Morbillo, boom di casi in Italia tra bambini, sintomi e come riconoscerlo

Alessandro Nuzzo

11 Gennaio 2024 - 10:40

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Gli esperti parlano di dati preoccupanti se confrontati con il numero di casi di alcuni anni fa. I motivi del boom e come riconoscere i sintomi.

Morbillo, boom di casi in Italia tra bambini, sintomi e come riconoscerlo

Il morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa causata da un virus del genere morbillivirus. Si tratta di una malattia che viene definita infantile perché colpisce principalmente in età pediatrica così come varicella, pertosse, rosolia e parotite. Sono passati quasi 50 anni da quando è stato scoperto il vaccino contro il morbillo e la cattiva notizia è che i dati del 2023 sul numero di casi in Europa e in Asia, non sono confortanti.

A giudicare i dati in arrivo dall’Unicef, nel 2023 sono stati confermati oltre 30.000 casi in Europa e Asia centrale quando nel 2002 ne erano stati 909. Questo significa un aumento nel giro di 20 anni del 3.266%. Tra i motivi che hanno fatto riprendere la circolazione della malattia anche in Italia è la bassa immunizzazione dei bambini. Se questa è al di sotto del 95% il virus riprende a circolare. Gli ultimi dati in arrivo dal ministero della Salute evidenziano come in Italia i bambini che hanno ricevuto la prima dose entro i 24 mesi di vita sono il 93,85%. E si arriva addirittura all’85,64% per il richiamo compiuti i 5 anni. Richiamo che andrebbe fatto considerata l’età scolastica che aumenta il rischio di contagio.

Quindi sopratutto per la seconda dose le coperture sono al di sotto dei numeri ottimali e per questo il morbillo può riprendere la circolazione. Considerato che si tratta di un virus molto contagioso con un positivo che ne può infettare altri 15, ecco che i numeri sono in crescita.

A livello regionale il Lazio è quella più virtuosa dove la prima dose somministrata è al 97%. In Calabria e in Sicilia si arriva all’89% mentre nella provincia autonoma di Bolzano si è fermi addirittura al 71%.

A far calare l’immunizzazione anche il periodo covid quando tutti gli sforzi si sono concentrati sul vaccino contro il virus sfociato in pandemia. In quel periodo tra il 2020 e il 2021, ben 88 nazioni hanno ridotto la qualità delle notifiche sul morbillo e si è avuto un crollo della profilassi. Ad esempio nel 2021 soltanto l’81% dei bambini ha fatto la prima dose. Si tratta di 5 milioni di bambini in meno rispetto a quelli vaccinati nell’anno pre-covid.

Sintomi e come riconoscere il morbillo

All’origine della malattia del morbillo c’è un virus appartenente alla famiglia dei morbillivirus. Si tratta di una delle malattie con il più alto indice di trasmissibilità. L’infezione si trasmette attraverso la dispersione, da parte di individui malati, di gocce di saliva infetta con colpi di tosse o starnuti. I sintomi durano dai 10 ai 20 giorni e in genere non sono gravi. La contagiosità si protrae fino a cinque giorni dopo la scomparsa delle eruzioni cutanee tipiche della malattia. Una volta contratto il morbillo il corpo si immunizza teoricamente per tutta la vita.

I primi sintomi sono simili a quelli influenzali con tosse, raffreddore, occhi rossi e febbre che può essere anche alta e raggiungere i 40°. Successivamente possono comparire dei puntini bianchi all’interno della bocca e dopo 3-4 giorni anche le eruzioni cutanee rosse tipiche della malattia.

La malattia può portare però anche complicanze gravi. Le più frequenti sono otiti, infiammazione delle orecchie, laringiti, broncopolmoniti batteriche e polmoniti interstiziali. Le più rare sono encefalite acuta, infiammazione dell’encefalo, panencefalite sclerosante subacuta. La mortalità è stimata in 2 casi su 1.000. L’unico modo per prevenire il morbillo è con la vaccinazione. In Italia avviene somministrando un complesso vaccinale, noto con la sigla “MPR“, che comprende morbillo, parotite e rosolia. La prima dose si effettua prima del secondo anno d’età e il richiamo verso i 5-6 anni.

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