banca Popolare di Sondrio un partner di servizio evoluto. Possibile che lo sguardo ora debba rimanere concentrato sui pochi gruppi italiani? Sia ben chiaro, la tentazione a preferire l’opzione domestica c’è anche per noi, ma se si tratta di un’opzione così problematica è dovere di tutti ricercare alternative migliori”.
Colpisce l’interesse, in un momento in cui in Italia sembra prevalere il diktat di operazioni di M&A a tutti i costi tra banche dello stesso sangue e DNA, ergo banche italiane, che i piccoli soci della Banca Popolare di Sondrio mostrano di avere nei confronti delle banche straniere, nel caso specifico della olandese ING, pur di non finire nella galassia di BPER.
Per quanto riguarda la questione del prezzo, interpellata sempre da AdnKronos, l’associazione ha ricordato che, “fino al rilancio di giovedì sera, l’offerta era a sconto rispetto alle quotazioni di mercato ”, rimarcando che, “nei fatti, era una non-offerta ” e che “nessun investitore razionale avrebbe aderito”.
Non è mancato lo stupore: “Sorprende che BPER abbia atteso così a lungo per un rilancio, ma sappiamo bene che nelle offerte pubbliche le adesioni si giocano tutte negli ultimi giorni. Insomma, la partita è aperta ”.
Insieme per la Popolare ha continuato, facendo e illustrando anche qualche calcolo:
“Il premio rispetto ai valori di borsa giovedì è modesto [a giovedì sera era del 3%, visto che 11,74 era il prezzo di chiusura Banca Popolare di Sondrio; concambio 1,45: vale a dire 11,10 in euro carta (ovvero azioni) BPER + 1 cash = 12,10], già sceso praticamente a zero il venerdì, vedendo come ha reagito il mercato nelle 24 ore successive”.
Basta questo per far dire ai piccoli azionisti che “non ci pare un premio sufficiente e non lo è neppure per il mercato, considerando che le sinergie che deriverebbero dall’operazione sono perlopiù costruite sui punti di forza della Popolare di Sondrio, con un apporto di Bper marginale”, ha detto ancora l’associazione, evidenziando anche che “ogni azionista retail agisce come ritiene, ma è evidente che in un’operazione così, con Unipol presente in entrambe le banche in una posizione di maggioranza relativa, quindi anche in entrambi i Consigli di Amministrazione, l’esistenza di un’associazione come la nostra non può che far bene”.
Per rimarcare anche alcuni dati di fatto: “Non bisogna ignorare che l’azionariato diffuso sul territorio detiene circa un terzo di Sondrio ”. E che, in ogni caso, “relativamente agli istituzionali, ci è stato detto per mesi che non avrebbero seguito le nostre logiche, eppure alla prova dei fatti le adesioni si sono rivelate molto modeste e Unipol ha dovuto aderire perché sennò non superavano l’1% a una settimana dalla chiusura ”.
La delusione per le aspettative deluse è stata rimarcata di nuovo dai piccoli soci della Pop di Sondrio: “ Ci saremmo attesi un rilancio maggiore, non dico doppio ma perlomeno superiore a euro 1,50. Sarebbe un bel modo per BPER di riconoscere il valore della Popolare di Sondrio, non solo a parole ma anche coi fatti”.
Scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, oggi le azioni Banca Popolare di Sondrio hanno chiuso in rialzo dell’1% circa, mentre i titoli di BPER hanno terminato la giornata di contrattazioni avanzando del 2% circa.
Vale la pena di ricordare che Popolare di Sondrio si è messa sotto i riflettori due mesi fa circa, a seguito di un allarme che è stato lanciato dalla BCE alla metà di maggio.
L’allarme è tuttavia prontamente rientrato, dopo che è stata la stessa banca valtellinese a chiarire che le ispezioni della BCE sul suo rischio di credito sono avvenute nel periodo compreso tra l’ottobre del 2022 e il mese di aprile del 2023, riferendosi a questo preciso lasso di tempo.
Con una nota che è stata diramata il 6 maggio scorso, la Popolare di Sondrio ha spiegato che l’esito dell’attività ispettiva condotta dalla BCE ha avuto per oggetto “ il rischio di credito e di controparte con specifico riferimento ai segmenti Corporate & Large e SME per un controvalore lordo in origine pari a 15,5 miliardi di euro ”.
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