La Casa del Cinema di Napoli utilizzata ccome ambientazione di film ma anche fiction e spot. Verrà realizzata al primo piano di Palazzo Cavalcanti di via Toledo. Ecco gli interventi in Consiglio e Comunicato stampa di Vincenzo Moretto capogruppo di Prima Napoli.
Il Consiglio comunale di Napoli il 5 ottobre ha approvato la delibera n.476 del 7 settembre 2017 sulle variazioni compensative del Bilancio di previsione 2017/2019 relativa alla parte “Spesa annualità 2017” per l’istituzione della “Casa del cinema” .
La delibera ha per oggetto la riprogrammazione del fondo dell’assessorato alla cultura e turismo per interventi di adeguamento del primo piano del palazzo Cavalcanti di via Toledo di proprietà del Comune che ospiterà registi, sceneggiatori e maestranze varie.
Cos’è la Casa del Cinema di Napoli?
Sarà una struttura per ambientazione di film ma anche di fiction e spot.
L’idea è stata dell’assessore comunale alla cultura Nino Daniele che ad agosto aveva elaborato una disposizione dirigenziale in cui si affermava che la creazione di una “Casa del cinema creerebbe ancora maggiore sviluppo in questo momento assai favorevole per la produzione di audiovisivi a Napoli”.
La proposta è stata recepita e approvata dalla commissione comunale della Cultura e la Presidente Elena Coccia in consiglio ha ripercorso le molte iniziative che vedono protagonista la cinematografia napoletana e ha auspicato la riqualificazione del palazzo che la dovrà ospitare.
Sulla delibera non sono mancati interventi critici come quello della consigliere Menna (Mov. 5 Stelle) che ha chiesto di discutere del progetto in commissione, Brambilla (Mov. 5 Stelle) che ha criticato la poca definizione delle modalità con cui si intende gestire la struttura e di Moretto (Prima Napoli) che ha chiesto di chiarire alcuni aspetti relativi alla competenza del Consiglio sull’atto.
L’assessore Daniele ha replicato precisando che la delibera che istituirà la “Casa del cinema” sarà oggetto di approfondimento con il Consiglio mentre questo primo atto è stato solo tecnico di variazione di bilancio.
La delibera è stata approvata a maggioranza con l’astensione di Prima Napoli e del Movimento 5 Stelle.
Bilancio consolidato approvato
Nel consiglio del 9 ottobre che ha concluso quello del 5 è stato approvato il bilancio consolidato. L’esame è iniziato con la presentazione di due pregiudiziali presentate per una sospensione dei lavori.
Il consigliere Moretto ha esposto la prima rilevando nell’atto una serie di difformità rispetto alla legge di riferimento e ai principi contabili, l’incompletezza riguardo ai bilanci delle società partecipate, la ritardata presentazione della specifica relazione dei revisori dei conti e il mancato rispetto dei tempi previsti.
La seconda è stata presentata dal Movimento 5 Stelle ed è stata illustrata dal consigliere Brambilla che ha invitato l’amministrazione e i servizi competenti a riformulare l’atto tenendo conto dei rilievi formulati in merito e al rispetto dei riferimenti normativi, regolamentari e giurisprudenziali e elementi contabili aggiornati e attendibili sul reale stato economico delle partecipate, nonché il rispetto dei tempi sia per l’elaborazione della relazione dei revisori che per l’esercizio della propria funzione da parte dei consiglieri.
Ritiro dell’atto e ripresentazione in altra seduta non sono passati e dopo il voto non favorevole delle due pregiudiziali l’assessore Panini ha illustrato la delibera ed ha dichiarato:
Una volta approvata consentirà di mettere in sicurezza personale molto prezioso per l’Amministrazione a partire già da domani. Si tratta del primo appuntamento del Comune di Napoli con il bilancio consolidato, uno strumento che il decreto legislativo 118 del 2011 prevedeva per realizzare il principio dell’armonizzazione dei sistemi contabili degli enti locali e dei loro organismi.
L’Assessore ha illustrato anche l’iter seguito per la redazione del documento che è stato in preparazione dal marzo dello scorso anno e i passaggi principali a partire dalla definizione del “Gruppo Amministrazione Pubblica del Comune di Napoli” del quale non fanno parte tutte le partecipate del Comune, ma otto società sono state selezionate in base ai criteri di rilevanza dettati dalla norma nazionale ma estesi dal Comune che ha scelto quelle che hanno un affidamento diretto da parte del Comune e di quelle nelle quali il Comune stesso ha una partecipazione totalitaria: ABC, Asìa, Napoli Holding e Napoli Servizi.
A queste si aggiungono quattro società in liquidazione: il Consorzio di depurazione, la Elpis, la Napoli Sociale e le Terme di Agnano.
Il comunicato
La relazione dell’assessore Panini non ha convinto l’opposizione e con una maggioranza risicata, 20 consiglieri più il sindaco la delibera è stata approvata. Vincenzo Moretto capogruppo di Prima Napoli ha presentato il seguente comunicato:
Chiude consolidando un debito record di 3 miliardi e 420 milioni di euro. Il Consiglio ha dato il via libera al Bilancio consolidato 2016, ovvero i risultati economici-patrimoniali complessivi dell’Amministrazione e delle otto partecipate (4 delle quali in liquidazione), tutte al 100% pubbliche. In sostanza una fotografia dello stato di salute dell’Ente e delle sue società: tra queste le principali Anm, Asìa, Napoli Servizi e la madre di tutte le aziende del Municipio, la Napoli holding, che chiude in attivo come anche l’Abc, l’azienda idrica speciale. La situazione dell’Ente resta complessa: i soldi in cassa non ci sono, a meno che non si tratti di fondi finanziati da Unione Europea o Regione Campania, e presto arriveranno le pesanti prescrizioni della Corte dei Conti, rispetto alla massa debitoria di Palazzo San Giacomo, che risulta aumentata. A pagarne le spese vi sono anche le Aziende Partecipate: vedi ANM. Bilancio sospeso 2016 in attesa del nuovo piano industriale constatato il fallimento del piano Ramaglia. Nessun piano si potra’ mai realizzare se non avvengono con regolarita’ i trasferimenti da parte del Comune. Ritardi di oltre 2 anni, una ricapitalizzazione di 65 milioni con il conferimento di immobili che ha visto concretizzare il solo trasferimento del parcheggio Brin per un valore di 10 milioni ed anche non ancora concluso. Senza ulteriori trasferimenti il capitale sociale scende sotto zero con conseguente conclamato fallimento. Se il Comune non concretizza i propri impegni a garantire con proprie risorse, pagamenti per 100 milioni ad oggi sono stati prelevati dal fondo nazionale trasporti 58 milioni dei quali sono stati accreditati il 43,8%. l’ANM vanta ad oggi un credito di 26 milioni arretrati, provenienti dalla sosta, manutenzione funicolari ed 83 milioni verso la capogruppo Napoli Holding, di questi, 38 milioni di provenienza regionale. ancora 6 milioni sono i corrispettivi verso la Citta’ Metropolitana. le poste in bilancio, non vedono i debiti con i fornitori , solo nei primi 6 mesi ammontano a 56 milioni. tra i creditori: EAV per 10,7 milioni; Enel Energia per 7 milioni; Security Service per 5 milioni; Manital Idea per 2,5 milioni; Siram e Leiter per 2 milioni ciascuna. Ancora 19 milioni di debiti con l’Erario per avvisi del 2011-2013 per iva non pagata; Irpef, Irap, Ires. Da rilevare che le spese non solo non diminuiscono ma sono aumentate di ben 3 milioni. Dai 12,3 milioni del 2015 ai 15 milioni del 2016 gli aumenti sono registrati nei servizi appaltati, anziché controllare e razionalizzare i costi, questi sono stati incrementati. Va anche detto che alcune di queste ditte appaltanti i servizi sono in sofferenza appunto per i mancati pagamenti e non riescono a pagare gli stipendi ai dipendenti. Si attendono le decisioni della Corte dei Conti che deve esprimersi sul Piano di Rientro che, come già detto, ha consolidato ed incrementato il debito, anziché diminuirlo.
Come è noto il bilancio consolidato è un documento contabile anche se di gestione di carattere consuntivo che non deve considerare le poste derivanti dai contratti di servizio tra Comune e aziende e le operazioni tra le imprese che fanno parte del gruppo di consolidamento e deve tener conto solo delle partite verso terzi.
Il dissesto finanziario è un problema del comune di Napoli che dovrà essere risolto se si vuole che davvero la città decolli verso fasi di rilancio del turismo che non è possibile solo con iniziative come la “Casa del cinema”.
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