Mentre la fintech svedese Klarna affronta perdite record e rinvia l’IPO, Satispay mostra segnali di crescita e solidità nel mercato italiano.
La crisi che sta attraversando Klarna, uno dei principali operatori globali nel settore dei pagamenti digitali, ha acceso i riflettori sulle difficoltà del comparto fintech internazionale, alimentando il dibattito sulla tenuta dei modelli di business come quello del Buy Now Pay Later (BNPL).
Nonostante un risultato operativo rettificato tornato positivo, nel primo trimestre del 2025, il gruppo svedese ha infatti riportato perdite nette superiori ai 99 milioni di dollari, più che raddoppiate rispetto all’anno precedente, a causa soprattutto dell’aumento dei crediti inesigibili e di una crescita dei costi. Questo squilibrio tra crescita dei volumi e gestione del rischio non solo ha sollevato forti dubbi sulla sostenibilità del BNPL, ma ha anche reso inevitabile il confronto con modelli più tradizionali e prudenti, come quello dell’italiana Satispay.
In controtendenza rispetto alle difficoltà di Klarna, infatti, la fintech italiana fondata nel 2013 continua a espandersi nel mercato, affermandosi come una delle principali app di pagamento in Italia, con una base utenti in crescita e un’offerta che spazia dai pagamenti peer-to-peer alle soluzioni per i commercianti che puntano sulla semplicità e sulla trasparenza delle commissioni.
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Satispay: crescita solida, ma utili ancora lontani
Nel 2024, per la prima volta in Italia, i pagamenti elettronici hanno superato il contante, toccando i 481 miliardi di euro transati e segnando una svolta storica nelle abitudini degli italiani. Proprio in questa trasformazione Satispay si è ritagliata un ruolo da protagonista, superando i 5,5 milioni di utenti e raggiungendo circa 400mila esercizi commerciali convenzionati, tra cui grandi catene come Esselunga, Decathlon, Trenitalia e Carrefour. Nel 2024 la piattaforma ha processato oltre 3,5 miliardi di euro di pagamenti, consolidando la propria posizione di unicorno italiano nel fintech.
Dal punto di vista finanziario, la crescita della società è ancora sostenuta da ingenti investimenti. Il patrimonio netto della società ammonta oggi a circa 155 milioni di euro, grazie anche al recente aumento di capitale da 60 milioni di euro concluso a novembre 2024. Tuttavia, i bilanci di Satispay continuano a registrare perdite: nel 2023 il rosso è stato di 46,3 milioni di euro, dopo un 2022 chiuso con una perdita di 60 milioni.
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Modello di business, nuovi servizi e la sfida della sostenibilità
A differenza di Klarna, il cui modello BNPL espone a rischi elevati di credito, Satispay ha puntato su un modello di business più prudente: la piattaforma si collega direttamente ai conti bancari degli utenti, consente transazioni istantanee e sicure, è gratuita per i consumatori e applica commissioni competitive agli esercenti. Il modello di ricavo si basa principalmente sulle commissioni fisse per transazione e su servizi a valore aggiunto, come campagne promozionali e soluzioni di welfare aziendale.
Negli ultimi mesi, Satispay ha avviato una strategia di diversificazione, entrando anche nel mercato degli investimenti con il lancio del servizio “Salvadanaio Remunerato”, basato su un fondo comune monetario in collaborazione con Amundi, che offre rendimenti stimati al 2,24% annuo e commissioni tra le più basse del mercato. Questa mossa mira a fidelizzare ulteriormente gli utenti e ad ampliare le fonti di ricavo, in attesa di ulteriori novità nel comparto azionario e obbligazionario previste per la fine del 2025.
Il percorso verso la redditività resta dunque una sfida, ma gli investitori continuano a credere nella crescita di Satispay, sostenendone l’espansione sia in Italia sia nei mercati europei. La società, intanto, prepara il terreno per una futura quotazione a Piazza Affari, senza però fissare scadenze stringenti.
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