L’Italia non riceve gas dalla Russia ma lo esporta: ecco cosa sta succedendo

Giorgia Bonamoneta

1 Ottobre 2022 - 20:51

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La Russia non fornirà più gas all’Italia. L’annuncio del blocco arriva da parte di Eni, che dichiara di star lavorando a una soluzione. L’Italia nel frattempo diventa esportatrice. Ecco perché.

L’Italia non riceve gas dalla Russia ma lo esporta: ecco cosa sta succedendo

Gazprom ha annunciato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti e quindi non è possibile fornire i gas ai paesi clienti, tra cui l’Italia. L’annuncio arriva attraverso Eni che, fiduciosa, afferma che darà aggiornamenti in caso le forniture saranno in futuro ristabilite. E mentre in Italia il flusso di gas si blocca, la penisola lo esporta.

Il gas russo in Italia corrisponde ormai a una cifra inferiore al 10% e quindi la sospensione non influisce particolarmente sulla situazione energetica italiana. Eni ha potenziato le forniture di gas verso l’Italia da altri partner e il piano è di continuare a diversificare le forniture.

La fornitura in arrivo dall’Algeria supera ampiamente il flusso in arrivo dalla Russia e oggi interrotto. Se si aggiungono altri fornitori, fa notare Repubblica, si può dire che l’Italia sia finita per diventare una esportatrice. Infatti sono segnalati circa 18 milioni di metri cubi di gas in esportazione verso il Centro e il Nord Europa dove i prezzi sono più alti rispetto al nostro Paese. Infatti il metano italiano costa un terzo rispetto alla media europea e grazie agli stoccaggi messi da parte con il piano di risparmi attuato dalla fine dell’estate, siamo diventati esportatori di gas.

Stop gas russo in Italia: l’annuncio di Eni e le conseguenze

Eni ha annunciato che Gazprom non sarà in grado di confermare i volumi di gas richiesti, considerato che non è possibile far passare gas attraverso l’Austria. Il motivo del fornitore russo è quello di “modifiche normative in Austria che impediscono l’arrivo di gas in Italia” e ha aggiunto che la società sta lavorando insieme all’Italia per risolvere il problema. Secondo Eni sembra però che il gas arrivi al punto di consegna al confine senza problemi.

Lo stop del gas russo all’Italia coincide con gli eventi di Nord Stream e non è assurdo pensare che quanto accaduto, così come le decisioni che sono state prese sul blocco, possano essere delle conseguenze dirette degli annunci dell’Unione Europea. Sappiamo infatti che la Commissione e gli Stati membri hanno deciso un piano di risparmi per fare a meno delle forniture russe, tanto che il 2022-2023 potrebbe essere l’ultimo inverno nel quale gli Stati europei saranno dipendenti del gas russo.

Le conseguenze del blocco del gas russo non saranno però rilevanti per l’Italia e questo perché nelle ultime settimane il flusso della fornitura ammontava a circa il 10%, una quantità nettamente superata dalle nuove forniture provenienti dall’Algeria.

L’Italia diventa esportatrice di gas: i dati

Secondo quanto riportato da Repubblica il metano italiano costerebbe un terzo rispetto alla media europea e per questo motivo l’Italia lo sta esportando verso il Centro e il Nord Europa. Il nostro Paese infatti detiene abbastanza risparmi di gas grazie a uno stock pieno quasi al 90% per il quale è possibile la vendita con un extra guadagno. Infatti, anche in mancanza di metano russo, i nuovi arrivi dall’Algeria, Norvegia e Arzebaijan hanno permesso all’Italia di accumulare abbastanza riserve da rivenderle nelle piazze dove le quote risultano più alte.

Sembra infatti che, alla data del 28 settembre e secondo i dati del gestore della rete nazionale, sono arrivati in Italia 25 milioni di metri cubi di gas al punto di ingresso di Tarvisio di cui 7 di scorta e 18 esportati. La presenza di una così alta quantità di gas in Italia permetterà di abbassare i costi, ma non al momento. Sarà infatti l’Autorità di regolazione per l’energia, reti e ambiente (Arera) a stabilire se questo fenomeno così improvviso possa avere conseguenze positive sulle tariffe.

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