Perché servono mutui per adeguarsi alla direttiva Case green? Vediamo cosa accade e le case a rischio di divieto di vendita.
Con il via libera definitivo alla direttiva Case green, dal 2024 sono iniziate le preoccupazioni dei proprietari di immobili in Italia. In base a quanto previsto dalla direttiva, dal 1° gennaio 2030, le case che non raggiungono almeno la classe energetica E non potranno più essere vendute o affittate.
Questo pone molti proprietari nella condizione di dover riqualificare il proprio immobile per non far uscire l’immobile dal mercato. Le prime case che non potranno essere vendute o affittate dal 2030 sono, quindi, quelle in classe energetica G, con bassa efficienza energetica. Il problema principale è che, entro il 2033, gli edifici dovranno raggiungere almeno la classe energetica D per non incorrere nella restrizione su vendita e affitto.
Perché servono i mutui per le case green?
Gli immobili non riqualificati nel giro di poco meno di 10 anni rischiano di essere drasticamente svalutati. Per i proprietari le strade sono due: subire la penalizzazione economica di una mancata riqualificazione o mettere mano al portafogli per rendere la propria casa green.
A essere esentati dalla riqualificazione sono le case vacanza, le abitazioni indipendenti con superficie di almeno 50 metri quadrati, le Chiese e i luoghi di culto.
La direttiva Case green avrà un impatto importante sul mercato immobiliare. In Italia il 15% degli edifici si colloca nella classe energetica G, immobili destinati a subire un drastico calo del valore. Chi non adegua il proprio immobile inizia già ora a sentire del divieto di vendita e di affitto che scatta solo dal 2030, già da ora. Oltre alla restrizione sulla vendita, in ogni caso, gli Stati Ue potrebbero applicare anche sanzioni per chi non si adegua e nei casi più drastici anche limitazioni all’uso dell’immobile.
Proprio per questo motivo servono aiuti per chi ha intenzione di adeguarsi alla normativa, con riflessioni non solo sui costi degli interventi, ma anche su quelli che potrebbero essere i benefici degli stessi.
Cosa serve per migliorare la classe energetica?
Per evitare che una casa rientri tra quelle non vendibili a partire dal 2030 è necessario effettuare interventi che ne migliorino l’efficienza energetica riducendo i consumi e minimizzando le dispersioni.
Per riqualificare un’abitazione è necessario sostituire impianti datati, caldaie a condensazione, scegliere infissi che mantengano il calore all’interno dell’abitazione. Ma non basta. Si devono installare pannelli solari per la produzione di energia pulita con sistema di accumulo per immagazzinare l’energia prodotta, isolare tetto e pareti per limitare la dispersione del calore. Questi interventi, oltre a migliorare la classe energetica dell’immobile, permettono anche di preservarne il valore.
Gli italiani non hanno soldi
Il problema principale è che gli italiani non hanno soldi per intervenire sulle proprie abitazioni. Non è pensabile che gli italiani con case obsolete in classe energetica G possano accumulare debiti per adeguarsi alla direttiva case green, ma rischiano di ritrovarsi con un immobile che in futuro varrà ben poco.
Servono, a questo punto, aiuti reali e i mutui agevolati potrebbero esserlo veramente.
La Commissione Europea sta pensando di creare un portafoglio da usare per aumentare quelli che sono i prestiti destinati alle ristrutturazioni energetiche. Il portafoglio dovrà garantire mutui più accessibili per chi deve realizzare interventi green. La consultazione in corso rimarrà aperta fino al 18 novembre e cerca di rispondere alle domande principali che riguardano:
- come attualmente si concedono finanziamenti per le ristrutturazioni per la riqualificazione energetica;
- quali sono gli ostacoli;
- quali opzioni ci sono per aumentare il credito;
- come ottenere una finanza sostenibile.
I mutui possono essere un vantaggio per chi deve comprare la prima casa o riqualificare quelle di proprietà, ma si deve intervenire anche per chi ha già acceso un mutuo per queste esigenze.
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