Il Brunei ha appena introdotto la pena di morte per gli omosessuali

Marco Ciotola

3 Aprile 2019 - 22:48

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Da oggi in vigore nuove leggi islamiche in Brunei, che prevedono la pena di morte in caso di sodomia, adulterio e furti. I dettagli

Il Brunei ha appena introdotto la pena di morte per gli omosessuali

Il Brunei ha appena introdotto la pena di morte per gli omosessuali. Non si tratta purtroppo di una cronaca dal passato, perché dal 3 aprile del 2019 nel piccolo sultanato dell’isola del Borneo è entrato in vigore un nuovo codice penale basato sulla sharia, e che prevede quindi la cosiddetta pena coranica.

Ogni reato sarà dunque punito secondo quanto indicato nel testo sacro dell’Islam, con pene che prevedono persino l’amputazione di arti in caso di furti, morte in casi di adulterio, sodomia, stupro, relazioni sessuali extraconiugali, insulto o diffamazione del profeta Maometto. Tali leggi si applicheranno solo ai musulmani, che costituiscono la maggioranza della popolazione.

Dalle Nazioni Unite le condanne alle nuove misure sono state nette, e il Commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha definito i provvedimenti delle “punizioni crudeli e inumane, che violano gravemente la legge internazionale sui diritti dell’uomo”.

Ma per i vertici del Paese asiatico la circostanza è motivo di vanto, al punto che il Sultano Hassanal Bolkiah ha invitato gli “islamici più forti” a recarsi sul territorio, che ospita due terzi di popolazione musulmana:

“Voglio che gli insegnamenti dell’Islam in questo Paese diventino sempre più forti e diffusi”.

Il Brunei ha appena introdotto la pena di morte per gli omosessuali

In Brunei attualmente è in vigore la pena di morte, anche se l’ultima esecuzione è stata effettuata nel 1957.

Qui l’omosessualità è sempre stata illegale, ma ora le leggi islamiche più severe la rendono punibile con la lapidazione fino al sopraggiungere della morte del colpevole. Per essere giudicato tale, un individuo deve confessare di essere gay o lesbica o ricevere simili accuse da quattro testimoni.

Il Brunei ha stabilito l’introduzione della sharia cinque anni fa, nel 2014, per volere del sultano multimiliardario e primo ministro del Brunei Hassanal Bolkiah, alla guida del Paese dal 1967.

L’alcol è vietato in tutto il Paese, e ci sono multe per quelli che non vanno in preghiera il venerdì. In una nota diffusa solo qualche giorno fa, l’Onu ha parlato di simili provvedimenti come di un “pericoloso incoraggiamento alla violenza e la discriminazione contro le donne”.

Bachelet ha chiesto al Paese di bloccare il provvedimento, ricordando che per alcuni dei reati puniti con la pena capitale - come ad esempio quello relativo alla sodomia - non si può neanche parlare di reati, visto che si tratta solo di liberi comportamenti di carattere sessuale tra adulti consenzienti.

Anche l’Unione europea ha condannato all’unanimità le scelte giudiziarie del Brunei, e da Bruxelles hanno parlato di pene che “equivalgono a torture, atti di trattamento crudele, inumano o degradante”.

La circostanza ha inoltre portato a muoversi anche diverse celebrità, a partire George Clooney, la conduttrice televisiva Ellen DeGeneres e il cantante Elton John, che hanno avviato una campagna di boicottaggio della catena di hotel in mano al sultano Hassanal Bolkiah.

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