Italia, le famiglie spendono di meno: acquisti in crollo al Sud

Marco Ciotola

10 Marzo 2019 - 12:54

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Le famiglie italiane spendono meno rispetto al 2007, con la situazione più grave rappresentata dal -8% del Sud. Lo studio

Italia, le famiglie spendono di meno: acquisti in crollo al Sud

Le famiglie italiane spendono meno del 2007. È questo il dato che riporta l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che sottolinea come l’ultimo anno prima della crisi presentasse una quota per famiglie relativa agli acquisti superiore di almeno il 3% rispetto a quella registrata ora.

Una percentuale che è però frutto di una media tra aree geografiche dove si registrano dati molto diversi. Se infatti al Nord si avverte la flessione minore, con un -45euro rispetto al 2007, al Centro si parla di un più importante -75 euro di spesa, mentre al Sud quella cifra si assesta su un ben più preoccupante -170 euro, ovvero oltre quattro volte la flessione del Nord e più del doppio di quella delle Regioni centrali.

Si tratta di una mossa al ribasso che fa riflettere, forte del suo -7,7% e una spesa media di 2.042 euro al mese per famiglia, che si scontra con i 2.212 euro del 2007.

Al Centro e al Nord la situazione sembra rispettare un trend che, sebbene negativo, vedo una progressiva ripresa a partire dal 2013, con contrazioni al di sotto della media nazionale, mentre la situazione dalla Campania in giù indica uno stallo.

Italia, le famiglie spendono sempre di meno: preoccupa il Sud

La spesa media segna 2.564 euro al mese per famiglia, vale a dire un -3% rispetto al 2007. Quindi ogni nucleo familiare italianano spende, in media, 85 euro in meno al mese.

Mentre al Sud ci sono ben 170 euro in meno al mese immessi da una famiglia nell’economia del Belpaese, dato che segna un notevole squilibrio tra due distinte aree del Paese.

L’altro dato che emerge dal report dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre è che spicca una preferenza del luogo di spesa: gli italiano preferiscono comprare nei centri commerciali.

Negli ultimi 11 anni - dal 2007 al 2018 - alla flessione di artigianato e piccole attività commerciali quantificabile in un -14,5% si oppone il +6,5% della grande distribuzione.

A picco perciò il fatturato di botteghe artigiane e attività di ridotte dimensioni, del tutto estranee a quel processo di crescita - seppur lentissima - che interessa le spese degli italiani dal 2013 in poi.

Quest’ultimo è infatti associabile in grossa parte solo alla grande distribuzione organizzata, come spiegato dal numero uno dell’Ufficio studi CGIA Paolo Zabeo, che ha sottolineato anche un’influenza sulle spese ancora insufficiente per quel che riguarda il fronte e-commerce.

Malgrado la diffusione, siamo lontani da altri Paesi europei e la distanza diventa abissale se pensiamo agli Stati Uniti. Quindi - prosegue Zabeo - la percentuale di aumento delle vendite mantiene il segno più solo per centri commerciali, grandi magazzini e discount:

“Nonostante la diffusione sempre più massiccia dell’e-commerce, questo trend è proseguito anche nel 2018: mentre nei supermercati, nei discount e nei grandi magazzini le vendite sono aumentate dello 0,9%, nei piccoli negozi la diminuzione è stata dell’ 1,3%”.

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