I 15 Paesi più pericolosi al mondo da visitare

Emanuele Di Baldo

15 Ottobre 2025 - 17:59

Quali sono gli Stati e i posti più pericolosi del mondo secondo le classifiche di settore? Ecco i Paesi da evitare per le vacanze e non solo.

I 15 Paesi più pericolosi al mondo da visitare

Viaggiare è una delle esperienze più arricchenti che possiamo desiderare: immergersi in culture diverse, scoprire paesaggi mozzafiato, assaporare cuisine uniche. Ma accanto al fascino di mete lontane, c’è sempre un lato oscuro: la sicurezza. Quali nazioni oggi sono più rischiose? Quali condizioni bisognerebbe conoscere prima di partire? E come vengono stilate queste classifiche?

Una delle fonti più citate nel 2025 è HelloSafe Safety Index, una classifica che valuta i Paesi del mondo sulla base di 35 criteri oggettivi: disastri naturali, violenza nella società, conflitti armati, infrastrutture sanitarie, grado di militarizzazione, fra gli altri.

L’indice va da 0 (paesi considerati i più sicuri) a 100 (i meno sicuri). Un valore alto significa più rischi: criminalità, instabilità politica, conflitti, problemi sanitari o effetti di calamità naturali.

È importante però tener presente che alcune classifiche, inclusa quella di HelloSafe, sono oggetto di critiche: ad esempio, le Filippine sono state inizialmente classificate come paese meno sicuro, con punteggio di 82,32, ma poi le stesse autorità locali - e non solo - hanno contestato la metodologia e la correttezza dei dati.

Nonostante ciò, queste analisi offrono solitamente un quadro utile: non sono destinati a scoraggiare il turismo in assoluto, ma a mettere in guardia sui rischi collettivi, su zone interne o specifiche aree da evitare, non su paesi interi come se fossero monolitici. Quindi, conoscerli serve per viaggiare meglio, informati, prudenti, preparati.

Ecco dunque, secondo l’HelloSafe Safety Index aggiornato al 2025 (e corroborato da altre fonti), una panoramica dei 15 Paesi più pericolosi - non solo per vacanze, ovviamente, ma per chiunque si sposti, per turismo, lavoro, o esplorazione. Capiamo il perché dietro al rischio: storia recente, conflitti, condizioni sanitarie, violenza e disastri naturali.

1) Filippine

Come anticipato, le Filippine sono state classificate come il Paese più pericoloso secondo l’HelloSafe Safety Index, con un punteggio di 82,32 su 100.

Uno dei rischi principali del viaggiare nelle Filippine è la presenza di conflitti armati e attività terroristiche, in particolare nella regione di Mindanao. Qui operano gruppi militanti come Abu Sayyaf, noti per attacchi terroristici e rapimenti. Anche diversi conflitti tra le forze governative e i gruppi ribelli possono rappresentare un serio pericolo per i viaggiatori e rendono alcune zone instabili e insicure.

In città come Manila e Cebu, si registrano alti tassi di furti, rapine e scippi. Anche in alcune aree rurali e periferiche si riscontra una certa pericolosità a causa dell’elevata presenza di criminalità.

Le Filippine sono poi colpite frequentemente da disastri naturali. I tifoni sono eventi comuni e possono causare gravi inondazioni e danni alle infrastrutture, rendendo difficili gli spostamenti e mettendo a rischio la vita dei residenti e dei turisti. Situato lungo la Cintura di Fuoco del Pacifico, il Paese è esposto a terremoti e attività vulcanica, che possono verificarsi senza preavviso e con conseguenze devastanti.

2) Colombia

La Colombia figura al secondo posto nella classifica dei Paesi meno sicuri, con un punteggio di 79,21.

In alcune aree della Colombia, la criminalità è un problema rilevante. Bogotá, Medellín e Cali registrano alti tassi di furti, rapine e scippi, specialmente nelle zone turistiche e nei luoghi affollati. La presenza di gruppi armati e attività legate al narcotraffico, soprattutto nelle regioni rurali e di confine, aumentano il grado di pericolosità del Paese. Alcune aree, in particolare nelle zone di confine con il Venezuela e lungo la costa pacifica, sono note per l’attività di gruppi criminali e guerriglieri.

La Colombia è situata in una zona sismicamente attiva e la stagione delle piogge può portare a inondazioni e frane, che possono ostacolare i trasporti e causare danni alle infrastrutture.

3) Messico

Il Messico è terzo nella classifica con un punteggio di 78,42. Presenta rischi legati alla criminalità, soprattutto nelle grandi città e nelle zone di confine, con furti, rapine e sequestri. Alcune regioni sono influenzate dalla violenza dei cartelli della droga. Anche i disastri naturali, come terremoti e uragani, rappresentano un pericolo.

Storicamente il Messico ha alternato periodi di maggiore tensione con tentativi di miglioramento dell’ordine pubblico, ma alcune regioni restano pericolose, soprattutto se ci si allontana dai circuiti turistici principali.

4) India

L’India è un Paese di contrasti davvero unici, dove la spiritualità millenaria incontra la complessità di una nazione in costante crescita. Eppure, dietro il fascino del Taj Mahal o i colori di Jaipur, si celano anche sfide profonde legate alla sicurezza. Secondo l’indice HelloSafe 2025, l’India è al quarto posto tra i Paesi più pericolosi del mondo, con un punteggio di circa 77,8 su 100. Le ragioni sono molteplici: il rischio di violenza urbana e politica, tensioni religiose e di casta, nonché l’ampia disparità tra le aree metropolitane e le zone rurali dove i servizi essenziali scarseggiano.

Negli ultimi anni, manifestazioni di piazza e conflitti interni hanno spesso generato scontri con le forze di sicurezza, soprattutto negli Stati del nord. A questi si aggiungono i rischi ambientali: l’India è una delle nazioni più esposte a inondazioni, ondate di calore e cicloni tropicali. Anche l’inquinamento atmosferico, tra i più alti al mondo, costituisce un pericolo per la salute pubblica. Tuttavia, nonostante le criticità, milioni di turisti continuano a visitarla ogni anno, attratti da un patrimonio culturale unico e da un’ospitalità che, nelle aree turistiche principali, resta calorosa e accogliente.

5) Russia

Con la guerra in Ucraina ancora in corso e un crescente isolamento internazionale, la Russia è oggi uno dei Paesi più complessi e imprevedibili al mondo. Il suo punteggio nell’indice HelloSafe 2025 (75,6 su 100) riflette il livello elevato di rischio, non solo militare ma anche civile.

Le aree al confine occidentale e meridionale restano altamente instabili, mentre le sanzioni internazionali hanno aggravato la crisi economica e ridotto la disponibilità di beni e servizi. A Mosca e San Pietroburgo la vita quotidiana appare più controllata che pericolosa, ma la sorveglianza politica e la repressione del dissenso creano un clima di incertezza. Viaggiare in Russia oggi significa confrontarsi con restrizioni severe, difficoltà logistiche e tensioni che rendono il Paese, più che ostile, profondamente teso.

6) Yemen

Lo Yemen rappresenta una delle più gravi crisi umanitarie del pianeta. Dopo anni di guerra civile, il Paese rimane frammentato, impoverito e devastato da bombardamenti, epidemie e carestie. Con un indice di rischio di 74,6, è considerato una zona quasi inaccessibile per i viaggiatori. Le infrastrutture sono al collasso, gli ospedali mancano di farmaci e personale, e in molte aree del nord le autorità centrali non esercitano alcun controllo.

La presenza di gruppi armati e il rischio di attacchi aerei o attentati fanno sì che ogni spostamento interno sia potenzialmente pericoloso. Anche le agenzie umanitarie operano con estrema cautela. Lo Yemen, ricco di storia e paesaggi straordinari, resta oggi un Paese sospeso tra emergenza e sopravvivenza.

7) Indonesia

L’Indonesia è un arcipelago di oltre 17.000 isole che affascina milioni di turisti ogni anno, ma la sua bellezza naturale convive con rischi importanti. Secondo HelloSafe, con un punteggio di 72,9, il Paese è il settimo più pericoloso al mondo. Qui il pericolo non nasce tanto da conflitti o criminalità diffusa, quanto dalla forza della natura: terremoti, tsunami e eruzioni vulcaniche sono fenomeni ricorrenti.

La nazione si trova infatti sulla “Cintura di Fuoco del Pacifico”, dove le placche tettoniche si incontrano e si scontrano. Alcune zone, come Bali o Lombok, sono generalmente sicure, ma altre – come Sulawesi o Papua – restano teatro di tensioni sociali e scontri locali. L’instabilità climatica e infrastrutturale rende necessaria prudenza anche nei viaggi interni.

8) Somalia

Da decenni la Somalia è sinonimo di instabilità. Inserita all’ottavo posto tra i Paesi più pericolosi, con un punteggio di 70,8, resta uno degli stati più fragili del continente africano. Il governo controlla solo parte del territorio, mentre vaste aree del centro e del sud sono dominate da milizie armate come al-Shabaab, responsabili di attentati, sequestri e attacchi terroristici.

La capitale Mogadiscio alterna brevi periodi di calma a improvvise ondate di violenza. Oltre al conflitto armato, la Somalia affronta gravi crisi alimentari e sanitarie, con siccità prolungate che aggravano le condizioni di vita della popolazione. Viaggiare qui è sconsigliato: mancano infrastrutture, assistenza medica e garanzie minime di sicurezza.

9) Mozambico

Il Mozambico, nonostante la sua bellezza naturale e le coste incontaminate, figura tra i Paesi meno sicuri del 2025. Con un punteggio di 69,7, il rischio principale è rappresentato dall’instabilità nel nord, dove la provincia di Cabo Delgado è da anni teatro di un’insurrezione jihadista. Attacchi contro civili e forze governative si alternano a periodi di tregua fragile, mentre le regioni centrali soffrono le conseguenze di cicloni e inondazioni sempre più frequenti.

Le città costiere come Maputo o Tofo restano relativamente tranquille, ma le aree interne sono difficili da raggiungere e spesso prive di sicurezza. L’instabilità politica, unita alle difficoltà economiche, mantiene il Mozambico in una posizione di vulnerabilità cronica.

10) Pakistan

Con un indice di circa 68, anche il Pakistan rimane un Paese ad alto rischio, nonostante la sua straordinaria eredità culturale e religiosa. Le tensioni politiche e le rivalità interne, unite a un rischio terrorismo ancora presente in alcune regioni, alimentano un clima di incertezza. Le aree tribali al confine con l’Afghanistan sono considerate tra le più pericolose del mondo, mentre a Islamabad e Karachi si alternano zone sicure e quartieri ad alto tasso di criminalità.

Inoltre, la fragilità economica e infrastrutturale pesa sulla sicurezza complessiva: blackout, strade dissestate e carenze sanitarie rendono complicato affrontare emergenze. Nonostante ciò, il Pakistan resta meta per viaggiatori esperti e curiosi, attratti dal fascino dell’Himalaya e dalle antiche città della Via della Seta.

11) Venezuela

Il Venezuela, un tempo tra i Paesi più prosperi dell’America Latina, vive da anni una crisi profonda. Con un punteggio di 64,0, è considerato l’undicesimo Paese più pericoloso al mondo. La criminalità urbana è altissima, con rapine, sequestri e violenze che colpiscono anche aree centrali di Caracas e Maracaibo. L’inflazione fuori controllo, la scarsità di beni essenziali e la corruzione diffusa aggravano la sensazione di precarietà quotidiana.

Le infrastrutture sanitarie e di trasporto sono al limite del collasso, e molti cittadini hanno lasciato il Paese negli ultimi anni. Nonostante i tentativi di stabilizzazione del governo, il Venezuela resta una nazione sospesa tra crisi economica e emergenza sociale, dove il turismo è diventato un lusso rischioso.

12) Iran

L’Iran, con un punteggio di 61,6, continua a essere al centro di tensioni internazionali e interne. Le proteste popolari degli ultimi anni, represse con forza dalle autorità, hanno mostrato il malcontento crescente della popolazione verso il regime. A questo si sommano restrizioni severe per i viaggiatori stranieri, rischi legati alla sicurezza informatica, alla libertà di stampa e alla possibilità di arresti arbitrari.

Sul fronte geopolitico, il Paese rimane vulnerabile a escalation militari, specialmente per i rapporti tesi con Israele e le sanzioni occidentali. Tuttavia, l’Iran conserva un patrimonio storico e culturale straordinario, che attrarrebbe ancora tanti turisti vogliosi di scoperta.

13) Siria

Dopo oltre un decennio di guerra civile, la Siria resta uno dei luoghi più pericolosi e instabili del pianeta. Con un indice di 60,8, il Paese continua a essere diviso tra fazioni, eserciti stranieri e gruppi armati locali. Molte città, da Aleppo a Homs, portano ancora i segni della devastazione, e mine inesplose e residui bellici rappresentano un rischio reale anche nelle aree “riconquistate”.

Il sistema sanitario è collassato, e gli spostamenti sono soggetti a permessi militari. Nonostante qualche sforzo di ricostruzione e la riapertura parziale di Damasco, la Siria rimane un territorio dove la sicurezza è minima e il turismo praticamente inesistente.

14) Stati Uniti

Che gli USA compaiano in questa lista può sorprendere, ma il punteggio di 59,4 evidenzia problemi specifici: violenza armata, disuguaglianze sociali e criminalità urbana. In molte grandi città – da Chicago a New Orleans – i tassi di omicidio restano tra i più alti del mondo sviluppato.

A ciò si aggiungono episodi di sparatorie di massa e tensioni razziali che minano la percezione di sicurezza. Sebbene la maggior parte delle aree turistiche sia perfettamente sicura, il rischio è diffuso e reale per chi cerca qualcosa di diverso. Gli esperti sottolineano che il problema non riguarda instabilità politica o terrorismo, ma una cultura della violenza interna in alcune aree specifiche difficile da arginare.

15) Bangladesh

Chiude la classifica dei Paesi più pericolosi al mondo il Bangladesh, con un indice di 58,8. Paese densamente popolato e vulnerabile ai cambiamenti climatici, è soggetto a cicloni, alluvioni e crisi umanitarie ricorrenti. Le tensioni politiche interne e gli scontri tra governo e opposizione generano proteste violente, mentre la crisi dei rifugiati Rohingya, concentrata nel sud-est, alimenta tensioni sociali e pressioni sulle infrastrutture locali.

Le condizioni sanitarie restano precarie in gran parte del Paese, e l’accesso ai servizi di emergenza è limitato. Tuttavia, il Bangladesh conserva un popolo straordinariamente resiliente e un’economia in lenta crescita, segno di un Paese che, pur in difficoltà, cerca ancora di guardare al futuro.

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