Quali rischi per i mercati nel 2020?

Luca Fiore

2 Gennaio 2020 - 17:28

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Anche se il rally del 2019 sembrerebbe destinato a continuare, gli investitori nell’anno corrente si troveranno a fronteggiare diversi rischi. Vediamo quali.

Quali rischi per i mercati nel 2020?

Generalmente le previsioni degli operatori sul 2020 sono improntate all’ottimismo. Questo perché, obiettivamente, gli argomenti a favore della prosecuzione dell’attuale fase rialzista non mancano di certo.

Tra i fattori che probabilmente offriranno sostegno agli investitori anche nel 2020 troviamo in primo luogo l’andamento delle trattative commerciali sull’asse Washington-Pechino.

La prima fase dell’accordo commerciale tra le prime due economie mondiali riduce l’incertezza e allontana il pericolo di un brusco rallentamento dell’economia globale nel 2020. A questo punto, gli operatori prevedono che, presto o tardi, Stati Uniti e Cina annunceranno nuove intese.

Mercati: altri fattori che sosterranno le valutazioni nel 2020

Tra i fattori positivi destinati a spingere i mercati nel 2020 troviamo anche le elezioni presidenziali statunitensi: Trump farà di tutto per arrivare all’importante appuntamento elettorale con un’economia in salute e indici azionari a massimi.

A livello globale un altro fattore destinato a sostenere gli asset maggiormente legati alla propensione al rischio nel 2020 è rappresentato dal sostegno offerto dalle banche centrali, tornate ad imbracciare l’artiglieria pesante nella seconda parte di 2019.

In Europa poi, gran parte dell’incertezza legata alla Brexit sembrerebbe essere svanita e l’avanzata delle forze populiste sembrerebbe aver registrato una battuta d’arresto.

Mercati: questi i rischi potenziali nel 2020

Il primo rischio che viene in mente è rappresentato dalle attuali valutazioni: nel 2019 lo S&P500 è cresciuto di oltre 29 punti percentuali, il Dax è salito del 25% e il Ftse Mib a Piazza Affari ha messo a segno un +30,4%.

Secondo Didier Saint-Georges, managing director e membro del comitato strategico di investimento di Carmignac, si tratta di un rischio relativo:

“le valutazioni sono unanimemente considerate elevate ma, finché i tassi restano molto bassi, il premio per il rischio fa delle azioni l’asset class più ricercata, come dimostra l’acronimo TINA (There Is No Alternative)”.

Un questione tuttora insoluta è rappresentata, soprattutto in Europa e Giappone, da un tasso di crescita anemico che non può contare sul sostegno dei governi, pesantemente indebitatisi dopo la crisi del 2008. Le crescenti pressioni sui governi ad allentare i vincoli di bilancio, rileva Saint-Georges, potrebbero portare al finanziamento del deficit da parte delle banche centrali.

“Il finanziamento di un deficit di bilancio da parte di una Banca Centrale sarà l’unico modo per finanziare le misure di stimolo fiscale senza provocare un collasso obbligazionario”.

Mercati: lo scenario 2020

Secondo l’esperto di Carmignac, le banche centrali scongiureranno un aumento dei tassi legato a piani di rilancio e quindi dovrebbe esserci spazio “per una gestione attiva, capace di far leva sulla rinnovata volatilità dell’obbligazionario”.

I mercati azionari invece si orienteranno “dove la crescita sarà più forte, favorendo ancora una volta gli Stati Uniti”.

“Raccomandiamo ancora prudenza in previsione di una ripresa della volatilità e rigore nella selezione delle azioni. Le valutazioni sono già alte e una gestione passiva basata sul proseguimento di una fase toro universale potrebbe rivelarsi deludente”.

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