Notifica degli atti, quanto costa ai cittadini?

Nadia Pascale

5 Maggio 2023 - 11:34

condividi

Ricevere una cartella esattoriale o un sollecito di pagamento non è piacevole, a ciò si aggiunge che sono a carico del destinatario anche le spese di notifica degli atti. Ecco gli importi aggiornati

Notifica degli atti, quanto costa ai cittadini?

Con decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze del 14 aprile 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 aprile, è stato aggiornato il tariffario per la notifica degli atti impositivi, di contestazione delle sanzioni e solleciti di pagamento emanati dagli enti locali e dai concessionari affidatari del servizio di accertamento e riscossione.

Ricordiamo che il costo delle spese di notifica sono a carico del contribuente.
Con il decreto in oggetto le spese di notifica degli atti sono stabilite in modo forfettario e cambiano in base al mezzo utilizzato per la notifica, cioè servizio postale, messo comunale, ufficiale giudiziario, messo notificatore.

Ecco quali sono gli importi che saranno a carico dei cittadini per la notifica degli atti.

Le tariffe per le spese di notifica

Quando l’amministrazione deve notificare degli atti, sostiene le spese per la notifica e naturalmente sposta tale carico sui destinatari della stessa comunicazione.

In base allo strumento di cui si avvale, che può cambiare anche in base alla tipologia di atto da notificare, sono applicate spese diverse. Le stesse sono determinate in modo forfettario, cioè non corrispondono a quanto effettivamente pagato dall’amministrazione per la stessa notifica, ma si tratta di somme “una tantum” decise dal Mef per le varie tipologie.

Il decreto del Mef del 14 aprile 2023 provvede ad aggiornare gli importi delle spese di notifica per atti impositivi, atti di accertamento, solleciti di pagamento, atti di ricorso a sanzioni notificati dalle amministrazioni locali o dai concessionari, si applicano le seguenti tariffe:

  • raccomandata con avviso di ricevimento: 7,83 euro;
  • raccomandata semplice: 6,51 euro;
  • posta elettronica certificata: 2 euro;
  • posta elettronica ordinaria: 1,33 euro;
  • avvisi ai contribuenti, ai sensi degli articoli 60 del dpr 600/1973 e 14 della legge 890/1982 ( procedura prevista per gli atti giudiziari caratterizzati da busta verde): 11,55 euro;
  • notifiche eseguite all’estero: 12,19 euro.

Le amministrazioni come scelgono la procedura di notifica?

Visto che alcuni strumenti di notifica sono decisamente costosi, molti si chiedono in che modo le amministrazioni scelgono quale strumento utilizzare. In alcuni casi per i vari atti è prevista una procedura specifica di notifica e questo può naturalmente portare a un addebito minore o maggiore a carico dei cittadini.
Con vari interventi giurisprudenziali sono stati chiariti gli strumenti utilizzabili, ad esempio per la notifica degli atti impositivi è possibile procedere attraverso il servizio postale ordinario.

Per quanto invece riguarda gli atti tributari è possibile scegliere tra il servizio di posta ordinaria o la raccomandata con ricevuta di ritorno (che offre maggiori garanzie), ma non è imposto alle amministrazioni di avvalersi della notifica di atti giudiziari.

Le linee guida generali richiedono che possa essere utilizzata una forma semplificata di notifica, quindi la meno costosa, l’importante è garantire una veloce realizzazione del credito fiscale.

Sulla stessa linea è la Corte di cassazione che nella sentenza 28872/2018 sottolinea l’importanza di una forma semplificata di notificazione che risponda a un’esigenza pubblicistica di pronta realizzazione del carico fiscale.

In caso di utilizzo del servizio postale ordinario naturalmente non viene rilasciata la relata di notifica, ma l’amministrazione deve comunque dimostrare di avere correttamente consegnato il plico al destinatario o al consegnatario.

Non solo spese di notifica degli atti, fissate anche le spese per le procedure esecutive

Nel decreto 14 del Mef sono fissate anche le spese per le procedure esecutive qui sinteticamente indicate:

  • pignoramento mobiliare: 26 euro;
  • pignoramento presso terzi: 28 euro;
  • pignoramento immobiliare o di mobili registrati: 248 euro;
  • Istanza di insinuazione nelle procedure concorsuali: 212 euro;
  • incanto mobiliare: 13 euro;
  • incanto immobiliare: 57 euro;
  • vendita a trattativa privata: 17 euro;
  • Iscrizione di causa a ruolo: 11 euro;
  • singola udienza davanti al giudice: 57 euro;
  • progetto di attribuzione del ricavato: 38 euro;
  • richiesta di registrazione: 11 euro;
  • asporto per procedure eseguite nell’aggregato urbano: 35 euro;
  • asporto per procedure eseguite al di fuori dell’aggregato urbano: 57 euro.

Ricordiamo che in caso di procedure esecutive su beni mobili registrati è necessario versare anche le somme per il deposito dei beni. Queste, in base alla tipologia di veicolo e al valore, variano da 3,90 euro al giorno fino a 68 euro. Ad esempio, per il deposito di un autoveicolo con valore fino a euro 2.582 per i primi trenta giorni è previsto una spesa di 29,70 euro, per i giorni successivi si applica una maggiorazione di 1,10 euro al giorno. Gli importi aumentano per veicoli di maggiore valore.

Argomenti

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO