I nostri genitori ci hanno fatto un regalo 12 anni fa. Oggi devo €50.000 a mio fratello, ecco perché

Alessandro Nuzzo

23 Ottobre 2025 - 19:41

Un caso che mostra come sia importante scegliere la giusta modalità di donazione per evitare episodi simili.

I nostri genitori ci hanno fatto un regalo 12 anni fa. Oggi devo €50.000 a mio fratello, ecco perché

Per dei genitori, la scelta di effettuare una donazione ai propri figli è sempre molto importante, ma deve essere fatta nel modo giusto per evitare problemi in futuro. Potrebbe infatti verificarsi qualcosa di spiacevole, proprio come accaduto a questa famiglia francese.

Il caso è stato segnalato da Le Figaro. Si tratta di una coppia di genitori che, nel 2013, aveva deciso di fare un regalo ai propri due figli, usufruendo anche di alcune agevolazioni fiscali. Il dono consisteva in un appartamento a testa, del valore identico di 300.000 euro: uno situato a Parigi e l’altro nella periferia della capitale francese.

Ogni genitore ha potuto beneficiare di una detrazione fiscale di 100.000 euro, per un totale di 200.000 euro per figlio, rinnovabili ogni 15 anni. I restanti 100.000 euro sono stati tassati fino al 20%. I due fratelli hanno quindi dovuto versare 17.000 euro ciascuno per la donazione ricevuta.

Perché dopo 12 anni un fratello deve 50.000 euro

La sorpresa è arrivata dodici anni dopo, quando il padre, l’ultimo sopravvissuto della coppia, è venuto a mancare. Durante un incontro dal notaio per l’eredità, i due fratelli hanno scoperto che i genitori avevano scelto il metodo meno appropriato per effettuare la donazione. In dodici anni, infatti, i due immobili non avevano seguito la stessa evoluzione di mercato: uno aveva acquisito un valore più alto rispetto all’altro. Per questo motivo, il fratello proprietario dell’appartamento più costoso doveva versare 50.000 euro al fratello titolare di quello dal valore inferiore.

Ciò avviene perché, in presenza di più donazioni semplici durante la vita dei genitori, al momento della successione il valore globale viene ricalcolato. I notai agiscono come se i beni fossero ancora presenti nell’eredità, rivalutando l’insieme del patrimonio. Se due donazioni hanno riguardato beni che si sono evoluti in modo diverso nel tempo, le quote non risultano più equilibrate: l’uguaglianza tra gli eredi deve quindi essere ristabilita. Chi possiede un bene cresciuto di valore è tenuto a versare un’indennità al fratello o alla sorella. A prevalere, in ogni caso, è il principio di equità assoluta tra i figli.

Questo riequilibrio può creare tensioni familiari, soprattutto se chi deve pagare l’indennizzo non è in grado di farlo e si trova costretto a vendere la propria proprietà. Nel caso specifico, tuttavia, la questione è stata risolta rapidamente grazie a un accordo amichevole tra i due fratelli.

Come evitare episodi simili

Una discrepanza del genere si sarebbe potuta evitare con un testamento che specificasse che i beni donati non sarebbero stati inclusi nella successione. Tuttavia, anche questa soluzione ha dei limiti. «Se il bene donato è aumentato di valore e supera la cosiddetta quota disponibile, l’eccedenza deve essere compensata da un’indennità di riduzione», ha spiegato la notaia Elise Mabille.

La strada più sicura resta quella della donazione condivisa. Invece di donare separatamente un bene a ciascun figlio, sarebbe stato meglio effettuare una donazione unica che comprendesse entrambi gli immobili contemporaneamente. In questo modo non c’è rischio che, al momento dell’eredità, un bene abbia un valore superiore all’altro. È dunque fondamentale prestare attenzione quando si decide di fare una donazione in vita: rivolgersi a professionisti esperti in materia di successioni e donazioni può evitare costosi problemi in futuro.

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