Peculato: significato, cos’è, esempi e pena

Isabella Policarpio

12/04/2021

12/04/2021 - 09:08

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Il significato giuridico del reato di peculato e peculato d’uso: come è punito, prescrizione e da chi può essere commesso.

Peculato: significato, cos’è, esempi e pena

Peculato è il reato previsto dal Codice penale che punisce un funzionario o autorità pubblica che si appropria di beni o denaro di cui dispone in ragione del proprio incarico.

Il significato di “peculato” infatti allude alla mala amministrazione della cosa pubblica.

Per questo reato è prevista la reclusione fino a 6 anni, con pene meno severe nel caso di peculato d’uso. Ecco disciplina ed esempi.

Peculato: cos’è e significato

Il significato letterale di peculato è “truffare, amministrare in modo disonesto” (da Treccani), per questo in ambito giuridico indica il reato commesso da chi si appropria di denaro o altra cosa mobile di cui abbia il possesso o la disponibilità in ragione del suo ufficio o servizio.

Può essere commesso esclusivamente da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio e mai da un privato cittadino (altrimenti si tratterebbe del reato di Appropriazione indebita).

Pena per peculato nel Codice penale

Il peculato è il reato previsto all’articolo 314 del Codice penale commesso da un pubblico ufficiale o incaricato di un pubblico servizio che “avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui” se ne appropria.

L’appropriazione può essere permanente o temporanea (nel caso di peculato d’uso) e ciò condiziona il quantum della pena:

  • la reclusione da 3 a 10 anni nella prima ipotesi;
  • la reclusione da 6 mesi a 3 anni nel peculato d’uso, quindi temporaneo.

Il peculato d’uso

Al secondo comma dell’articolo 314 del Codice penale è prevista la fattispecie di peculato d’uso (introdotta nel 1990) che si distingue per la temporaneità dell’uso dei beni o del denaro sottratti che, in un momento successivo, vengono restituiti.

Il peculato d’uso, essendo meno grave, è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Peculato per distrazione

Questa è una tipologia di peculato che si ha quando l’oggetto materiale del reato (denaro o altri beni) viene destinato ad uno scopo diverso da quello originariamente previsto. Tale attività dev’essere finalizzata a conseguire scopi estranei alle finalità istituzionali.

Tuttavia il reato di peculato per distrazione è stato cancellato come condotta specifica con la riforma n. 86/1990, ciò al fine di evitare eventuali distorsioni interpretative.

La restituzione delle somme

In caso di restituzione delle somme - ovvero quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare un uso momentaneo della cosa/denaro - la pena è inferiore: la reclusione da 6 mesi a 3 anni.

Prescrizione

Il reato di peculato si prescrive nel termine di 10 anni e 6 mesi e di 6 anni nel caso di peculato d’uso.

La prescrizione, lo ricordiamo, corrisponde al tempo massimo della pena prevista dal Codice penale.

Differenza con l’appropriazione indebita

Spesso il peculato viene confuso con un altro reato con cui ha diversi punti in comune: l’appropriazione indebita (articolo 646 del Codice penale).

Anche in questo caso c’è l’illecita appropriazione di beni/denaro altrui di cui il colpevole ha momentaneamente il possesso ma - a differenza del peculato - tale condotta può essere commessa da qualsiasi cittadino e non da un pubblico ufficiale/incaricato di un pubblico ufficio.

La pena per l’appropriazione indebita è meno grave del peculato: “la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 1.000 a euro 3.000.”

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