Mercati: tonfo del 10% in arrivo per 3 motivi

Violetta Silvestri

12/04/2023

12/04/2023 - 12:41

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Il crollo dei mercati, di almeno il 10%, è una certezza e ci sono 3 motivi che giustificano tale pessimismo: cosa aspettarsi sulle azioni nei prossimi mesi e perché Wall Street trema.

Mercati: tonfo del 10% in arrivo per 3 motivi

C’è fermento nei mercati azionari e le previsioni raccontano di un crollo a Wall Street ormai vicino.

L’ottimismo sembra perdere slancio in questa fase così complessa e in parte imprevedibile per le Borse: la recessione a un passo, l’inflazione che non scende abbastanza, le banche centrali in bilico tra cautela e mosse ancora aggressive, le stime mondiali deboli e gli allarmi su debito e fallimenti bancari non offrono un quadro finanziario confortante e stabile.

Per questo, diverse sono le previsioni pessimistiche sugli asset rischiosi. La resilienza delle azioni statunitensi quest’anno sarà di breve durata, con un contesto economico in peggioramento che probabilmente spingerà il mercato in ribasso nei prossimi mesi: questa la stima di Wells Fargo. Ci sono almeno 3 motivi per credere in un prossimo crollo azionario.

Mercati: l’affondo del 10% ci sarà per 3 motivi

Chris Harvey, stratega di Wells Fargo non ha dubbi: l’S&P 500 subirà una correzione del 10% nei prossimi 3-6 mesi. Ciò porterebbe il benchmark delle azioni americane a circa 3.700, soglia vicina ai minimi di novembre. Wells Fargo ha mantenuto il suo obiettivo di fine anno a 4.200, ovvero circa il 2% in più rispetto alla chiusura degli scambi di lunedì 10 aprile.

In una nota ai clienti, il team di esperti ha motivato il previsto ribasso azionario con un peggioramento delle condizioni economiche ormai dato per certo, sul quale peseranno 3 fattori chiave: la politica monetaria aggressiva; i potenziali problemi di capitale/liquidità catalizzati dalla crisi bancaria; consumatori in crisi e costretti a indebitarsi per le spese.

Il “malessere economico” previsto dalla società finanziaria prima del crollo della Silicon Valley Bank il mese scorso si è ora aggravato e trasformato nella stima di una vera e propria recessione nella seconda metà dell’anno.

L’inversione della curva dei rendimenti e la crescente dipendenza dei consumatori dal credito stanno inoltre contribuendo al cambio di tono, di tipo ribassista, della banca sulle azioni.

Le azioni statunitensi sono rimaste in gran parte “illese” nel primo trimestre del 2023, anche se gli investitori hanno affrontato crescenti timori di recessione, avvertimenti su una disfatta degli utili e una crisi bancaria senza precedenti. L’S&P 500 è salito di circa il 7% quest’anno, trainato da un calo dei rendimenti dei Treasury e da una percezione della Federal Reserve più soft sui tassi di interesse, secondo Wells Fargo.

Tuttavia, il recente aumento delle azioni ha iniziato a perdere slancio mentre gli investitori attendono una stagione degli utili incerta e permangono le preoccupazioni per il sistema finanziario.

Harvey ha sottolineato che, pur supponendo un ciclo di inasprimento della Fed verso la fine a marzo, il rally di sollievo a breve termine appare già riflesso nelle azioni. Non solo, il mercato solitamente continua a guadagnare per un periodo di tre mesi, ma se i rialzi dei tassi Fed non sono finiti, si prevede che la compressione dei margini sarà rilevante e scuoterà gli indici.

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