Opzione donna 2024, i nuovi requisiti spiegati

Simone Micocci

25 Ottobre 2023 - 14:18

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Opzione Donna, i nuovi requisiti in vigore dal 1° gennaio 2024 spiegati: ecco cosa cambia con la legge di Bilancio.

Opzione donna 2024, i nuovi requisiti spiegati

Peggiora ancora Opzione Donna alla quale nel 2024 potranno accedere ancora meno lavoratrici rispetto a quelle che vi hanno fatto ricorso nel 2023. Con il testo della legge di Bilancio 2024 (bozza aggiornata al 24 ottobre 2023) si legge infatti di una conferma di Opzione donna ma con un requisito anagrafico innalzato, mantenendo tra l’altro il vincolo per cui a potervi accedere sono solamente le lavoratrici appartenenti alle categorie che necessitano di una maggior tutela.

Non solo quindi per Opzione Donna non c’è il tanto desiderato ritorno al passato: il governo è riuscito persino nel’arduo compito di peggiorare ulteriormente le regole per l’accesso alla pensione anticipata, limitandone l’accesso a un minor numero di lavoratrici e mantenendo le sperequazioni previste dalla manovra dello scorso anno.

Alla luce delle novità introdotte dalla legge di Bilancio, ecco come cambia Opzione Donna nel 2024 e quali sono le lavoratrici che potranno approfittarne.

Opzione Donna 2023, cambia l’età anagrafica

Il solo cambiamento rispetto allo scorso anno - e ciò come vedremo di seguito non rappresenta una buona notizia - riguarda l’età anagrafica. Nel dettaglio, per smettere di lavorare con largo anticipo non basteranno più 60 anni di età, bensì 61 anni con la possibilità di ridurli di 12 mesi per ogni figlio fino a un massimo di 59 anni.

Di fatto, vengono escluse le nate nel 1963 senza figli, le nate nel 1964 con un figlio e le nate nel 1965 con due o più figli.

Contributi

Nessuna variazione neppure per quanto riguarda i contributi: anche nel 2024 è richiesta una contribuzione di almeno 35 anni per andare in pensione con Opzione Donna.

Categorie

Qui la nota dolente: anche nel 2024 Opzione Donna resta riservata a coloro che fanno parte di una delle categorie già individuate dalla legge di Bilancio scorsa. Il che significa che vi potranno accedere coloro che soddisfano i suddetti requisiti e nel contempo appartengono a una delle seguenti categorie:

  • caregiver, ossia coloro che assistono, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno 6 mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 1992/104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
  • invalide con riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • sono lavoratrici dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Il tavolo di confronto deve essere attivo alla data del 1° gennaio 2024 ovvero deve essere stato attivato in data successiva.

In quest’ultimo caso resta salva la possibilità di accedere a Opzione Donna con 59 anni di età indipendentemente dal numero dei figli a carico.

Non bisogna però commettere l’errore di pensare che tutte le lavoratrici dipendenti o licenziate possano accedere a Opzione Donna: il fatto che sia necessario un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, infatti, riserva questa possibilità alle sole lavoratrici impiegate in grandi aziende, escludendo - la maggior parte - quelle che invece sono occupate per piccolo o medie imprese.

Entro quando vanno maturati i requisiti

Con la proroga in legge di Bilancio 2024 viene esteso il termine entro cui vanno soddisfatti i requisiti per l’accesso a Opzione Donna: ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2023.

Finestre mobili

Restano valide le finestre mobili per l’accesso a Opzione Donna. La pensione, quindi, decorre:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Ricalcolo contributivo

Confermata anche la penalizzazione in uscita per coloro che accedono a Opzione Donna: chi rientra nelle suddette categorie e soddisfa i requisiti per andare in pensione in anticipo, deve comunque accettare che anche i contributi accreditati nel regime retributivo vengano trasformati in pensione attraverso l’applicazione delle regole del contributivo. Un ricalcolo che inevitabilmente comporterà una penalizzazione dell’assegno percepito.

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