Perché non sta funzionando il quoziente familiare?

Redazione Money Premium

10 Giugno 2023 - 07:48

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Il campo di applicazione del quoziente familiare, così come delineato dal Governo, è ancora molto limitato

Perché non sta funzionando il quoziente familiare?

Il Governo Meloni aveva pensato al quoziente familiare come uno strumento che avrebbe potuto sostituire parzialmente l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) in alcune applicazioni. L’ISEE considera i redditi, come il quoziente familiare, ma tiene conto anche del 20% del patrimonio mobiliare (il valore più alto tra la media del saldo sui conti correnti e quello alla fine dell’anno) e immobiliare (valutando se l’abitazione di residenza è di proprietà o in affitto) del nucleo familiare. L’ISEE attualmente consente l’accesso a una serie di agevolazioni sociali per le famiglie, come l’assegno unico.

Al momento però il sistema del quoziente familiare fatica a decollare. Nonostante il Decreto-legge Aiuti Quater (Dl n. 176/2022) del 2022 abbia delineato le linee guida per l’accesso al superbonus edilizio per i proprietari di abitazioni unifamiliari, finora è rimasto sulla carta. Non sono ancora state fornite indicazioni operative da parte dell’Agenzia delle Entrate, e allo stesso modo lo strumento non è stato ancora applicato a casi diversi dal 110% del valore dell’immobile.

Il funzionamento del quoziente familiare valorizza maggiormente il peso dei redditi nei calcoli, senza considerare i patrimoni mobiliari e immobiliari. Si basa su un reddito di riferimento, ottenuto come risultato di una frazione. Il numeratore rappresenta la somma dei redditi complessivi posseduti nell’anno precedente a quello in cui si sostiene la spesa di ristrutturazione (nel caso del superbonus) da parte del contribuente, del coniuge, del partner legale o convivente e degli altri familiari. In sostanza, si prendono in considerazione i redditi dell’intero nucleo familiare. Al denominatore si sommano diversi elementi: 1 per il contribuente, 1 per il coniuge o il partner legale o la persona convivente; se nel nucleo familiare sono presenti familiari a carico del contribuente, si aggiunge 0,5 per un familiare, 1 per due familiari o 2 per tre o più familiari. Ad esempio, per una coppia con due figli, il coefficiente con cui viene divisa la somma dei redditi complessivi è 3. Se però uno dei figli non è a carico dei genitori, il coefficiente diventa 2,5. Considerando che il limite di reddito per accedere al superbonus è di 15.000 euro, con un coefficiente di divisione di 3, una somma totale dei redditi di 45.000 euro consente di beneficiare dell’agevolazione. Con un coefficiente di 2,5, la somma massima si riduce a 37.500 euro. [...]

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