Multa per chi guida l’auto di un altro: come funziona davvero

Giorgia Bonamoneta

23 Luglio 2022 - 18:59

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Si rischia la multa se si guida l’auto di un’altra persona? Ecco tutte le possibilità previste dalla Legge.

Multa per chi guida l’auto di un altro: come funziona davvero

Può capitare di dover guidare l’auto di un’altra persona, ma questo potrebbe portare a una multa salata. In alcuni casi la multa per aver guidato l’auto di un’altra persona e non intestata potrebbe arrivare a cifre piuttosto alte, per esempio intorno ai 2.500 euro nel caso peggiore.

La Legge che regolarizza l’utilizzo di auto intestate e penalizza con multe la guida di auto non intestate risale al 2014, quando in maniera severa è stata modificata la normativa vigente. La multa severa non si applica in alcuni casi specifici, ma in caso contrario si può incorrere nel rischio di multa.

Mentre continua a essere possibile guidare l’auto di un familiare o di un convivente, guidare l’auto di una persona non legata per motivi anagrafici può portare alla sopracitata salata multa. La polizia stradale sfrutterà l’intestazione del veicolo per conoscere il nome del proprietario e il rapporto familiare con il conducente; in particolare la durata della guida di un’auto non intestata può influire sull’emissione o meno della multa. Ecco come funziona davvero.

Si può guidare un’auto non intestata? Ecco tutti i casi possibili

Secondo la rinnovata Legge del 3 novembre 2014 si possono distinguere due casi di non intestatari che guidano un’auto: 1) un’auto intestata a un familiare o convivente e 2) auto guidata da un concreto estraneo. Nel primo caso si può sempre guidare l’auto di un coniuge, di un familiare, di una persona convivente e di un genitore per esempio.

Per questo può accadere di intestare l’auto a un membro della famiglia che però non utilizza stabilmente l’auto, mentre è un altro convivente della famiglia a farlo. In questo caso la polizia si deve solo accertare che l’intestatario del veicolo sia effettivamente un familiare o convivente della persona alla guida. Il rapporto risulta tramite il database dell’anagrafe del Comune ove le autorità possono collegarsi prima di elevare la contravvenzione.

Attenzione: non serve possedere documenti che attestino il nome dell’intestatario dell’auto come convivente, infatti sono le autorità stesse a reperire tali informazioni in tempo reale.

Guidare l’auto di un altro comporta una salata multa fino a 2.500 euro: cosa dice la Legge

In caso però non si guidi l’auto di una persona non convivente e non familiare, come funziona? Secondo la Legge la multa può essere elevata in caso un non familiare o non convivente guidi l’auto di un’altra persona per più di 30 giorni senza l’annotazione del nome sulla carta di circolazione.

Questo vuol dire che entro i 30 giorni non c’è alcun obbligo di avvisare la motorizzazione e le forze dell’ordine sull’utilizzo di un’auto non intestata. La comunicazione va fatta, annotando sulla carta di circolazione il nome del possessore dell’auto, solo in caso si superino i 30 giorni di tempo. È in caso di violazione di tale obbligo che scattano multe da un minimo di 516,46 euro a un massimo di 2582,28 euro. Inoltre si rischia il ritiro della carta di circolazione nei casi più gravi.

In poche parole si può chiedere l’auto a un conoscente che non sia convivente o familiare, per esempio un amico o il proprio datore di lavoro in caso la propria sia rotta, purché non si superino i 30 giorni.

Attenzione: un familiare non convivente è da intendersi come “soggetto estraneo”, perché per la Legge intende gli appartenenti allo stesso nucleo familiare. In caso il parente sia deceduto il mezzo va ereditato attraverso il passaggio di proprietà a nome degli eredi, si paga il bollo alla Regione di residenza e cambia il nominativo del proprietario a fini assicurativi.

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