Il rischio delle crypto “sporche”: cosa sapere per evitare sanzioni e perdite

Redazione Crypto

29 Settembre 2025 - 06:40

Le crypto offrono nuove opportunità ma espongono a rischi legali: possedere Bitcoin oggetto di reato può comportare sanzioni, confische e perdita di valore, anche senza dolo o intenzione illecita.

Il rischio delle crypto “sporche”: cosa sapere per evitare sanzioni e perdite

Le transazioni digitali hanno aperto la strada a un nuovo paradigma di scambio economico, caratterizzato da velocità, decentralizzazione e possibilità di operare al di fuori dei tradizionali circuiti finanziari, ma proprio questa caratteristica le rende esposte a rischi che spesso gli investitori sottovalutano: il possesso di crypto sporche o di Bitcoin collegati a reati può comportare conseguenze gravissime, indipendentemente dalla consapevolezza del titolare.

A differenza delle transazioni in valuta fiat, raramente messe in discussione quanto alla provenienza, quelle che coinvolgono asset digitali sono sempre più sottoposte a scrutinio da parte delle autorità di controllo, le quali dispongono oggi di strumenti sofisticati per tracciare la storia di ogni operazione attraverso analisi forensi delle blockchain. Negli ultimi anni, centinaia di miliardi di dollari in crypto sono stati associati a condotte criminali che spaziano dalla frode finanziaria al riciclaggio, dagli schemi piramidali al ransomware, fino al finanziamento del terrorismo internazionale, e questo significa che un investitore o un semplice detentore può ritrovarsi, senza dolo né intenzione illecita, con wallet congelati, beni sequestrati e valori fortemente deprezzati.

Le autorità statunitensi, in particolare, hanno moltiplicato i controlli: l’OFAC vigila sull’uso di fondi riconducibili a soggetti inseriti nella lista SDN, la FinCEN analizza le violazioni in materia di antiriciclaggio e la IRS ha recentemente aumentato gli obblighi di dichiarazione per gli exchange a partire dal 2025, così da garantire maggiore visibilità sulle operazioni. Il meccanismo sanzionatorio applicato, fondato sul principio della responsabilità oggettiva, implica che anche chi riceve inconsapevolmente Bitcoin oggetti di reato possa essere ritenuto responsabile e sottoposto a procedimenti civili o penali, con il rischio di vedersi imputare sanzioni pecuniarie o di dover collaborare con le indagini. I casi giudiziari recenti dimostrano la portata del problema: dalla vicenda di Bitcoin Fog, mixer utilizzato per occultare transazioni ma accusato di favorire il riciclaggio, fino al procedimento Sarcuni v. bZx DAO, in cui un tribunale ha riconosciuto la possibilità di chiamare in causa un exchange per presunte falle di sicurezza che avevano portato al furto di decine di milioni in asset digitali. [...]

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