Investimenti: c’è preoccupazione, ma a prevalere è il “wait and see”

Ufficio Studi Money.it

28 Ottobre 2021 - 14:49

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Nonostante le sfide, attuali e future, non manchino, gli investitori per ora prediligono un atteggiamento prudente. E’ quanto emerge dalla ricerca trimestrale di eToro.

Investimenti: c’è preoccupazione, ma a prevalere è il “wait and see”

Nonostante i crescenti timori sullo stato della ripresa e le numerose sfide all’orizzonte, la maggior parte degli investitori individuali italiani per ora non ha apportato cambiamenti importanti ai propri portafogli,.

E’ quanto emerge dall’ultimo sondaggio trimestrale sul Polso degli investitori retail di eToro.

Da questo studio è emerso che lo stato dell’economia globale e domestica si conferma la principale apprensione tra gli investitori italiani, che temono in particolare la possibilità di conflitti internazionali nei prossimi tre mesi.

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Investimenti: le paure degli italiani

Il 21% degli investitori ritiene che i conflitti internazionali rappresentino il maggior rischio esterno per i loro investimenti, contro il 14% del trimestre precedente.

Tra le maggiori preoccupazioni, il 32% del campione annovera l’inflazione (era il 29% nel Q2). Su scala globale, invece, l’aumento dei prezzi al consumo è in testa tra le principali minacce esterne che pendono sugli investimenti.

“Ci sono una serie di venti contrari che gli investitori devono affrontare in questo momento, sotto forma di inflazione crescente e di una ripresa economica vacillante”, ha commentato Ben Laidler, Global Markets Strategist di eToro.

Ma nonostante questo, quasi la metà degli intervistati italiani (44%) non ha riposizionato i propri portafogli per affrontare i rischi, suggerendo che molti investitori stanno adottando un atteggiamento “wait and see”.

Si tratta di un approccio che accomuna gli investitori italiani e quelli globali, visto che più del 50% degli investitori globali sulla piattaforma eToro non ha modificato sostanzialmente l’allocazione del proprio portafoglio.

“In genere, ci si aspetterebbe che la maggior parte degli investitori agisca per contrastare questi venti contrari, ma i nostri dati mostrano che in questo momento è vero il contrario. Sembra che gli investitori individuali stiano adottando un approccio attendista nella speranza che l’inflazione sia temporanea e che la ripresa torni in pista”.

Perché gli investitori non si stanno muovendo

“Molte famiglie -continua Laidler- hanno ridotto il loro debito durante la pandemia, usando i contanti di riserva per pagare le carte di credito, i prestiti e i mutui, e questo li rende meno suscettibili agli aumenti dei tassi di interesse”.

Questo, combinato con l’aumento dei prezzi delle case, delle azioni e dei salari, ha reso gli investitori più resistenti ai rischi futuri.

Lo stato dell’economia preoccupa, ma i dati per l’Italia mostrano comunque un incremento della fiducia sullo stato di salute attuale e futuro della loro economia, così come dell’economia globale. C’è tuttavia un piccolo spostamento degli investitori verso settori più difensivi, come l’immobiliare (15%, in aumento dal 12%) e quello dei materiali (20%, in aumento dal 15%).

“Nel complesso, la fiducia economica del mercato globale e domestico è scivolata, quindi ci sono segni che alcuni investitori al dettaglio stanno iniziando a prepararsi per condizioni economiche meno favorevoli”.

Questo calo non è uniforme, visto che il sentiment dei consumatori è cresciuto in Francia, Italia e Australia, dimostrando una dicotomia.

“Il fatto è che ogni paese risponderà in modo diverso alla pandemia, ma quando le questioni globali (come la crisi della catena di approvvigionamento, l’inflazione e il tapering) cominceranno davvero ad avere un impatto sui consumatori, potremmo vedere un consenso più uniforme fra tre mesi”.

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