Lega: personaggi principali, storia, chi lo vota

Alessandro Cipolla

22/04/2022

07/09/2023 - 11:40

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La storia della Lega: come il Carroccio da partito di protesta durante l’era Bossi è diventata una delle principali forze di governo nostrane grazie alla svolta voluta da Salvini.

Lega: personaggi principali, storia, chi lo vota

Quando si parla di storia della Lega subito vengono in mente due nomi: Umberto Bossi e Matteo Salvini, ovvero il passato e il presente di un partito che è stato tra i più importanti della seconda repubblica.

Per prima cosa bisogna fare subito un distinguo: l’attuale partito si chiama Lega per Salvini premier, ed è un diretto discendente della Lega Nord che da tempo è in naftalina con il deputato Igor Iezzi a svolgere il ruolo di commissario.

Il cambio di nome, anche se il simbolo è rimasto sempre il leggendario Alberto da Giussano, non è stato solo un escamotage per “liberare” Salvini dalle inchieste che hanno riguardato la vecchia Lega, ma anche un modo per rivoluzionare la linea politica del partito.

Abbandonata ogni velleità di secessione, con buona pace per i nostalgici della “Padania libera”, con la Lega per Salvini premier il Capitano è riuscito a far sbarcare il Carroccio anche al Sud, territorio che è stato un autentico tabù ai tempi di Bossi.

Questo perché la Lega è cambiata moltissimo nel corso degli anni, riuscendo però sempre a mantenere quello zoccolo duro di elettori che mai hanno abbandonato il partito nonostante le vicende giudiziarie e il cambio di linea politica.

La storia della Lega

La storia della Lega può essere presa a modello per descrivere quello che è stato, nei burrascosi anni a cavallo tra la prima e la seconda repubblica, il cambiamento politico avvenuto in Italia.

Naturalmente la storia della Lega Nord è legata in maniera indissolubile a quella di Umberto Bossi, uno dei padri fondatori nel 1989 della Alleanza del Nord a cui aderirono la Lega lombarda, la Liga veneta, Piemònt autonomista e altre sigle autonomiste.

Due anni prima nel 1987 Umberto Bossi alla guida della sua Lega lombarda era riuscito a farsi eleggere per la prima volta senatore: da allora eccezion fatta per la XV legislatura, il Senatùr è sempre rimasto in Parlamento.

Portando avanti il progetto secessionista della Padania al grido di “Roma ladrona”, la Lega Nord ebbe il suo primo grande exploit alle elezioni politiche del 1992 quando arrivò a prendere oltre 3 milioni di voti eleggendo 55 deputati e 25 senatori.

Erano quegli anni di Tangentopoli, con la Lega che nel 1993 riuscì anche a eleggere Marco Formentini come sindaco di Milano: in quell’occasione fece il suo debutto in consiglio comunale un giovane Matteo Salvini.

La svolta per il Carroccio arrivò però nel 1994 quando, alleandosi con la neonata Forza Italia di Silvio Berlusconi nel Polo delle Libertà, vinse le elezioni entrando a far parte per la prima volta di una maggioranza di governo con tanto di ministri e sottosegretari.

Il primo governo Berlusconi però non durò nemmeno un anno a causa del “ribaltone” ordito proprio da Bossi a causa di uno scontro sul tema delle pensioni. Alle elezioni del 1996 la Lega Nord andò da sola e prese il 10% a livello nazionale, arrivando però a picchi del 25% in Lombardia e Veneto.

Dopo aver ricucito con Berlusconi, Bossi in occasione delle elezioni politiche del 2011 riportò il partito nell’area del centrodestra: la allora coalizione denominata Casa delle libertà vinse le elezioni e la Lega tornò al governo.

A causa della malattia di Umberto Bossi, il partito però entrò in una sorta di crisi non riuscendo più ad andare oltre il 5% alle politiche o alle europee. Un colpo di coda ci fu alle elezioni del 2008, quando con il centrodestra vinse per la terza volta le elezioni, ma poi lo scandalo dei rimborsi elettorali fece precipitare la Lega al minimo storico del 4,06% fatto registrare alle politiche del 2013.

Da Bossi a Salvini

Quando a seguito di un congresso straordinario a dicembre 2013 Matteo Salvini divenne segretario della Lega, in pochi immaginavano che l’allora eurodeputato potesse riuscire a rivoluzionare letteralmente il partito.

Grazie anche al sodalizio con lo spin doctor Luca Morisi, Matteo Salvini iniziò a girare tutta l’Italia in lungo e largo, abbinando questa sua maniacale presenza sul territorio a una aggressiva campagna elettorale permanente portata avanti sui social network.

Nel 2017 per cercare di tagliare i ponti con il passato, nacque Lega per Salvini premier che da lì a poco avrebbe cancellato dal suo statuto ogni riferimento alla secessione. L’obiettivo del Capitano infatti era quello di sfondare anche al Sud, tanto da portare il partito al 17% alle elezioni politiche del 2018.

Pochi mesi dopo in virtù del patto con il Movimento 5 stelle, vide la luce il primo governo Conte sostenuto dalla Lega insieme ai pentastellati. Salvini per lui si ritagliò il ruolo di ministro dell’Interno, posizione dalla quale portando avanti una sorta di opposizione interna riuscì ad arrivare al 34% alle europee del 2019.

Subito dopo l’ex ministro decise di far cadere il governo e il resto è storia recente: il ritorno all’opposizione durante il secondo esecutivo targato Conte e poi la decisione di entrare a far parte dell’ampia maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Chi sono gli elettori della Lega

Agli albori della sua storia l’elettorato della Lega Nord era formato dall’unione di tutta la variegata galassia indipendentista presente nel settentrione, facendo presa soprattutto tra i più giovani e i piccoli imprenditori.

Grazie alla sua impronta populista e al carisma di Umberto Bossi, nei primi anni della seconda repubblica la Lega si è diffusa anche nel ceto medio tanto da diventare alle politiche del 1996 il primo partito in Lombardia e Veneto.

La vera svolta però è arrivata con Matteo Salvini, che inizialmente è riuscito a conquistare parte dell’elettorato di Forza Italia e molti di quegli operai che in precedenza avevano sempre votato a sinistra.

Durante il governo gialloverde, Salvini è riuscito a logorare il Movimento 5 stelle “scippando” molti voti alle europee del 2019 a quelli che all’epoca erano i suoi compagni di maggioranza. Fondamentale per il Carroccio però è stata anche l’espansione al Sud, con l’apertura di molte sedi di partito e il passaggio tra le proprie fila di diversi big della politica locale.

Gli ultimi sondaggi però sembrerebbero evidenziare una crisi per il partito: in una sorta di contrappasso, questa volta sarebbe Giorgia Meloni grazie a una tecnica comunicativa simile a quella usata in passato da Matteo Salvini, che starebbe vampirizzando la Lega togliendo voti anche nello storico fortino del Nord.

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