Migranti in Albania, quanto costeranno (veramente) all’Italia? Il balletto delle cifre

Alessandro Cipolla

6 Dicembre 2023 - 10:01

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del protocollo tra Italia e Albania sui migranti: ecco quanto ci costerà l’accordo voluto da Meloni.

Migranti in Albania, quanto costeranno (veramente) all’Italia? Il balletto delle cifre

Quanto costeranno all’Italia i migranti che verranno portati in Albania? Sul tema è in atto il classico balletto di cifre dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge per la ratifica del protocollo quinquennale siglato dalla premier Giorgia Meloni e il presidente albanese Edi Rama.

Il testo ora dovrà essere approvato dal Parlamento e, nel dettaglio, prevede la realizzazione in Albania di due strutture: una nel porto di Shengjin e l’altra nelle vicinanze di Gjader. Stando alle parole di Meloni al massimo potranno essere ospitati 36.000 migranti in un anno, con il protocollo che specifica come “possono essere condotte esclusivamente persone imbarcate su mezzi delle autorità italiane all’esterno del mare territoriale della Repubblica o di altri Stati membri dell’Unione europea, anche a seguito di operazioni di soccorso”.

Nelle ultime ore le polemiche maggiori riguardanti questo disegno di legge si sono concentrate sui costi dell’accordo. “Fare in Albania ciò che si dovrebbe fare in Italia - ha dichiarato Matteo Mauri del Partito Democratico - non risolve nessun problema e costa immensamente di più”.

Tornando alla domanda di partenza, cerchiamo allora di capire quali siano i costi reali dell’accordo tra Italia e Albania per il trasferimento dall’altra parte dell’Adriatico di un massimo di 36.000 migranti l’anno che però, alla fine, potrebbero essere molti di meno.

Migranti in Albania: i costi per l’Italia

I costi di questo accordo sono tutti a carico dell’Italia, con l’Albania che si limiterà a ospitare materialmente i migranti sul proprio suolo. Il Fatto Quotidiano ha parlato di una spesa già raddoppiata e arrivata a “ 200 milioni ”. Una cifra questa subito smentita dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

I costi sono inferiori a quelli di cui si è detto - ha specificato Tajani -, siamo sotto i famosi 200 milioni. Saranno ben spesi per affrontare la lotta all’immigrazione irregolare. I soldi saranno molti di meno di quelli che sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza per la cattiva gestione dei fondi sul Superbonus”.

Il disegno di legge approvato dal Cdm prevede solo per il 2024 dei costi pari a 60 milioni, ma la cifra potrebbe aumentare fino a 90 milioni nell’arco dei cinque anni della durata dell’accordo. Per Il Fatto Quotidiano però questo calcolo non tiene conto di diverse altre voci di spesa.

A questo si dovranno aggiungere alcuni costi che nel disegno di legge non sono stati indicati – come i rimborsi spese per gli avvocati che non possono fare udienze da remoto – tra cui le spese da liquidare all’Albania per l’accordo e quella per le navi per trasportare i migranti. In tutto circa 200 milioni. In valore assoluto, rispetto ai 19 che vengono spesi per i nuovi Cpr da costruire in Italia fino al 2024, la proporzione è di circa 10 volte. Se proporzionato al numero di migranti rinchiusi nei centri invece stiamo parlando del 30% in più, circa un terzo: per ogni migrante nei 10 Cpr italiani (1.100 al massimo) lo Stato spende 16 mila euro contro i 22 mila per i 9 mila che, al massimo, potranno restare in Albania (la stima è di circa 720 al mese).

In sostanza per il quotidiano ogni migrante portato in Albania costerà all’Italia il 30% in più rispetto a quelli presenti nei Cpr italiani, per una spesa totale che si dovrebbe aggirare sui 200 milioni. La Repubblica invece ha parlato di 92 milioni necessari solo per il primo anno.

Cifre queste smentite da Antonio Tajani che però non è entrato particolarmente nel merito delle varie voci di spesa, con i costi reali di questo accordo tra Italia e Albania sui migranti che probabilmente saranno svelati soltanto quando, tra un anno, si tireranno le somme dei primi dodici mesi di attuazione del protocollo fortemente voluto da Giorgia Meloni.

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