L’età d’oro dei pannelli solari e delle turbine eoliche è finita

Andrea Fabbri

30 Settembre 2025 - 20:16

La Germania, uno dei primi Paesi a puntare sulle rinnovabili, potrebbe togliere i sussidi statali per pannelli e turbine. Il problema sarebbero i costi

L’età d’oro dei pannelli solari e delle turbine eoliche è finita

Arrivano brutte notizie per la transizione energetica a livello di Unione “Europea”. Uno dei Paesi guida dell’economia green, la Germania, sembra pronta a fare un passo indietro sulle rinnovabili ed è pronta a togliere gli incentivi statali per pannelli solari e turbine eoliche.

Secondo la Ministra dell’Economia tedesca, Katharina Reiche, le energie “pulite” sarebbero troppo costose e, in molti casi, avrebbero prezzi di produzione e gestione fuori mercato.

Le dichiarazioni del Ministero dell’Economica tedesco

Poco tempo fa la nuova Ministra dell’Economia tedesca, Katharina Reiche, ha commissionato un rapporto di monitoraggio sulla transizione energetica.

I risultati della ricerca l’hanno spinta a dichiarazioni che hanno fatto scalpore e che potrebbero portare a una riduzione dei costi di sviluppo per le rinnovabili.

Secondo la rappresentante della CDU “la transizioni energetica è a un bivio” e gli investimenti fatti sulle energie pulite non dovrebbero portare a sottoinvestimenti o a una regolamentazione eccessiva, bensì dovrebbero sottostare alle dinamiche di mercato.

La diretta conseguenza potrebbe rivelarsi una riduzione sistemica dei sussidi attualmente vigenti per stimolare la transizione green.

Addio incentivi

Le prime ipotesi sul taglio degli incentivi sono già sul tavolo. La prima che potrebbe sparire è la tariffa fissa agevolata per la fornitura di energia agli impianti solari. Allo stesso tempo viene auspicata una regolazione migliore a livello territoriale degli impianti di accumulo in base alle esigenze e alle oscillazioni temporanee del mercato.

Una ulteriore stretta potrebbe arrivare anche per le turbine eoliche offshore. Secondo la Ministra una ottimizzazione del settore e delle linee di collegamento della rete potrebbe portare a un risparmio di circa 40 miliardi di euro.

Le proteste dei partiti e delle associazioni ambientaliste

Le critiche al monitoraggio e alle misure annunciate, hanno suscitato numerose critiche. I principali gruppi ambientalisti tedeschi hanno accusato la Reiche di ostacolare la diffusione delle rinnovabili. I Verdi parlano di passo indietro e hanno criticato la Ministra per aver posto un limite all’espansione delle energie pulite.

La risposta è stata ambigua. Il Ministero ha dichiarato di voler mantenere l’obiettivo di produrre l’80% del fabbisogno elettrico tedesco da rinnovabili entro il 2030, ma questo senza trascurare l’aspetto economico, ignorato, secondo Reiche, per troppo tempo.

Le problematiche esistono

A dare forza alle dichiarazioni di Reiche ci sono alcune problematiche innegabili. In questo 2025 il Governo tedesco ha stanziato circa 16 miliardi di euro per l’espansione degli impianti eolici e solari.

Ma a contrastare un pieno sviluppo del potenziale degli impianti ci sono una rete elettrica poco flessibile, una capacità di immagazzinamento non sufficiente e una digitalizzazione lenta che porta frequentemente a prezzi e costi fuori mercato.

Basti pensare che nel 2024 la Germania è stata costretta a investire quasi 3 miliardi di euro per intervenire sulla ridistribuzione, ovvero il Governo ha fornito denaro alle centrali per aumentare o ridurre la produzione per stabilizzare la rete.

Una spesa cospicua e un intervento “dall’alto” che hanno fatto storcere più volte il naso ai fautori del libero mercato e dell’autoregolamentazione.

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