Indennità di cassa in busta paga: cos’è, quando spetta e come si calcola

Claudio Garau

12/08/2022

12/08/2022 - 13:23

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L’indennità di cassa è assegnata in busta paga ai lavoratori per specifiche mansioni legate al maneggio di denaro. Essa funge da garanzia contro possibili errori contabili. I dettagli.

Indennità di cassa in busta paga: cos’è, quando spetta e come si calcola

Ci sono persone che, tra le mansioni lavorative di competenza, hanno anche quella del maneggio denaro: pensiamo ai casi del commesso del negozio o del cassiere del supermercato che con molta frequenza - nell’ambito dell’orario di lavoro - ricevono denaro dai clienti e acquirenti, oppure lo erogano come resto. Ma pensiamo anche all’ipotesi del dipendente di banca che lavora allo sportello: egli lavora ogni giorno a stretto contatto con il denaro, perciò va da sé che questa grande responsabilità debba essere in qualche modo controbilanciata e compensata. Analogamente, riveste una specifica responsabilità anche l’impiegato che paga i fornitori e che dunque compie pagamenti all’esterno.

Ebbene, sappi che in casi come questi in busta paga ti spetta una indennità ad hoc, la quale prende il nome di indennità di cassa o indennità di maneggio denaro, così come indicata in vari Ccnl.

Essa è giustificata perché il dipendente che maneggia denaro è esposto a un evidente rischio di ammanchi ed errori contabili, che potrebbero influire sulla mole dei ricavi complessivi del datore di lavoro. Ecco perché essa è anche chiamata “indennità di rischio”. Se nel contratto che si applica al tuo rapporto di lavoro è prevista, il datore di lavoro sarà tenuto a versartela e dovrà farlo in misura non inferiore rispetto a quanto previsto dalle regole.

Proprio di questa tipologia di indennità intendiamo parlare nel corso di questo articolo, chiarendoti di fatto in che cosa consiste, quali sono i presupposti che la giustificano e dunque quando scatta, ma anche vedendo quali sono le sue modalità di calcolo. I dettagli.

Indennità di cassa: che cos’è in breve

Non vi sono particolari dubbi a riguardo: l’indennità di cassa è una specifica erogazione aggiuntiva in busta paga, che si somma alla tua retribuzione e la rende più consistente a fine mese. La ragione è che sul luogo di lavoro le mansioni da compiere sono tante e può certamente capitare che alcune volte vi siano dei lavoratori impiegati nella gestione costante e continua dei pagamenti, degli incassi e di tutte le le operazioni che implicano il maneggio di denaro.

Si tratta di un lavoro di particolare responsabilità, che implica che quel denaro possa andar perso o smarrito. Per questo motivo, in busta paga, il datore di lavoro riconosce un’integrazione, vale a dire una somma che si aggiunge alla paga base.

Attenzione però: l’indennità di cassa spetta non soltanto a chi compie o riceve pagamenti per conto dell’azienda, ma anche al dipendente che ne custodisce i fondi.

La garanzia per il lavoratore inclusa nell’indennità di cassa

Non solo. L’indennità di cassa non rappresenta soltanto una quota di retribuzione aggiuntiva, ovvero un “premio” per il lavoratore che ha responsabilità connesse al denaro, ma costituisce anche una garanzia per quest’ultimo.

Se a fine giornata ci sono degli ammanchi di cassa, il datore potrà scalarli dall’indennità in oggetto, senza andare a incidere sulla retribuzione ordinaria.

In una logica facilmente comprensibile, vero è che se il lavoratore destinatario dell’indennità in busta paga è assente per un certo numero di giorni (ad es. per malattia) perde il diritto all’ indennità di cassa per il lasso di tempo in cui si è dovuto provvedere alla sua sostituzione. In questi casi, il diritto all’indennità ricade sul lavoratore sostituto.

Indicazioni generali sul calcolo dell’indennità di cassa

Tieni presente che l’indennità in oggetto ha natura contrattuale e, per questo motivo, deve essere assegnata a tutti i lavoratori individuati dal contratto stesso come aventi diritto all’integrazione in busta paga.

Sul piano del calcolo della somma, ricordiamo che l’indennità di cassa può essere quantificata:

  • in percentuale sulla retribuzione;
  • o in una cifra fissa mensile.

Se sei destinatario di questa indennità e vuoi sapere quali sono le modalità di calcolo che si applicano al tuo caso specifico, devi verificare cosa dice al riguardo il tuo contratto collettivo, all’articolo solitamente rubricato come “indennità di cassa o maneggio denaro”. Senza dubbio sono infatti i singoli Ccnl a indicare l’importo di indennità di cassa da versare in busta paga, insieme alle altre spettanze.

Attenzione però: il datore di lavoro può assegnare al dipendente anche un’indennità di importo maggiore rispetto a quello stabilito dal contratto collettivo, ovvero garantire il cd. trattamento di maggior favore. Questo può avvenire ad es. grazie a quanto previsto in un contratto integrativo aziendale o nello stesso contratto individuale.

Non dimentichiamo poi che l’indennità di cassa costituisce imponibile ai fini fiscali e previdenziali e, costituendo essa una erogazione “non occasionale”, è inclusa nella retribuzione utile ai fini del calcolo del Tfr. Ciò vale però salvo il caso in cui il Ccnl di categoria preveda diversamente.

Ammanchi di cassa e rischio licenziamento: è possibile?

Interessante è anche il rapporto tra indennità di cassa in busta paga ed eventuale recesso del datore di lavoro. Se l’azienda a fine giornata si rende conto di un ammanco di denaro, e scala il relativo ammontare dall’indennità mensile del dipendente, ciò è sufficiente ad appianare la situazione e a evitare conseguenze per il lavoratore. Ovvero, se non ci sono altre ragioni valide il datore di lavoro non può licenziarti perché non sei stato sufficientemente attento da evitare un ammanco di denaro, al di là della sua effettiva entità.

Perciò si può affermare che l’indennità di cassa protegga il lavoratore anche sul piano della conservazione del posto di lavoro. Queste considerazioni sono molto importanti appunto in caso di ammanchi: in dette circostanze, il datore di lavoro non può subito darti la ’colpa’ o ritenerti addirittura responsabile di aver rubato. Se non ha prove, le sue accuse sarebbero del tutto infondate.

Piuttosto nelle più frequenti ipotesi di errori nel conteggio, sarà l’indennità a fungere da tutela sia per il datore, che per il dipendente che maneggia denaro.

Cosa succede se non c’è l’indennità di cassa in contratto?

Vediamo ora brevemente il caso in cui non sia previsto il versamento in busta paga dell’indennità di cassa nel Ccnl o nel tuo contratto di lavoro. Ebbene, in questi casi le cose potrebbero complicarsi per il lavoratore, poiché se il datore di lavoro rintraccia un ammanco, potranno esservi conseguenze per la persona tenuta a custodire il denaro aziendale.

Insomma, vi sono concreti rischi che il datore di lavoro possa rivalersi sul lavoratore. In breve, se il lavoratore non è protetto da un’indennità di cassa, potrà essere comunque considerato responsabile degli ammanchi e se la questione è seria (ammanchi molto consistenti o ripetuti nel tempo) il datore di lavoro sarà libero di considerare anche la via del licenziamento per giusta causa o in tronco.

Ecco perché nei contratti collettivi che riguardano anche figure che si occupano del maneggio denaro, è prevista solitamente una norma ad hoc per questa indennità in busta paga.

L’indennità di cassa nel Ccnl commercio, Ccnl turismo e Ccnl cooperative sociali: tre esempi pratici

Alla luce di quanto abbiamo detto finora, vediamo adesso alcuni casi pratici di indennità di cassa, così come disciplinati in contratti collettivi molto conosciuti. Ci aiuteranno a capire come avviene in concreto il calcolo dell’indennità in oggetto.

Consideriamo il Ccnl commercio: nell’articolo relativo a questa somma integrativa in busta paga, si trova scritto che al personale di solito adibito a operazioni di cassa con continuità nel tempo, laddove si abbia totale e completa responsabilità della gestione di cassa - e con il dovere di accollarsi le eventuali differenze - è valevole un’indennità di cassa e di maneggio di denaro nella misura del 5% della paga base nazionale (conglobata).

Non in maniera molto diversa, troviamo la disciplina dell’indennità di cassa nel Ccnl turismo. Nel testo si trova infatti scritto che ai dipendenti di solito adibiti ad operazioni di cassa per almeno 15 giorni solari nel mese, laddove questi abbiano obbligo di quadratura dei conti e responsabilità per errori e per il pagamento di differenze, spetta un’indennità di cassa e di maneggio di denaro nella misura del 5% della paga base nazionale mensile.

Infine con riferimento al Ccnl cooperative sociali, nel testo si può trovare scritto che alla lavoratrice o al lavoratore che compie solitamente maneggio di denaro con il cd. onere per errori - vale a dire con responsabilità finanziaria in ipotesi di ammanchi - va comunque versata un’indennità mensile lorda in busta paga pari a euro 30,99. E nel contratto anche la regola per quale le somme eventualmente richieste al lavoratore che maneggia denaro a titolo di cauzione, debbono essere depositate e vincolate a nome delle parti presso una banca di comune gradimento.

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