Pagamenti in contanti: cosa cambia dal 1° gennaio 2022 e cosa si rischia

Rosaria Imparato

25 Ottobre 2021 - 10:45

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Dal 1° gennaio 2022 scatta il nuovo limite a 1.000 euro per i pagamenti in contanti: cosa cambia per le operazioni e cosa si rischia oltrepassando questa soglia.

Pagamenti in contanti: cosa cambia dal 1° gennaio 2022 e cosa si rischia

Dal 1° gennaio 2022 entra in vigore un cambiamento non da poco nei pagamenti in contati: scatta, infatti, il nuovo limite a 1.000 euro.

Dal prossimo anno si dovranno seguire nuove regole e per chi non si attiene al nuovo limite il rischio è di incorrere in sanzioni salate.

La nuova soglia massima, messa in calendario dal decreto Fiscale 2020, è stato confermato anche durante il question time del 13 ottobre dal sottosegretario MEF Federico Freni: chi si aspettava qualche novità con la Legge di Bilancio dovrà arrendersi al piano antievasione fiscale.

Il piano Italia cashless del Governo Conte è rimasto in piedi, seppur modificato: oltre a una soglia più bassa per i pagamenti in contante, il progetto per la lotta all’evasione puntava sul cashback (in bilico per il 2022) e sulla lotteria degli scontrini.

Pagamenti in contanti: cosa cambia dal 1° gennaio 2022

Novità in arrivo a partire dal prossimo anno: il 1° gennaio 2022 si apre con il nuovo limite per i pagamenti in contanti fissato a 1.000 euro.

A cambiare la soglia massima per i pagamenti cash è stato il decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, che imposto il limite di 2.000 euro fino al 31 dicembre 2021, per poi dimezzare l’importo consentito dal 1° gennaio 2022.

Cosa cambia dal punto di vista pratico? Dal 2022 saranno consentiti pagamenti in contanti solo fino a 999,99 euro a un’altra persona o azienda.

Per i pagamenti oltre questo importo bisogna usare strumenti tracciabili: bonifico bancario o postale, bancomat, carta di credito o debito.

Pagamenti in contanti dal 1° gennaio 2022: cosa rischia chi non rispetta il limite dei 1.000 euro

Il limite di 1.000 euro per i pagamenti in contanti si applica a tutte le operazioni: sia acquisti in negozio che saldo di prestazioni professionali, così come i rapporti tra soci e società.

Attenzione, perché questo non significa che non si possa più prelevare dal proprio conto, o effettuare un versamento, superiore a tale importo. In caso di prelievo superiore a 1.000 euro però ricordiamo che la banca chiederà di giustificare l’operazione, e in base alla risposta decidere se segnalare o meno il prelievo all’Unità di informazione Finanziaria.

Il rischio quindi, oltre ad avere una sanzione dai 3.000 ai 5.000 euro, è anche quello di finire nei controlli antiriciclaggio e finire nel radar dell’Agenzia delle Entrate.

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