Pensione di reversibilità fratelli e sorelle: quando spetta e quanto

Claudio Garau

06/05/2022

02/12/2022 - 11:00

condividi

In base ai limiti indicati dalle norme vigenti in materia, anche fratelli e sorelle sono destinatari della pensione di reversibilità. La guida rapida ai requisiti.

Pensione di reversibilità fratelli e sorelle: quando spetta e quanto

Di seguito vogliamo considerare l’argomento della pensione ai superstiti, perché di immediata rilevanza pratica per molti. In particolare, vedremo come funziona questo istituto in relazione ai fratelli o sorelle dell’assicurato o pensionato deceduto. Ci sono infatti precise regole a riguardo.

Ebbene, ricordiamo subito che la pensione di reversibilità consiste di fatto in un trattamento economico riconosciuto dall’ente previdenziale ad alcuni familiari, individuati dalla legge. Ovviamente si tratta dei familiari del lavoratore o del pensionato deceduto.

Tecnicamente detta pensione consiste in una una prestazione previdenziale. Infatti, all’interno dei contributi pagati dal lavoratore alla propria gestione di previdenza, trova spazio la cd. aliquota IVS, vale a dire invalidità, vecchiaia e superstiti. In termini pratici, ciascun lavoratore versa i contributi non soltanto per garantire a sé stesso la pensione in vecchiaia o in caso di invalidità, ma anche per garantirla ai propri superstiti. Per quanto riguarda i fratelli o sorelle, quali regole valgono? A quali condizioni è assegnata loro la pensione di reversibilità? Scopriamolo in questo articolo, non prima però di aver fatto una sintetica panoramica sull’argomento in oggetto.

Pensione ai superstiti: reversibilità o pensione indiretta? Le ipotesi

Come appena accennato, appare opportuno spendere qualche parola circa il meccanismo generale dell’istituto. Ebbene, così come indicato nel sito web ufficiale dell’ente di previdenza sociale, la pensione ai superstiti consiste di fatto in un trattamento pensionistico assegnato in favore dei familiari superstiti:

  • in ipotesi di decesso del pensionato (pensione di reversibilità o pensione diretta);
  • in ipotesi di decesso dell’assicurato (pensione indiretta).

L’ammontare della pensione ai superstiti corrisponde ad una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto. In particolare, la pensione indiretta è prevista nelle circostanze nelle quali l’assicurato abbia perfezionato:

  • 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva;
  • oppure 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data della morte.

In linea generale, ricordiamo inoltre che l’ammontare dell’assegno è inversamente proporzionale al reddito dichiarato dai familiari beneficiari. Inoltre la pensione di reversibilità spetta a prescindere e al di là del tipo di lavoro svolto dal defunto (se dipendente, autonomo, assunto a tempo indeterminato o determinato).

Pensione di reversibilità: chi sono i destinatari?

Abbiamo appena visto che la pensione di reversibilità costituisce una delle due applicazioni pratiche della pensione ai superstiti, anche se nel linguaggio quotidiano le espressioni sono non di rado considerate come equivalenti.

Come accennato all’inizio di questo articolo, possono aver diritto alla pensione di reversibilità anche i fratelli o sorelle, ma è vero che la legge in materia prevede un elenco piuttosto ampio di soggetti per cui vale il trattamento pensionistico in quanto superstiti. Anzitutto troviamo:

  • il coniuge o l’unito civilmente;
  • il coniuge separato o divorziato (a particolari condizioni);
  • i figli (secondo specifiche condizioni).

Inps precisa inoltre che il superstite è considerato a carico dell’assicurato o del pensionato deceduto al sussistere delle condizioni di:

  • non autosufficienza economica;
  • mantenimento abituale.

L’essere a carico ha specifico rilievo con riferimento all’assegnazione o meno dell’indennità in oggetto ai figli. Inoltre conta con riferimento all’assegnazione dell’indennità ai fratelli o sorelle, come tra poco vedremo.

Per quanto attiene all’accertamento della cd. vivenza a carico, assume importanza la convivenza del superstite con il defunto. Inoltre, i figli studenti hanno diritto alla pensione ai superstiti e dunque alla reversibilità, anche laddove svolgano una attività lavorativa da cui deriva un reddito di ridotte dimensioni.

Pensione di reversibilità ai fratelli o sorelle: ecco in quali circostanze è assegnata

Onde comprendere a che condizioni è prevista la reversibilità per i fratelli o sorelle, è opportuno precisare quanto segue. In mancanza del coniuge e dei figli (o nipoti) del soggetto deceduto (pensionato o assicurato) o se, pur essendo in vita essi non abbiano diritto alla pensione in oggetto, a percepire l’importo della pensione saranno i genitori dell’assicurato o pensionato che, al momento del decesso di quest’ultimo:

  • abbiano compiuto il 65° anno di età;
  • non siano titolari di pensione;
  • siano a carico del lavoratore deceduto.

Veniamo ora al punto che qui interessa in particolare. In mancanza del coniuge, dei figli o del genitore o se, pur esistendo essi non abbiano diritto alla pensione in esame, l’Inps chiarisce che a percepire la somma, saranno appunto:

  • i fratelli celibi e sorelle nubili dell’assicurato o pensionato;
  • al momento della morte di quest’ultimo in condizione di inabilità al lavoro, non titolarità di pensione, ed a carico del lavoratore deceduto.

Per i fratelli e le sorelle, la perdita anche di uno solo di questi requisiti appena menzionati è motivo di immediata revoca della pensione. Si tratta insomma di requisiti che debbono tutti coesistere contemporaneamente. Per chiarezza ribadiamo altresì che i fratelli e le sorelle hanno diritto alla reversibilità, soltanto laddove manchino il coniuge, i figli ed i genitori o quando, pur esistendo, essi non ne abbiano titolo.

Pensione di reversibilità ai fratelli o sorelle: qual è l’aliquota di reversibilità di riferimento?

Sul piano strettamente ’economico’, la pensione di reversibilità ai fratelli o sorelle tiene conto della regola per cui l’importo è pari ad una quota percentuale della pensione già liquidata o che sarebbe spettata all’assicurato deceduto.

In particolare, le aliquote di reversibilità per i fratelli o sorelle - laddove essi abbiano diritto al relativo trattamento - sono fissate nelle seguenti misure: un fratello o sorella 15%; due fratelli o sorelle 30%.
La soglia cresce dunque in base al numero di fratelli (45% se i fratelli sono 3, 60% se sono 4, 75% quando sono 5, 90% per 6 fratelli, 100% quando i fratelli sono più di 7).

Pertanto, alla luce di quanto appena riportato, appare chiaro che le aliquote da applicare cambiano in base alla tipologia dei superstiti aventi diritto ed alla composizione del nucleo familiare. E appunto non sempre i fratelli o sorelle hanno diritto a questa indennità.

Alla pensione di reversibilità o indiretta è applicata altresì, in modo periodico, la perequazione, detta anche rivalutazione. Essa di fatto è l’adeguamento dell’importo del trattamento economico erogato dall’ente previdenziale all’inflazione.

Pensione ai superstiti: le modalità per fare domanda e la decorrenza

Come opportunamente rimarcato nel sito ufficiale dell’Inps, la domanda per la pensione ai superstiti deve essere effettuata via web all’istituto di previdenza con il servizio dedicato. Ciò appare conforme alla tendenza sempre più marcata verso la digitalizzazione dei servizi, in modo da contribuire a sburocratizzare il rapporto tra cittadino ed istituzioni e consentire un contatto più immediato.

Oltre a questa modalità, alternativamente ve ne sono altre. Infatti i superstiti - e dunque anche i fratelli o sorelle - possono fare riferimento:

  • al contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • agli enti di patronato e intermediari dell’istituto, con i servizi digitali offerti dagli stessi.

Ricordiamo infine che la pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese posteriore a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato.

Argomenti

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO