Intel cresce del 50% dopo giornate nere. Ecco come ci è riuscita

Alessandro Nuzzo

5 Ottobre 2025 - 16:06

Le voci di un presunto accordo con AMD hanno fatto crescere le azioni Intel del 50% in un mese. Sarebbe una partnership storica tra due aziende concorrenti.

Intel cresce del 50% dopo giornate nere. Ecco come ci è riuscita

Le indiscrezioni sono emerse all’inizio della settimana: Intel e AMD sarebbero nelle primissime fasi di discussione per una possibile partnership volta a far produrre i chip di AMD nelle fonderie di Intel. La notizia è stata accolta positivamente dai mercati, poiché si tratterebbe di un accordo storico tra due aziende rivali che per decenni si sono contese la leadership tecnologica nel settore dei semiconduttori. Le azioni Intel sono salite di quasi il 6% e quelle di AMD di oltre l’1% a metà giornata di mercoledì. Giovedì si è registrato un ulteriore +3% per Intel, con una crescita mensile che ora supera il 50%, corrispondente a un prezzo di 37 dollari per azione.

Perché AMD vorrebbe farsi produrre i chip da Intel

I dettagli al momento restano limitati, ma l’accordo rappresenterebbe un evento senza precedenti tra due concorrenti di lunga data. AMD non possiede fonderie proprie e, ad oggi, affida la produzione dei suoi chip alla Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, il più grande produttore indipendente di semiconduttori al mondo, con sede a Taiwan. Tuttavia, la produzione presso TSMC comporta per AMD alcune difficoltà: innanzitutto di costo, poiché l’azienda è molto cara, e poi di dazi, in quanto trattandosi di una società non statunitense, AMD è obbligata a pagare pesanti tariffe sulle importazioni.

Le politiche doganali introdotte da Trump starebbero spingendo molte aziende tecnologiche a riportare la produzione di chip sul territorio nazionale. Per questo motivo, AMD potrebbe trovarsi nella necessità di collaborare con Intel, che dispone di fonderie proprie negli Stati Uniti e di una rete produttiva in fase di modernizzazione. Ecco perché, in questa prospettiva, un’intesa tra i due storici rivali risulterebbe plausibile. Resta comunque da verificare se la qualità dei chip prodotti nelle fonderie Intel potrà essere all’altezza di quella garantita dalla multinazionale di Taiwan, che da anni rappresenta un punto di riferimento assoluto per l’intero settore.

Intel, dal canto suo, è impegnata in una strategia di rilancio per riconquistare clienti di peso e rafforzare la propria immagine dopo un periodo complesso, mentre il CEO Lip-Bu Tan sta guidando una profonda riorganizzazione della divisione produttiva. L’eventuale ingresso di AMD tra i suoi clienti rappresenterebbe una vittoria simbolica di grande valore: significherebbe che persino il suo principale concorrente riconosce l’affidabilità e la qualità delle capacità produttive di Intel. Negli ultimi anni, infatti, l’azienda ha dovuto affrontare difficoltà significative legate ai ritardi nello sviluppo dei processi produttivi più avanzati, che avevano messo in dubbio la sua leadership tecnologica e il suo prestigio internazionale.

Negli Stati Uniti c’è chi ha smentito le voci di un accordo

Venerdì, tuttavia, SemiAccurate, portale statunitense specializzato in tecnologia, ha smentito l’esistenza di un principio di accordo tra i due colossi dei semiconduttori. «Abbiamo interpellato diverse fonti informate da entrambe le parti e tutti ci hanno detto che è una sciocchezza. Nessuno ha nemmeno accennato a trattative in corso, tutti hanno fornito la stessa risposta negativa», si legge sul sito.

La notizia, pubblicata venerdì, ha immediatamente provocato un calo del 2,9% per le azioni AMD, mentre quelle Intel hanno perso l’1,1%. Smentite ufficiali non sono ancora arrivate, e potrebbe trattarsi anche di un modo per contenere le aspettative e l’eccessiva attenzione dei mercati. Trattandosi di aziende quotate, mantenere il massimo riserbo in questa fase potrebbe rivelarsi una scelta strategica per entrambe, in attesa di chiarire la reale portata dei contatti.

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