Accordo tra Andrea Pignataro e l’Agenzia delle Entrate: verserà 280 milioni, riducendo una contestazione iniziale da 1,2 miliardi per residenza fiscale fittizia e presunta evasione fiscale.
Andrea Pignataro, secondo uomo più ricco d’Italia secondo Forbes, ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate che prevede il pagamento di 280 milioni di euro, dilazionati in cinque anni, a fronte di una contestazione iniziale che ammontava a circa 1,2 miliardi di euro tra imposte, sanzioni e interessi.
L’intesa rappresenta uno dei maxi versamenti più rilevanti mai pattuiti nel nostro Paese e chiude una lunga fase di accertamenti fiscali relativi al periodo 2013-2023, senza tuttavia escludere che resti aperta un’inchiesta penale della Procura di Bologna, che contesta a Pignataro la residenza fiscale fittizia all’estero e una presunta evasione fiscale.
Andrea Pignataro: il contesto patrimoniale e la residenza estera
Andrea Pignataro è un imprenditore bolognese, con passaporto britannico e residenza ufficiale a St. Moritz, in Svizzera. Laureato in Economia all’Università di Bologna e con un dottorato in matematica all’Imperial College di Londra, ha fondato nel 1999 il gruppo ION, un conglomerato attivo nei servizi e tecnologie per il settore finanziario.
Il suo patrimonio personale supera i 34 miliardi di dollari e negli ultimi anni ha effettuato acquisizioni per circa 6 miliardi in Italia, investendo in società di software, dati e servizi finanziari come Cerved, Cedacri, Prelios, oltre a partecipazioni in banche come MPS e Illimity.
La vicenda fiscale nasce dall’accertamento che Pignataro avrebbe mantenuto in Italia, in modo prevalente, i suoi interessi personali e familiari nonostante dichiarasse la residenza fiscale all’estero. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe trascorso in Italia la maggior parte del tempo dal 2013 al 2023, violando così le norme sul domicilio fiscale. Le indagini hanno analizzato dati come biglietti aerei, rotte del jet privato, cartelle cliniche e celle telefoniche per ricostruire la sua presenza sul territorio italiano.
L’accordo con il Fisco e le implicazioni giuridiche
L’accordo con l’Agenzia delle Entrate, formalizzato dalla Direzione Provinciale di Bologna, rappresenta una soluzione transattiva che non implica riconoscimento di colpevolezza o evasione da parte di Pignataro. Lo studio legale Facchini Rossi Michelutti, che assiste l’imprenditore, ha sottolineato che la controversia si è chiusa in un clima di collaborazione istituzionale e buona fede, evitando un contenzioso giudiziario lungo e complesso.
È stata inoltre evidenziata la complessità tecnica e giuridica del caso, con la normativa fiscale italiana che, fino a poco tempo fa, presentava “obiettive incertezze interpretative” riguardo alla determinazione del domicilio fiscale, come confermato anche da una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 2024.
Gli avvocati di Pignataro hanno inoltre ricordato che la giurisprudenza europea e italiana tende a privilegiare gli interessi economici rispetto a quelli familiari nella definizione della residenza fiscale. L’accordo, quindi, più che una ammissione di evasione, rappresenta una soluzione pragmatica per chiudere una disputa complessa che coinvolge questioni di diritto tributario e di residenza fiscale internazionale.
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