Il metaverso e gli ologrammi entrano in azienda

Dario Colombo

29 Giugno 2022 - 15:24

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Il futuro del lavoro è già qui: un nuovo spazio fisico, la collaborazione che si gioca su spazi virtuali, un livello di efficienza impensabile. Visione e realtà di Cisco.

Il metaverso e gli ologrammi entrano in azienda

Come va interpretata l’innovazione oggi? Enrico Mercadante, che dirige l’innovazione in Cisco nel sud Europa ce lo spiega così: “Se oggi c’è una costante, questa è l’incertezza. Ma non dobbiamo distogliere il focus da cosa abbiamo già costruito: le infrastrutture digitali sono importanti per gli stati e le aziende. La transizione al cloud non prevede ritorno, così come la cyber resilience, la sostenibilità la collaborazione. Abbiamo individuato cinque aree di innovazione: cloud come modello operativo, cybersecurity, futuro delle reti, sostenibilità e futuro del lavoro”.

Proprio quest’ultimo è un campo in cui si stanno giocando molte delle partite dell’innovazione e della produttività aziendale.
Si parte dagli ambienti ibridi, ma il pensiero va facilmente al metaverso.

Metaverso e universo

Michele Dalmazzoni, responsabile delle tecnologie di collaboration, ammonisce: “nella corsa al metaverso non perdiamoci però il nostro universo. Il futuro è un dopo che è già presente, anche se siamo ancora nella bolla del long Covid. Tutti gli indicatori ci dicono che l’hybrid work è irreversibile, non si torna più indietro. Ma fra skill shortage, lotta per i talenti e scenario demografico le aziende devono vedersi nel medio lungo termine in due dimensioni: fisica e digitale”.

Parliamo pure allora di posto di lavoro di ibrido, o blended: “ogni ambiente fisico - ci ha spiegato Dalmazzoni - deve essere pensato per avere un’estensione digitale con esperienza equiparabile a quella in presenza. Cisco sta investendo per costruire la piattaforma per i prossimi decenni. Lo facciamo perché è nel nostro Dna, facciamo lavoro flessibile da quindici anni, conosciamo le pratiche, la metodologia collaborativa. Una piattaforma di collaborazione come Webex copre aspetti diversi, dai mondi tradizionali di comunicazione e fonia, l’hardware, per integrare tutti i canali di comunicazione con gli utenti finali, social compresi”.

Azzerare il techno stress e creare più inclusività

Enrico Miolo, esperto di collaboration di Cisco ci ha spiegato che «bisogna elevare l’esperienza individuale, con dispositivi adeguati che eliminino il tecno stress e aumentino l’inclusività. Il tema della qualità audio è rilevante e la tecnologia per togliere i rumori di fondo è importante».

Si, ma come si digitalizzano gli spazi fisici? "Con flessibilità, ripensando l’ufficio con piccole sale riunioni, creando spazio per la creatività, con sale remote, sistemi di prenotazione, boardroom, e soluzioni verticali, come per esempio gli ambulatori dei medici. E anche con inclusività: pensiamo alla tecnologia di traduzione simultanea dei meeting”.

Lo si fa anche incorporando il paradigma dell’Internet of Things negli uffici. “Cisco DNA Spaces utilizza tutti i sistemi di videoconferenza come sensori di smart building, per fornire servizi interattivi all’utente finale”.

Ma veniamo al metaverso e alla dimensione virtuale.
Cosa intendiamo per metaverso? “Un grosso contenitore 3.0 - ha spiegato Dalmazzoni - evoluzione in 3D del Web. Oppure possiamo dire che è un ambiente 3D in cui posso navigare, senza dimensione cinetica per il momento. Oppure può essere un nuovo modo di accedere ai contenuti. Noi abbiamo una visione business, con al centro il professionista, la persona, l’essere umano”.

Webex Hologram, per esempio, è un prototipo per abilitare meeting multidimensionali con tecnologia olografica. Facilita e migliora la formazione a distanza e le revisioni del design di prodotto.
Stimola l’innovazione e l’ispirazione ricreando la chimica di un’interazione personale, è utilizzabile in real time ima tutto il mondo. Un prototipo è già usato da McLaren per la visualizzazione dei modelli di macchine.

Cisco nel metaverso Cisco nel metaverso L'applicazione 3DFrame di Vection Tecnologies integrata con Webex

Con Webex nel metaverso

Al recente Cisco Live! 2022 di Las Vegas, Vection Technologies, società di soluzioni 3D e realtà virtuale ha presentato una soluzione di integrazione per Webex.
Si tratta di 3D Frame, una app sviluppata in modalità no-code, che rende i contenuti delle presentazioni e delle riunioni di Webex immersivi e li proietta nel metaverso.

3DFrame può essere attivata direttamente da Webex e consente una visualizzazione immersiva di immagini, video, presentazioni PDF, oggetti 3D complessi come automobili e articoli di design.

In pratica si ha un metaverso privato che vive dentro Webex meeting, da usare, per esempio per l’esplorazione di prodotti, mostrandoli in una veste viva e immersiva per tutti i partecipanti del meeting, per fare product placement e anche formazione. Si possono infatti riutilizzare nel metaverso strumenti come siti web video, slide esistenti.

L’applicazione è disponibile su Windows, MacOs e Virtual Reality (pc Windows con headset di VR), ma la soluzione deve essere accessibile a tutti, anche da chi non ha un computer VR ready, che quindi vi accederà in modalità 2D.

Cisco nel metaverso Cisco nel metaverso La preparazione dello spazio di realtà virtuale per l'utilizzo dell'applicazione 3DFrame con Cisco Webex

Modelli di innovazione sicura

Per Cisco oggi si deve passare da un modello di innovazione incrementale a uno più complesso. L’open innovation vuole essere fatta pensando alla sicurezza intrinseca, con la sostenibilità e la data privacy.
Come ha spiegato Fabio Panada, security leader di Cisco, la metodologia è quella della security resilience.

Per gestire l’incertezza con la cybersecurity si utilizza una piattaforma strategica la cui base di funzionamento consta nel raccogliere più informazioni possibili, utilizzare i dati per anticipare i problemi informatici, capire a cosa dare priorità, essere più ampi possibile nell’azione, pervasivi e collaborativi con gli altri sitemi tecnologici, aumentare l’efficacia.

La piattaforma è aperta, integrata e cloud based, per proteggere le applicazioni ovunque e per qualsiasi utente, proteggendo l’endpoint, capendo qual è il livello di postura di utente quando si collega a Internet, senza con ciò incidere sulla sua operatività.

Panada ha spiegato che Cisco “da anni lavora con l’Ucraina: abbiamo aiutato il governo nelle elezioni del 2019, supportato a reagire a NotPetya, creato per attaccare l’Ucraina e poi diffuso in tutto il mondo. Ultimamente abbiamo registrato una crescita di attacchi DDoS, malware, BGP hijacking, disrupt supply chain. Tanti ne accadevano comunque prima: da anni diciamo ai clienti che la protezione non cambia oggi: segmentazione, multifactor autentication valeva prima e valgono oggi. Oggi mettiamo a fatto comune l’esperienza ucraina per capire se i fenomeni possono accadere anche in altri contesti”.

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