Dalle truffe vocali ai deepfake personalizzati: come le Agentic AI stanno rivoluzionando il crimine informatico e perché servono subito regole chiare per difendere i cittadini
Viviamo in un’epoca in cui le macchine non si limitano più a rispondere a comandi. Oggi esistono agenti digitali capaci di osservare, ragionare e agire in piena autonomia. Si chiamano Agentic AI e, sebbene rappresentino una frontiera tecnologica avanzata, portano con sé un rovescio pericoloso: il rischio che questi sistemi vengano arruolati dal crimine informatico, trasformandosi in strumenti di truffa, frode e manipolazione. A pagarne il prezzo, sempre più spesso, sono i cittadini.
La differenza rispetto ai sistemi di IA tradizionali è sostanziale. Non parliamo più di software che eseguono istruzioni. Gli agenti AI sono progettati per perseguire obiettivi, anche in ambienti mutevoli, decidendo in autonomia come farlo. Questo li rende flessibili, adattivi… e, se usati da criminali, letalmente efficaci.
Immaginate un’intelligenza artificiale programmata per creare truffe: può scandagliare in pochi secondi milioni di profili social, generare finti call center, replicare la voce dei nostri cari o del vostro commercialista, o ancora del vostro direttore di banca, con deepfake vocali, simulare conversazioni e email ineccepibili. E può farlo 24 ore su 24, senza stancarsi, senza esitazioni. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA